Secondo una grossa inchiesta dell’emittente australiana ABC News, i robot Deebot del produttore Ecovacs raccoglierebbero un’enorme quantità di dati, inclusi foto e video delle case dei clienti, che verrebbero poi utilizzati per addestrare l’AI dell’azienda.
L’inchiesta rivela un quadro allarmante: anche la sicurezza dei dispositivi non sembra essere granché, tant’è che alcuni modelli di robot aspirapolvere sarebbero ad altissimo rischio di venire hackerati, complice la presenza di alcune falle piuttosto gravi.
Gli utenti accettano di farsi registrare volontariamente?
Secondo Ecovacs, gli utenti che aderiscono al cosiddetto “Product Improvement Program” lo fanno volontariamente. Ma l’app Ecovacs, attraverso la quale si accede al programma, non specifica chiaramente quali dati verranno raccolti, limitandosi a dire che contribuiranno a migliorare le funzionalità dei prodotti. La mancanza di trasparenza emerge in modo lampante: mentre gli utenti vengono invitati a cliccare su un link per ulteriori dettagli, quel collegamento risulta assente, lasciando gli utenti all’oscuro sulla reale entità della raccolta di dati.
La politica sulla privacy di Ecovacs, disponibile in altre sezioni dell’app, è molto più dettagliata: i dispositivi possono raccogliere mappe 2D e 3D delle case degli utenti, registrazioni audio e video e immagini catturate dalle loro telecamere. Sebbene l’app permetta agli utenti di eliminare queste informazioni, Ecovacs potrebbe continuare a conservarle per non precisate finalità aziendali.
Le rivelazioni di ABC News riguardano in particolare il mercato australiano, e non ci è dato sapere se le stesse pratiche di raccolta dati vengono impiegate anche in Unione Europea, dove le norme sulla privacy sono estremamente più stringenti e punitive.
I dati sono alla mercè degli hacker?
Non è la prima volta che la raccolta di immagini e video da parte di robot aspirapolvere genera polemiche. Nel 2022, immagini intime scattate da robot della iRobot sono state diffuse sui social media, compresa una foto di una persona seduta su un WC. Anche in quel caso, le immagini erano state raccolte come parte di un programma di test al quale gli utenti avevano dato il consenso.
La situazione di Ecovacs è resa ancora più preoccupante dalla scoperta di gravi falle di sicurezza nei suoi dispositivi. Il ricercatore di sicurezza informatica Dennis Giese ha segnalato che alcuni modelli di robot Deebot possono essere hackerati da remoto, permettendo agli attaccanti di accedere a immagini e video raccolti dai dispositivi senza che l’utente ne sia consapevole. Il colosso cinese ha promesso che con un futuro aggiornamento in arrivo a novembre le falle dovrebbero venire risolte.