Biodiversità marina, salute umana e benessere sono collegati. A svelarlo è un recente studio condotto dal World Wide Fund for Nature, dall’Harvard Institute of Public Health e dal laboratorio marino della Duke University e poi pubblicato sulla celebre rivista One Earth. Nello specifico stando a quanto emerso da tale studio le aree marine protette possono rappresentare un grande bene non solo per il pianeta ma anche per le persone che lo popolano.

L’ossigeno nei fondali oceanici si produce senza fotosintesi L’ossigeno nei fondali oceanici si produce senza fotosintesi

Stiamo parlando di aree dell’oceano che i governi riconoscono legalmente come importanti in quanto in grado di garantire la conservazione marina. E proprio per tale motivo queste aree sono state dichiarate protette. Ciò significa che al suo interno non è possibile, per l’uomo, fare nulla. E quindi non ci si può vivere e nemmeno pescare, trivellare per poter estrarre petrolio, avviare un allevamento ittico ecc. L’obiettivo è uno ovvero quello di limitare l’attività dell’uomo e consentire alla natura di poter prosperare.

I risultati dello studio

Per poter condurre la ricerca, gli studiosi hanno esaminato i vari articoli scientifici sulle aree marine protette e sull’impatto che questi hanno sulle persone. Articoli scritti a partire dal 1973. E l’analisi ha permesso di scoprire che su 234 aree marine protette e monitorate più del 60% ha registrato dei miglioramenti nella conservazione della natura ma anche nel benessere dell’uomo.

I risultati ottenuti dallo studio consentono inoltre di poter affermare che nella maggior parte dei casi investire in aree marine protette consente di poter apportare dei benefici importanti sia alla salute delle persone che vivono nelle vicinanze sia ai loro mezzi di sostentamento.