L’autorità sanitaria statunitense ha autorizzato Neuralink, la società di neurotecnologia fondata dal miliardario Elon Musk, a impiantare il suo rivoluzionario chip cerebrale in un secondo paziente. Questa decisione segue un problema riscontrato nel primo paziente, che Neuralink ha proposto di risolvere con un’innovativa soluzione tecnica. Il Wall Street Journal ha riportato la notizia, sottolineando le aspettative elevate per i prossimi sviluppi.
Problemi tecnici e soluzioni innovative
All’inizio del mese, Neuralink ha annunciato che i sottili microelettrodi impiantati nel cervello del primo paziente avevano subito uno spostamento. Secondo quanto riportato da Reuters, l’azienda era a conoscenza della possibilità che questi potessero ritirarsi, un problema emerso durante i test su animali. Per risolvere la questione, Neuralink intende inserire alcuni dei micreettrodi del dispositivo più in profondità nel cervello, una mossa strategica che dovrebbe garantire maggiore stabilità e funzionamento del sistema.
Piani futuri
Neuralink prevede di impiantare il dispositivo nel secondo paziente a giugno e mira a raggiungere un totale di 10 impianti entro la fine dell’anno. L’articolo del Wall Street Journal indica che oltre 1.000 tetraplegici si sono già iscritti al registro dei pazienti, dimostrando l’enorme interesse e la potenziale domanda per questa tecnologia rivoluzionaria. Oltre agli Stati Uniti, Neuralink ha intenzione di espandere le sue sperimentazioni anche in Canada e nel Regno Unito nei prossimi mesi, sottoponendo le richieste di autorizzazione alle rispettive autorità di regolamentazione.
Dichiarazioni della FDA e riservatezza
La Food and Drug Administration (FDA) ha dichiarato di non poter discutere o divulgare informazioni relative alle richieste di sperimentazione sull’uomo o agli studi collegati specifici di Neuralink. La società stessa non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento da parte di Reuters. Neuralink aveva già annunciato a febbraio che il primo paziente con il chip cerebrale impiantato era riuscito a controllare il mouse di un computer utilizzando solo il pensiero, senza riportare effetti negativi. Un traguardo molto significativo che sottolinea il potenziale della tecnologia di interfaccia cervello-computer (BCI).
Mentre l’azienda lavora per risolvere i problemi tecnici riscontrati, le prospettive per il futuro della neuro tecnologia appaiono sempre più promettenti. La possibilità di controllare dispositivi elettronici con il pensiero potrebbe rivoluzionare la vita di milioni di persone, offrendo nuove speranze e opportunità per chi soffre di gravi disabilità. Con l’espansione delle sperimentazioni in nuovi mercati internazionali, il sogno di Elon Musk di una simbiosi tra cervello umano e intelligenza artificiale sembra sempre più vicino a diventare realtà.