Lo sviluppo della tecnologia ha portato i ricercatori del MIT, ovvero del Massachusetts Institute of Technology, a testare una nuova protesi grazie alla quale poter vivere una nuova ed entusiasmante esperienza di vita. Coloro che quindi si trovano purtroppo a dover utilizzare le protesi per gambe potranno farlo abbandonando le vecchie protesi, a causa delle quali si sentivano impacciati e un po’ imbranati, per affidarsi a delle nuove protesi da poter controllare con il cervello. E quindi semplicemente utilizzando i propri pensieri.

Le prove effettuate nel corso dello studio, effettuato su sette pazienti, hanno portato fino ad ora degli ottimi risultati. I ricercatori hanno anche voluto precisare che in seguito all’intervento i pazienti hanno manifestato una minima atrofia muscolare e una riduzione del dolore. La loro speranza adesso è che questa gamba bionica possa diventare commerciale entro cinque anni.

Come funziona la nuova gamba bionica

Lo studio effettuato dai ricercatori del MIT ha consentito di poter evidenziare come coloro che indossano questa nuova gamba bionica hanno la possibilità di camminare in modo quasi del tutto naturale grazie ad un ottimo livello di controllo cerebrale. A controllare il movimento è infatti il sistema nervoso umano.

Protesi: nuova soluzione ottimizza controllo muscolare Protesi: nuova soluzione ottimizza controllo muscolare

Entrando più nel dettaglio della questione, e volendo quindi chiarire quale tecnica chirurgica si trova alla base di questa nuova gamba bionica, possiamo senza alcun problema affermare che questa ha un nome ben preciso ovvero interfaccia mioneurale agonista-antagonista, indicata anche con la sigla AMI. Questo intervento consente di poter ricollegare i nervi e i muscoli presenti nell’arto rimasto.

E proprio grazie ai segnali che arrivano dai muscoli riuniti, chi indossa tale gamba bionica potrà decidere come utilizzarla. E quindi controllare ad esempio la rotazione del piede, la flessione, ecc… Molto importante è precisare che solo in seguito all’intervento AMI l’interfaccia neuroprotesica entra in azione. Per rilevare, e allo stesso tempo monitorare, le contrazioni muscolari vengono utilizzati degli elettrodi sull’arto rimasto.