Qual è la vera storia dei granelli di sabbia di quarzo la cui origine è legata a milioni di anni fa? Per rispondere a tale domanda i ricercatori di Stanford hanno sviluppato SandAI ovvero uno strumento basato sull’intelligenza artificiale in grado di fornire molteplici ed importanti informazioni. Questo è infatti in grado di offrire ai ricercatori la possibilità di conoscere il passato per poter effettuare nel migliore dei modi studi geologici e archeologici.

Ma non solo, grazie a tale strumento i ricercatori possono anche scoprire se onde, fiumi, vento oppure ancora movimenti glaciali nel tempo hanno modellato e allo stesso tempo depositato granelli di sabbia. SandAI si serve di un particolare approccio chiamato analisi microtesturale in grado di offrire il suo aiuto anche nelle indagini forensi legate all’estrazione illegale di sabbia. Un tempo l’analisi microstrutturale veniva effettuata sia manualmente sia visivamente utilizzando microscopi e lenti di ingrandimento.

Oggi invece è stato convalidato un nuovo approccio dalla scienza moderna. Un approccio in grado di dimostrare che i meccanismi di trasporto possono offrire importanti rivelazioni. A tal proposito, possiamo ad esempio menzionare i granelli che se hanno viaggiato più lontano appaiono, rispetto agli altri, più arrotondati.

Alcune informazioni su SandAI

Il nuovo strumento denominato SandAI per poter esaminare le immagini dei granelli di sabbia al microscopio sfrutta al massimo la potenza dell’apprendimento automatico. Molto importante è precisare che questo strumento è in grado di offrire una valutazione abbastanza completa analizzando i granelli di sabbia singolarmente e non in gruppo.

Gioielli di quarzo trovati in un sito di sepoltura messicano di 1.000 anni fa Gioielli di quarzo trovati in un sito di sepoltura messicano di 1.000 anni fa

Per poter creare SandAI gli studiosi hanno utilizzato una rete neurale che “impara” in un modo molto simile al cervello dell’uomo. Le risposte corrette tendono a rafforzare le connessioni tra i neuroni artificiali, e il computer riesce in questo modo anche ad imparare dagli errori commessi. Servendosi dell’aiuto di collaboratori presenti in diverse zone del mondo, il professor Hasson ha raccolto moltissime immagini al microscopio elettronico di scansione dei granelli di sabbia.

SandAI ha poi analizzato queste immagini con l’obiettivo di riuscire a scoprire la loro storia servendosi di caratteristiche che gli umani non riuscirebbero ad individuare. Solo dopo aver raggiunto un’accuratezza pari al 90% i ricercatori hanno inserito nuovi campioni. Ed ecco che SandAI alla fine è riuscito a spiegare il modo in cui negli anni è avvenuto il trasporto dei granelli.