Dopo due anni di attese rispetto all’annuncio dello sviluppo, ora la nuova serie animata sul cavaliere oscuro è online su Prime Video. Questa è la nostra  recensione di Batman: Caped Crusader, un progetto che si allontana a livello temporale dal cartone degli anni Novanta, ma che lo riprende in pieno nello spirito.

Già le anteprime mostrate nei mesi precedenti di Batman: Caped Crusader avevano rivelato dei cambiamenti narrativi sostanziali. Su tutti c’è il fatto di vedere un Pinguino al femminile, ma che, nonostante qualche purista possa storcere  il naso, è perfettamente in linea con le caratteristiche del villain DC Comics.

Ritorno agli albori del cavaliere oscuro

Un’immagine del Batman della nuova serie animata.

Batman: Caped Crusader è chiaramente una serie animata che si muove sul solco del primissimo cavaliere oscuro dei fumetti, quello degli anni Quaranta. Le ambientazioni ed il tono noir sono fortissimi. Per realizzare questo  progetto si sono messi insieme tre personaggi dalla vena autoriale molto forte. Si tratta di Bruce Timm, Matt Reeves ed Ed Brubaker.

Per quanto riguarda Bruce Timm stiamo parlando del creatore della serie animata anni Novanta su Batman, che è divenuta iconica trent’anni fa, e che continua a mantenere un alone di cult che non ha smesso di coinvolgere gli appassionati. Mentre, per quanto riguarda, Matt Reeves, il regista di The Batman, sembra stia tessendo una sorta di universo narrativo compatto.

Matt Reeves è a lavoro anche sulla serie TV con  al centro il Pinguino di Colin Farrell, e che farà da raccordo tra i due lungometraggi su Batman. Reeves non sta curando solo i film sul cavaliere oscuro, ma sta mettendo mano a quasi tutte le nuove trasposizioni che riguardano il personaggio (probabilmente sarà escluso da The Brave and The Bold, che è un affare per James Gunn per il suo DC Cinematic Universe).

Infine, Ed Brubaker  è uno sceneggiatore di fumetti che trova nel noir il suo genere  più congeniale, e che ha realizzato in passato Gotham Central, che è una delle migliori produzioni sull’universo fumettistico di Batman uscite negli ultimi trent’anni.

La serie Batman: Caped Crusader è più cupa rispetto al cartone animato degli anni Novanta, ma non va molto oltre. Lo spirito della produzione ed il tono sono identici.

Ed il tocco di Ed Brubaker si sente nell’attenzione che in Batman: Caped Crusader viene dato alla centrale di polizia di Gotham ed ai suoi personaggi: da Barbara Gordon a Renee Montoya. Spiccano, infatti, le detective al femminile, che si contrappongono allo stesso cavaliere oscuro e ad un Alfred in versione investigatore, un qualcosa che è pienamente aderente con il primo canone fumettistico del personaggio.

Batman: Caped Crusader – In sviluppo la seconda stagione della serie animata Batman: Caped Crusader – In sviluppo la seconda stagione della serie animata

La serie Batman: Caped Crusader è più cupa rispetto al cartone animato degli anni Novanta, ma non va molto oltre. Lo spirito della produzione ed il tono sono identici. E ritorna, come spesso accade quando si racconta una storia sui primi anni del cavaliere oscuro, l’idea di mettere al centro Harvey Dent e la sua ricerca di gloria a Gotham prima della deriva criminale.

Batman: Caped Crusader è un’immersione un’epoca lontana, e che richiama anche un certo gusto di un periodo passato dei primi decenni del Novecento. Lo dimostra il coinvolgimento nel secondo episodio di un personaggio ispirato a Boris Karloff, i meccanismi tecnologici di Bruce Wayne che cercano di essere aderenti a quelli dello scorso secolo, ed in più ci sono tante suggestioni visive.

Così come nel cartone anni Novanta su Batman, anche questa nuova produzione offre un’attenzione particolare alle musiche, che aiutano a creare maggiore atmosfera ed una connessione più profonda con i personaggi e le situazioni. Perché uno dei pregi maggiori della serie anni Novanta su Batman è stata la sua capacità lirica. Il richiamo alla componente più intima dei personaggi.

Saper raccontare Batman

La versione femminile del Pinguino.

L’idea di Bruce Timm di riuscire a parlare di supereroi, ma con una tridimensionalità che non spesso viene utilizzata per le storie supereroistiche, si nota anche in Batman: Caped  Crusader, che si può definire come un’operazione vincente.

Interessante è anche il fatto che gli Amazon MGM Studios siano riusciti nel giro di poco tempo ad offrire delle sfaccettature completamente opposte del modo di raccontare Batman ed il suo universo narrativo. Nello scorso periodo natalizio è stato distribuito un lungometraggio animato che metteva al centro il piccolo Damian Wayne, con una versione buffa ma originale dei rapporti tra Batman e figlio.

Batman: Caped Crusader è un racconto intrigante  e che recupera le radici del personaggio come forse mai si era fatto fino ad ora. Il look del supereroe è proprio quello delle prime avventure di Bob Kane e Bill Finger, anche se c’è da dire che questa idea retro di scavare nelle radici del character è nata grazie ai film di Tim Burton.

Batman: Caped Crusader è un racconto intrigante  e che recupera le radici del personaggio come forse mai si era fatto fino ad ora.

Probabilmente, se non ci fosse stato il Batman di Tim Burton non ci sarebbe stata la serie animata anni Novanta. Bruce  Timm si è preso anche la libertà di riarrangiare il personaggio di Harley Quinn, proponendo a livello visivo un character distante da quello attualmente conosciuto.Si tratta di un qualcosa più che legittimo considerando che Harley Quinn è un personaggio nato proprio grazie alla serie animata.

In conclusione di questa recensione di Batman: Caped Crusader potremmo definire l’operazione di Amazon MGM Studios come completamente riuscita. La serie è disponibile su Prime Video.

70
Batman: Caped Crusader
Recensione di Davide Mirabello

Batman: Caped Crusader è una serie animata che riprende lo spirito del cartone degli anni Novanta creando ancora più atmosfera, e rievocando gli albori del cavaliere oscuro.

ME GUSTA
  • Le atmosfere e l'attitudine dei personaggi sono aderenti a quelli della serie animata anni Novanta.
  • La trama generale si snoda bene attraverso le dieci puntate, proponendo ad ogni episodi un tema diverso.
FAIL
  • Coloro i quali stessero cercando una serie che si caratterizzasse ancora di più rispetto al cartone degli anni Novanta non troveranno delle grandi varianti.