Dopo anni d’attesa e lo sciopero di sceneggiatori ed attori, che ha rallentato i tempi di produzione della serie, Netflix ha finalmente distribuito la prima parte di Cobra Kai 6. Peccato che sia solo la prima di una lunga serie. La stagione finale della serie dedicata karate tra le più amate di sempre è destinata ad uscire divisa in tre parti, ed il capitolo finale al momento non ha ancora una data di distribuzione. Anche se Miyagi-Do e Eagle Fang convivono nello stesso dojo le tensioni non mancano a causa di vecchie rivalità e di differenti filosofie di combattimento. Manca un nemico comune, almeno per ora, quindi lo scontro interno tra allievi ed insegnati diventa vitale per donare quel pizzico di pepe alla storia. Ecco la nostra recensione di Cobra Kai 6 – Parte 1 disponibile solo su Netflix.
Cobra Kai 6 – Parte 1: tutto quello che potete aspettarvi dalla serie
Cobra Kai è sempre stata una serie che ha fatto delle rivalità e dello sport i suoi punti di maggior spicco. Se lo sport primeggia anche in questa prima parte dell’ultima stagione, lo stesso non può dirsi della componente più pepata dello show. Daniel LaRusso e Johnny Lawrence uniscono i loro due mondi, Miyagi Do e Eagle Fang, sotto lo stesso dojo. Il dojo misto fornisce certamente nuovi spunti per la prima parte della trama della serie ma di fatto finisce per farla risultare più forzata rispetto a quanto potevamo immaginarci. Il quartetto composto da Miguel, Sam, Robbie e Tori cerca di appianare le proprie divergenze tentando di crescere imparando gli uni dagli altri. Infatti, Tori Nichols (Peyton List) e Samantha LaRusso (Mary Mouser), una volta che riescono a superare il passato e a mettere a tacere le loro rivalità, si scoprono simili e forse persino amiche. Anche Miguel Diaz (Xolo Mariduena) e Robbie Keene (Tanner Buchanan) riescono a comprendersi ed ad aiutarsi a vicenda. Chi l’avrebbe mai detto che questo quartetto avrebbe funzionato? La storia però non vi ricorda fin troppo le avventure di una qualsiasi teen drama di un film alla Disney Channel? Si, sotto molti aspetti la dinamica alla “nemici prima ed ora amici per la pelle” ricalca molte delle storie live action più amate dai fan della Disney, forse anche per questo lo show presenta un problema nel momento in cui dovrà sopperire alla mancanza di un vero villain per la stagione.
Proseguendo nel racconto del nuovo dojo idilliaco in realtà dobbiamo sottolineavi che la quiete non dura per molto. La situazione muta nel momento i cui le filosofie dei due sensei, diametralmente opposte si scontrano proprio per la mancanza di un nemico in comune. I valori più limpidi di Miyagi-Do si combinano con le tecniche di karate più violente e senza troppi pensieri di Eagle Fang, genando così per forza di cose una forte situazione di tensione tra i due sensei, condizione a cui siamo sempre stati abituati ma che ora complica ulteriormente le cose dato che i due maestri condividono lo stesso dojo. A mettere in discussione i personaggi sono le impreviste e sconcertanti rivelazioni sul passato e sulla vita privata del rispettatissimo Maestro Miyagi. Queste rivelazioni mettono in dubbio il rapporto di stima che il personaggio di Ralph Macchio ha da sempre nutrito verso il maestro e complicheranno la relazione di lavoro con Johnny Lawrence.
La situazione tesa tra i sensei non tarda a ripercuotersi sugli allievi. La tensione all’interno del dojo toccherà le stelle quando ha inizio la competizione: il Sekai Taikai, il torneo di karate più importante del mondo è nelle porte e il dojo deve selezionare molte bene i suoi atleti. Tori Nichols e Samantha LaRusso, da un alto, e Miguel Diaz (Xolo Mariduena) e Robbie Keene (Tanner Buchanan), dall’altro, dovranno sfidarsi tra di loro per ottenere il ruolo di capitano. La sfida non sarà facile.
Da elogiare è sempre il ritmo della narrazione serrato, la tensione palpabile e la magia del karate, la cui filosofia colora tutta la serie. Le sequenze d’azione sono assolutamente all’altezza delle stagioni precedenti. Lo show riesce perfettamente anche in questa stagione a fondere le sue diverse anime: da un lato, data la presenza di giovani atleti, Cobra Kai è una serie tv di formazione e sotto certi versi può tranquillamente essere considerata un teen drama, ma racchiude in se anche lati da serie comedy e ovviamente action.
Come accennato sopra, questa stagione porta con se anche importanti novità di analisi introspettiva che mettono in discussione i personaggi ed interrogano lo spettatore. Lo show, infatti, non smette di puntare sull’approfondimento dei personaggi iconici e di coloro che i fan conoscono fin dalla prima stagione o addirittura anche prima.
L’effetto nostalgia per gli amanti del classico degli anni ’80 resta. All’interno di Cobra Kai 6 – Parte 1 fanno il loro ritorno personaggi davvero molto amati dai fan del franchise e i riferimenti ai momenti iconici della saga si sprecano. Tranquilli il tutto avverrà tramite la tecnica ormai consueta dello show: i flashback, tratto distintivo di Cobra Kai e non solo. Preparatevi a gioie e dolori.
