Kingdom Come Deliverance II: un ritorno inatteso ma graditissimo

Kingdom Come Deliverance II

A inizio 2018 il mondo degli RPG si arricchì di un titolo outsider realizzato da un piccolo ma agguerrito team di sviluppo, i Warhorse Studios. Si trattava di Kingdom Come Deliverance, ambientato nel medioevo e caratterizzato da una certa dose di realismo, cosa che in un genere dominato da titoli fantasy va subito a crearsi una nicchia di fan stanchi di draghi e magie. Si trattava di un gioco non esente da difetti e ingenuità ma estremamente genuino e curato, che esaltava la libertà d’azione. Nel 2024, a sorpresa, Warhorse rispolvera il effettivo “cavallo di battaglia” con un inaspettato sequel diretto, che ne espande a dismisura gli orizzonti: Kingdom Come Deliverance II, atteso su PC, PlayStation 5 e Xbox Series S|X.

Il ritorno di Henry of Skalitz

Kingdom Come Deliverance II

Abbiamo avuto modo di partecipare a una preview online a porte chiuse prima dell’annuncio ufficiale, in cui ci sono state anticipate alcune delle caratteristiche del nuovo gioco, anche se non ancora in maniera estesa. La finestra di lancio è difatti ancora ampia (un generico ‘nel corso dell’anno‘) e ci sarà tempo per anticipazioni più dettagliate. Purtuttavia, la presentazione è stata assai godibile perché alternava spezzoni di gioco, cinematiche e dietro le quinte della realizzazione, introdotte dal portavoce di Warhorse Studios, Tobias Stolz-Zwilling, nonché dai due attori che incarnano i protagonisti della vicenda: Tom McKay (Henry) e Luke Dale (Hans).

Kingdom Come Deliverance II

Come accennato prima, Kingdom Come Deliverance II è un seguito diretto del primo episodio, che si concludeva del resto in maniera molto aperta: ancora non sappiamo quanto sarà preferibile aver effettivamente giocato anche al primo titolo per godersi appieno la storia, né se eventuali salvataggi precedenti influiranno in tal senso, à la The Witcher. Ad ogni modo, ritroviamo Henry e Hans, il cui rapporto assumerà dei contorni quasi da “bromance” in questo nuovo capitolo, che vedrà gli orizzonti della storia allargarsi a dismisura e portare il nostro ex umile signor nessuno a potersi effettivamente confrontare con lo strapotere di Sigismondo e le conseguenze della debolezza di Re Venceslao. Sarà la volta buona che diventa Lord… o quantomeno che vendica la famiglia? Lo scopriremo presto, ma non prima di diverse decine di ore di gioco: Stolz-Zwilling ha specificato che la grandezza del mondo di gioco (e, direttamente, delle sue possibilità) è cresciuta in modo esponenziale, e non parliamo naturalmente solo del raddoppio delle ore di filmati presenti in-game.

Kingdom Come Deliverance II

Se per il primo titolo lo studio di sviluppo ha dovuto fare di necessità virtù, ridimensionando le sue enormi mire in funzione della ridotta forza lavoro e altrettanto limitate risorse (tirando fuori sangue da una rapa, letteralmente) con sei anni a disposizione, un team ben più numeroso e fondi maggiori il risultato si vede: il CryEngine appare molto responsivo e adatto agli scopi del gioco, con personaggi ben definiti e piuttosto verosimili e ambientazioni realistiche ispirate a veri paesaggi boemi.

Qui si nasconde uno dei probabili punti di forza del gioco: non stiamo parlando di un’ambientazione “medievaleggiante standard” ma di un contesto specifico e, a suo modo, incantevole, tutt’altro che limitata a paludi e villaggi nel segno dei ‘secoli bui’ ma anche di boschi incontaminati e grandi città mitteleuropee al culmine del gotico. La cattedrale di Kutna Hora, nella quale hanno registrato il loro intervento McKay e Dale, ne è un perfetto esempio, visitabile anche in gioco.

Ogni singolo aspetto del predecessore ha subito una qualche espansione, rendendo Kingdom Come Deliverance II pienamente meritevole del titolo di “gioco di ruolo” di cui oramai si fregiano un po’ tutti, “basta ci siano due statistiche nel level up dei personaggi”, anche quando la trama è predisposta su binari molto fissi. KCD II, invece, per quanto ancora non sappiamo se prevedrà possibili finali alternativi, lascerà piena libertà ai giocatori riguardo allo sviluppo del personaggio. Henry of Skalitz sarà completamente customizzabile non solo a livello visivo ma potrà indulgere in hobby e allenamenti di ogni tipo, dalla metallurgia al tiro con l’arco, in modi che poi andranno anche a trovare riscontro sul campo di battaglia, potendo dunque lanciarsi in azione a piedi o a cavallo, brandendo ogni tipo di arma e prediligendo tanto il corpo a corpo quanto lo stealth e il combattimento a media e lunga distanza… è previsto anche il debutto delle prime, rudimentali bocche da fuoco personali!
Altro elemento RPG che non vediamo l’ora di testare è il sistema di moralità e conseguenzialità: a ogni azione del nostro personaggio seguiranno le reazioni degli astanti e anche semplicemente il modo in cui il nostro Henry si concerà per andare in giro susciterà reazioni positive o negative sugli altri PNG.

Kingdom Come Deliverance II – per quel poco che abbiamo potuto vedere nella piccola (ma graziosa) presentazione alla stampa – promette di essere un titolo meritevole di attenzione, attesa e inserimento in wishlist, date le solide basi su cui si fonde e il palese impegno e affetto degli sviluppatori profuso nel progetto. Restano alcune incognite riguardo la solidità della trama in un contesto così realistico, il gameplay in prima persona (immersivo ma limitante e poco pratico) e l’effettiva densità del mondo di gioco, ma gli elementi da vero gioco di ruolo, l’ambientazione e la cura per i particolari e la cinematograficità del tutto ci fanno davvero ben sperare.

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