Partiamo da un presupposto nella nostra recensione di LOL 4, lo show original italiano Prime Video dei record, del popolare show giapponese Documental, prodotto e interpretato da Hitoshi Matsumoto. Se in Ratatouille della Pixar lo chef Gusteau diceva “Non tutti possono essere dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in ognuno di noi” ci sentiamo di dire che questa massima non può certamente essere applicata alla comicità, soprattutto in Italia. Partiamo da un secondo presupposto: ridere è qualcosa di estremamente soggettivo, una reazione che non è facile prevedere e soprattutto provocare, tra chi è più “snob” e difficile, e chi invece è più nazional-popolare e avvezzo al riso.
Fatta questa dovuta (doppia) premessa lo diciamo: secondo noi LOL è la dimostrazione che in Italia abbiamo un problema con il talento nella comicità, soprattutto nel passaggio generazionale che come in altri campi artistici non riesce davvero ad avvenire, con “vecchie guardie” che non vogliono lasciare a nessun costo la poltrona e nuove leve che faticano a distinguersi e farsi notare. Detto questo, non possiamo dire di non aver mai riso durante la visione di LOL 4, saremmo disonesti. Però è stato più un passatempo che un vero e proprio binge watching appassionato.
LOL 4, chi doveva far(ci) ridere?
LOL 4 è appunto la quarta edizione dello show di successo che ha fatto impazzire tutti (o quasi) in Italia alla sua prima edizione, grazie al format semplice ma efficace (non nostro), ma che già alla seconda annata aveva iniziato a mostrare una veloce debacle che confermava la mediocrità di cui sopra e arrivati alla quarta edizione possiamo dire che sicuramente, finito l’effetto novità, il programma stia vivendo un periodo di stallo e stanca. Allo stesso tempo, hanno provato a rinverdirlo con uno show spin-off e “prequel”, ovvero LOL Talent Show: chi fa ridere è dentro: un bel gioco di parole con il motto del programma principale, “Chi ride è fuori”, lo ammettiamo. L’obiettivo? Cercare il decimo concorrente tra i nuovi aspiranti comici italiani durante un tour con varie tappe in giro per l’Italia. Forse sarebbe stato più giusto far passare un po’ di tempo tra la messa in onda dello spin-off e dello show principale, e non bruciarseli insieme così presto di fronte al pubblico a casa, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che autori e produttori avranno voluto battere il ferro finché era caldo, come si suol dire.
LOL 4, un cast pieno di comicità… latente
A provare a far ridere i colleghi nel cast di LOL 4 sono stati chiamati dieci nuovi concorrenti: Diego Abatantuono, Loris Fabiani (alias Lunanzio, vincitore della prima edizione di LOL: Talent Show), Edoardo Ferrario, Angela Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone, Lucia Ocone, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria e Rocco Tanica. Sei ore chiusi in una stanza con un montepremi in palio di 100.000 euro da devolvere a favore di un ente benefico a scelta del vincitore. Dieci non sono pochi – al pari delle precedenti edizioni – e questo ci fa chiedere quanto ancora potranno andare avanti, dato che i nomi forse si esauriranno presto.
Ciò che è emerso fin dalla prima annata di LOL è proprio questo: i comici cercano di far ridere i colleghi attraverso i propri tormentoni e personaggi storici, con qualche gag preparata ad hoc per l’occasione, piuttosto che sfruttare ciò che hanno intorno a sé nella stanza e ciò che succede interagendo con gli altri: questa secondo noi dovrebbe essere la vera dimostrazione di bravura di un comico. Ci rendiamo conto che non sia facile ma ci sembra anche la base per un buon “creatore di risate” oggi.
