Dopo un percorso produttivo tutt’altro che semplice arriva finalmente al cinema anche in Italia MaXXXine di Ti West con Mia Goth, terzo capitolo targato A24 della trilogia horror diventata un cult, dal 28 agosto al cinema distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy.

Dopo il primo X – A Sexy Horror Story e il prequel Pearl, Mia Goth torna ad interpretare la sensuale Maxine Minx, che a dieci anni di distanza dai sanguinosi avvenimenti del primo episodio, cerca ancora di inseguire il suo sogno di diventare un’attrice nella Hollywood degli anni ’80, ma la presenza di un serial killer in agguato rischia di svelare il suo oscuro passato. Nel cast del film anche Elizabeth Debicki, Moses Sumney, Michelle Monaghan, Bobby Cannavale, Halsey, Lily Collins, Kevin Bacon e Giancarlo Esposito.

Proprio grazie alla presenza a Roma di Ti West per presentare la pellicola in uscita, abbiamo approfittato per fare una chiacchierata con lui su tutta la trilogia horror che ha una riunito attorno a sé una solida fanbase. Ecco cosa ci ha raccontato nella nostra intervista, che non poteva che partire dall’aspetto tecnico curatissimo di tutti e tre i titoli, per arrivare a MaXXXine che è girato come se fosse una videocassetta degli anni ’80.

Forse un modo per far provare agli spettatori più giovani l’elemento artigianale del cinema in un’epoca digitale? Un tributo al passato? “I film sono ambientati in tre differenti epoche quindi il mio obiettivo era cercare di ricreare nel modo più accurato possibile l’atmosfera di quei periodi storici. Poi è subentrato anche il mio gusto personale e io adoro gli anni ’80. Volevo che risultasse autentica l’esperienza di quella determinata epoca durante la visione il film. Da un punto di vista del mestiere, invece, volevo invece creare qualcosa di cinematograficamente soddisfacente e piacevole, quindi per me si trattava di mettere insieme un’esperienza cinematografica ricca da fare in sala”.

Hollywood: killer o musa?

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Una parte di uno dei poster di MaXXXine.

C’è un misterioso serial killer nel film, la cui tagline ufficiale recita “Hollywood è un killer”. A questo punto viene da chiedersi: Hollywood è il posto dove i sogni possono diventare realtà oppure che è soprattutto un killer metaforico? Risponde Ti West: “Penso che possa essere entrambi ed è questo l’aspetto più interessante. Penso che ci siano persone che siano andate a Hollywood e abbiano visto i propri sogni realizzarsi e altre a cui sia accaduto l’opposto. Penso sia questa la parte eccitante e pericolosa della questione. La rarità di questo posto che è ciò che lo rende affascinante e che lo ha sempre reso tale”.

Il regista ha girato i primi due capitoli, X – A Sexy Horror Story e Pearl back-to-back, come a volte capita a livello produttivo. Una scelta che poteva rilevarsi un aiuto per girare in un secondo momento MaXXXine, anche rispetto al finale: sarà stato pensato fin dall’inizio? “Non conoscevo la storia del terzo film finché non ho girato i primi due, anche perché non ero sicuro di riuscire a realizzare nemmeno il capitolo inaugurale (ride). Inizialmente era uno solo, poi sono diventati due e poi tre. La storia si è evoluta organicamente lungo il percorso produttivo. Per quanto riguarda ciò che ho imparato, io e Mia abbiamo potuto conoscerci meglio partendo dal primo film e arrivando all’ultimo. Qualunque progetto filmico tu faccia impari qualcosa da quell’esperienza che può esserti utile per il futuro. Quindi dopo aver girato i primi due insieme, ero più esperto di due film per realizzare il terzo”.

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Lo sguardo unico di Mia Goth nella trilogia horror

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La presenza scenica di Mia Goth.

Mia Goth è allo stesso tempo la final girl e la villain nella trilogia. Rappresenta entrambi gli aspetti di Hollywood: l’horror e il glamour. Una caratteristica particolare di questa trilogia horror su cui lavorare con lei (ha anche scritto il prequel e prodotto questo terzo film), specialmente con il suo sguardo in camera e i suoi primi piani. Il suo sguardo dice molto di quello che c’è dentro al personaggio: “Tematicamente non abbiamo mai parlato di quest’aspetto con lei, ho semplicemente cercato di scrivere il personaggio nel modo più autentico possibile. Lei approccia la recitazione in un modo molto puro e reale e abbraccia il personaggio coi suoi desideri, penso quindi che i temi a quel punto siano venuti fuori quasi naturalmente, una sorta di evoluzione automatica direi. Io ho semplicemente cercato di scrivere un personaggio femminile che non si comportasse come la classica damigella in difficoltà che si vede solitamente nei film horror. Quindi volevo che lei diventasse una minaccia tanto quanto era minaccioso chi le stava intorno”.

MaXXXine: cineaste donne e protagoniste social

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La regista de “La Puritana II” nel film di Ti West.

Il personaggio di Elizabeth Debicki – la regista del sequel horror (benvenuto meta-cinema) che vorrebbe rinfrancarsi dal genere e a cui la protagonista Maxine Minx vorrebbe partecipare a tutti i costi – strizza l’occhio ad un certo tipo di regista donna contemporaneo. Hollywood guarda alle registe e produttrici donne in modo diverso oggi oppure rimane un’industria maschiocentrica? “Sono sicuro che abbia ancora molta strada da fare ma allo stesso tempo penso che stia andando nella direzione giusta per arrivarci. Queste cose purtroppo richiedono tempo”.

La nostra intervista si chiude nell’era social in cui viviamo. Una società basata sulle immagini. Forse la X Trilogy parla anche di questo, dell’ossessione di voler essere notati e scovati, anche se siamo negli anni ’80? Risponde West: “Penso che sia un fenomeno più evidente oggi attraverso i social media ma credo anche che le persone abbiano sempre voluto essere significative ed essere viste. Penso che oggi questo sentimento sia solamente amplificato poiché ognuno di noi ha un telefono in tasca e può avere un percorso apparentemente molto più facile per diventare “importante” nel giro di una notte. Prima semplicemente questo non era pensabile o possibile. Ma è sempre stato radicato nell’umanità questo bisogno di essere guardati come si vede se stessi, o ancora per essere rilevanti in questo mondo”.