Oramai sempre più spesso si sente parlare di microplastiche e di quanto queste possono essere pericolose per la salute di tutti noi. Un nuovo studio effettuato di recente sui topi ha permesso di scoprire che le microplastiche trasmesse dalla madre durante il periodo di gestazione e assorbite dal feto continuano ad esistere anche dopo la nascita. Già alcuni studi precedenti avevano dimostrato che le micro e le nanoplastiche riescono a passare nella placenta.

I ricercatori hanno trasformato le microplastiche in grafene, 200 volte più resistente dell’acciaio I ricercatori hanno trasformato le microplastiche in grafene, 200 volte più resistente dell’acciaio

L’ultimo studio effettuato sui topi ha invece permesso di scoprire che questi piccolissimi frammenti di plastica possono rimanere nel cucciolo di topo anche per due settimane dopo la sua nascita. I ricercatori protagonisti dello studio hanno infatti trovato alcune tracce di plastica nei reni, fegato, cuore, cervello e polmoni dei topi nati da pochi giorni. E la causa era legata all’ingestione di piccoli frammenti di poliammide-12 da parte delle mamme incinte.

Le parole degli esperti

A condurre lo studio è stato il team di ricerca della Rutgers University che ha lanciato l’allarme affermando che quanto scoperto sui topi potrebbe riguardare anche gli esseri umani. Purtroppo i prodotti di plastica si scompongono e si disperdono nell’ambiente riuscendo ad entrare nel corpo umano in diversi modi. Ad esempio tramite l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo oppure semplicemente tramite l’aria che respiriamo.

Ciò significa che così come i piccoli topi anche i bambini appena nati potrebbero contenere già in organi e tessuti un carico di microplastiche. I ricercatori si sono espressi sulla questione affermando che i risultati ottenuti:

Sollevano preoccupazioni circa gli impatti tossicologici associati all’esposizione alle MNP, alla salute materno-fetale e alla deposizione sistemica di particelle di MNP.