Cobra Kai si riconferma una serie adatta a tutta la famiglia, esclusi i più piccoli. È un prodotto che avendo come protagonisti sia adulti che adolescenti riesce a comunicare perfettamente ad entrambe le generazioni, rivolgendosi anche a chi non ha mai visto il prodotto originale ed al tempo stesso conquistando ancora più pubblico.
I contro di Cobra Kai 6 – Parte 1: manca un vero villain
L’unione tra Miyagi Do e Eagle Fang sotto lo stesso dojo se un lato era il sogno agognato da molti fan, che hanno atteso questo momento per 5 stagioni, dall’altro complica, e non di poco, le fila della trama di uno show che ha sempre fatto dello scontro tra due diverse visioni dello sport ed antiche rivalità il suo marchio di fabbrica; addirittura fin dal prodotto originale. Vi accorgerete che le divergenze di pensiero tra Daniel LaRusso e Johnny Lawrence devono essere per forza di cose superate per il bene dei loro allievi e quindi lo show non avrebbe mai potuto reggersi per tutta la stagione sui loro battibecchi. Per tale motivo la serie ha avuto la necessità di ricercare la componete “malvagia” altrove, risultando però in parte forzata e volutamente macchinosa.
John Kreese riesce a fuggire della prigione in maniera rocambolesca ed alquanto improbabile, possiamo tranquillamente dire che il tutto risulta poco credibile, e ora non ha intenzione di godersi la sua ritrovata libertà. Kreese è pronto a mettere all’opera il suo elaborato piano di vendetta. Ritorna così alle radici storiche dei valori del suo karate, inaugura un nuovo dojo e diventa ufficialmente il sensei di un nuovo gruppo di giovanissimi karateka senza scrupoli, proprio come il loro maestro. Il problema di questa nuova scelta di trama non ruota tanto attorno alla decisione di inserire ancora una volta un nuovo villain, dato che per come è concepita la serie a conti fatti sarebbe stato necessario, ma piuttosto concerne lo spessore e l’approfondimento del personaggio. Le motivazione che fanno agire il villain determinano la sua resa finale e la possibilità che il pubblico riesca ad empatizzare con lui e che si instauri una connessione tale da poter, per alcuni spettatori, giustificare le sue mosse. Purtroppo John Kreese in Cobra Kai 6 – Parte 1 appare come una scelta forzata dalla necessità di introdurre un nuovo vallain in fretta e furia, senza però dotarlo di una storia solita, di un passato ben costruito ed in grado di reggere di fronte a personaggi che hanno un vissuto lungo oltre 5 stagioni.
La divisione in più parti giova davvero alla serie?
Netflix si è sempre affermata nel mercato dello streaming come la piattaforma del binge watching, colei che mette a disposizione tutto e subito. I fan della distribuzione intera di una serie hanno sempre lodato Netflix per aver dato loro la possibilità di esaurire uno show in appena un giorno. Peccato che ora il modus operandi della major sia cambiato. Dalla release in una sola trance Netflix sta pian piano passando verso una distribuzione spalmata nell’arco di più mesi mediante la divisione delle sue serie di punta in più parti. Ha già utilizzato questa tecnica diverse volte e l’operazione è riuscita molto bene con Bridgerton 3.
Cobra Kai è il prodotto giusto per una simile scelta oppure è la perfetta serie da divorare tutta in un solo boccone? Noi siamo più orientati verso la seconda delle ipotesi. Cobra Kai 6 – Parte 1 ci dimostra, infatti, di essere composta da episodi molto introduttivi, idonei a sfiorare solo la superficie di quello che è davvero l’ultima stagione della serie. Cobra Kai è la serie ideale da bingewatchare d’estate all’ombra dell’ombrellone grazie all’ottimo ritmo della sua narrazione. Chissà perchè Netflix ha scelto di dividere invece lo show non solo in due (la seconda parte debutterà sulla piattaforma il 28 novembre 2024) ma in ben 3 parti, l’ultima della quale non ha ancora una data di rilascio, data che non è prevista prima dell’inizio del 2025. Forse Netflix ha in serbo per i fan dello show un finale scoppiettante e assolutamente imperdibile? Noi ce lo auguriamo perchè altrimenti la delusione sarà davvero enorme dopo tutti i mesi d’attesa.
Non possiamo che attendere la parte 2 per poter esprime un giudizio ancora più completo in merito a Cobra Kai 6, per ora confermiamo che i primi 5 episodi dello show sono un’ottima introduzione per ciò che avverrà poi e che speriamo sia una degna conclusione per uno degli show più amati dagli abbonati Netflix.
Cobra Kai 6 - Parte 1 è una buona introduzione per la stagione finale dello show. Approfondisce dinamiche storiche e personaggi amati ma delude sulla scelta e l'introduzione del villain. Riusciranno le restanti due parti a concludere in maniera scoppiettante la serie?
- L'effetto nostalgia resta costante
- I personaggi più amati vengono ancora più approfonditi
- Le sequenze dedicate al karate sono ormai iconiche
- Il villain è troppo poco tridimensionale
- Il rilascio diviso in 3 parti potrebbe deludere i fan