LOL 4, regole e risate
Le regole di LOL 4 sono: alla prima risata un ammonimento, alla seconda un’eliminazione, insieme ad alcune novità, come la perla che permette cinque minuti di risata libera a un concorrente scelto dalla control room. O ancora Lillo (oramai onnipresente su Prime Video) che svolge il ruolo di co-conduttore insieme agli inossidabili Fedez e Frank Matano, ma soprattutto di disturbatore (era meglio Maccio) nelle vesti di overacting coach (l’idea è buona ma andava gestita in modo più fluido). Tanti sono gli elementi aggiunti ed inseriti per provare a destabilizzare il cast e mettere pepe all’interno di un programma altrimenti fattosi piatto, una sequela di gag indirizzate soprattutto a rompere la routine e svegliare lo spettatore: tra questi non possiamo non citare il pubblico che ride più o meno sguaiatamente di fronte ai concorrenti.
Tra questi ultimi, invece, ci sono sembrati tutti partecipi, chi più chi meno, eccezion fatta per Diego Abatantuono: è chiaro dal primo all’ultimo minuto che non avesse nessuna voglia di stare lì, e questo è uno dei peggiori disservizi verso lo spettatore. Una doppia menzione speciale invece va a due giovani, forse gli unici tra tutti che hanno provato a sfruttare continuamente ciò che avevano intorno piuttosto che propri personaggi extra-LOL per provare a far ridere i colleghi: Aurora Leone (tacciata in altre occasioni di essere la The Jackal meno divertente, presente solo come quota rosa, eppure qui ci sembra quella che si è sforzata di più) e Edoardo Ferrario, una delle poche voci stand-up comedian di oggi a distinguersi nel mare magnum generale. Un abbraccio invece va a Claudio Santamaria per essersi saputo mettere in gioco ancora una volta, e a Maurizio Lastrico con il quale ha creato un cortocircuito con Call My Agent – Italia per gli ossessionati dalla meta-televisione come chi scrive (chi ha visto la serie, sa).
LOL 4, una conduzione piatta?
Forse perché oramai si tratta di un format conosciuto e rodato in tutta Italia, c’è meno effetto sorpresa anche nella control room, che commenta quanto accade nella stanza di LOL in modo quasi distaccato, oppure al momento di dare tanto i cartellini gialli quanto nell’annunciare le eliminazioni, con meno dispiacere da parte di chi se ne va, meno risate fragorose che non si riuscivano a trattenere, meno insomma giro della morte della risata che attraversi lo schermo e faccia ridere a crepapelle il pubblico. Ma forse siamo noi che ci stiamo sbagliando, pretendiamo troppo e in realtà gli spettatori si sono molto divertiti. Eppure anche i momenti più teoricamente improvvisati – come Fedez che diviene concorrente a sorpresa per smuovere le acque – ci sono sembrati fin troppo preparati. Peccato.
Come abbiamo spiegato nella recensione di LOL 4, se le premesse erano che la comicità è qualcosa di molto soggettivo e che in Italia crediamo manchino oramai comici davvero talentuosi nell’improvvisazione, le conclusioni sono che il format dopo l’effetto novità della prima edizione si è arenato in un livello di stanca e stallo che lo rende oggi un programma di semplice intrattenimento durante i pasti. Davanti a un Diego Abatantuono visibilmente indifferente nello stare lì dentro, spiccano paradossalmente i comici più giovani come Aurora Leone ed Edoardo Ferrario che invece di proporre cavalli di battaglia (forse perché ancora non li hanno?) sono costretti ad adoperarsi con ciò che hanno intorno, che dovrebbe secondo noi essere il vero scopo di LOL.
- Alcune novità tra control room e stanza della gara.
- Aurora Leone e Edoardo Ferrario si sono distinti per provare almeno ad improvvisare con ciò che avevano intorno.
- Il format è oramai rodato…
- …tanto da diventare oramai canonico e già visto, anche quando prova a rinnovarsi.
- I cavalli di battaglia della “vecchia guardia”: sempre divertenti, ma bisogna sfruttare LOL.
- L’indifferenza di Diego Abatantuono.