La popolazione mondiale è destinata a crescere fino a circa 10,3 miliardi di persone entro la metà degli anni ’80 del 2000, secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite. Attualmente, la popolazione globale è di 8,2 miliardi di persone.

Un mondo sempre più affollato

La popolazione mondiale ha superato i 7 miliardi nel 2011. Storicamente, ci sono voluti centinaia di migliaia di anni per raggiungere il primo miliardo, ma solo circa due secoli per crescere di sette volte.

La crescita demografica recente è stata largamente influenzata da un maggior numero di persone che raggiungono l’età riproduttiva, insieme a una maggiore urbanizzazione e migrazioni su larga scala.

Calcolare il numero futuro di persone non è una scienza esatta. Anzi, arrivare ad un dato preciso è virtualmente impossibile. Basi pensare che il Census Bureau ha stimato il superamento degli 8 miliardi di persone a settembre del 2023, mentre l’ONU aveva comunicato il superamento del traguardo con quasi un anno di anticipo.

Ma il trend è in calo

Oggi si stima che la popolazione mondiale sia superiore agli 8 miliardi di persone. La previsione di raggiungere e ampiamente superare quota 10 miliardi nel corso dei prossimi decenni può far impallidire, ma la realtà è che si tratta di un dato ampiamente in calo rispetto alle precedenti previsioni delle Nazioni Unite.

Nel 2013, e quindi poco più di un decennio fa, l’ONU aveva stimato che la popolazione mondiale avrebbe superato gli 11 miliardi di persone. La nuova stima, dunque, rivede in negativo la proiezione di ben 700 milioni di persone. Ed è proprio quest’ultimo il dato su cui fare più attenzione: i trend demografici globali stanno cambiando ad una velocità impressionante.

Oggi il 28% della popolazione mondiale abita in uno dei Paesi – sono 63 – dove l’ONU stima che sia già stato raggiunto il picco demografico: di qui in avanti la popolazione può solo diminuire. E diminuirà. Uno dei crolli demografici più importanti – se non altro in termini assoluti – ha colpito la Cina, dove il tasso di fertilità è diminuito molto rapidamente nel corso degli ultimi decenni. L’Italia, con un tasso di fertilità di 1,25 nascite per donna, è uno dei Paesi più problematici: la popolazione sta invecchiando rapidamente, con il rischio di conseguenze drammatiche sul tessuto produttivo e sulla tenuta del sistema previdenziale.