Ci sono alcune scoperte che hanno lasciato senza parole, in merito all’ereditarietà. In effetti, sembra molto più complessa di quanto sembrasse. Non si parla solo di esseri umani o animali, bensì dei batteri. Questi non solo subiscono l’influenza dell’ambiente, ma possono anche trasmettere questa “memoria” alle generazioni successive.
Un fenomeno che va oltre la semplice ereditarietà o memoria dei geni, aprendo prospettive del tutto differenti per la comprensione dell’evoluzione umana. Facendo un piccolo passo indietro nel tempo si torna alla teoria della selezione naturale di Darwin e le scoperte di Gregor Mendel. In questo caso si è creduto che le caratteristiche ereditabili fossero all’interno del DNA. È tutto cambiato? Facciamo chiarezza.
I batteri possono ereditare geni e memoria? La scoperta
Come accennato, ci sono state delle scoperte che hanno in qualche modo fatto crollare alcuni castelli. Con il progredire della ricerca nuovi elementi hanno complicato il quadro generale. L’epigenetica, per esempio, dimostra come un ambiente sia in grado di modulare l’espressione dei geni con variabili introdotte durante il loro processo evolutivo. Il team guidato dal professor Adilson Motter della Northwestern University ha svolto uno studio sul batterio E.coli, scelto appositamente per le sue caratteristiche.
Un presupposto centrale nella biologia dei batteri è che le caratteristiche fisiche ereditabili siano determinate principalmente dal DNA. Ma, dal punto di vista dei sistemi complessi, sappiamo che le informazioni possono essere immagazzinate anche a livello della rete di relazioni regolatorie tra i geni. Volevamo esplorare se esistono caratteristiche trasmesse dai genitori ai discendenti che non siano codificate nel DNA, ma piuttosto nella rete regolatoria stessa.
professor Adilson Motter della Northwestern University, autore senior dello studio
Questo studio si è concentrato sulle perturbazioni temporanee dei geni – knockout o la sovraespressione transitoria – che possono perdurare nel tempo passando di generazione in generazione. Le cellule figlie possono avere dei comportamenti diversi ma comunque possedere una eredità genetica.
Il team ha condotto questo studio in laboratorio, ma non è detto che in natura il batterio non sia in grado di produrre un effetto similare. Ciò significa che le generazioni future di batteri potrebbero presentare variazioni di ogni tipo, sollevando interrogativi importanti. Un esempio menzionato nello studio riguarda gli olandesi, che oggi hanno una maggiore propensione all’obesità se i loro padri furono esposti alla carestia durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche se i geni non sono cambiati, una sorta di memoria biologica della privazione potrebbe essere stata trasmessa, influenzando il metabolismo delle generazioni successive. Lo studio è stato pubblicato in open access sulla rivista Science Advances.