Fabbricante di lacrime: differenze e analogie tra libro e film

I fan di Erin Doom non avranno di certo bisogno di presentazioni dato che sapranno già che dal 4 aprile su Netflix è approdato l’adattamento cinematografico del romanzo più venduto in italia nel 2022. Fabbricante di lacrime ora è un film live action disponibile sul catalogo di Netflix e completamente made in Italy. Proprio perché si tratta di una trasposizione dalla carta stampata allo schermo il rischio che Netflix ha corso è stato enorme. Sarà stato ripagato? I fan del romanzo hanno apprezzato il film oppure hanno riscontrato troppe lacune ed eccessivi tagli di scene considerate da loro fondamentali? Ecco la storia del successo di Fabbricante di lacrime ed il nostro confronto privo di spoiler tra libro e film. 

Fabbricante di lacrime: la storia di un caso editoriale

Come vi accennavamo in apertura Fabbricante di lacrime è il libro che ha venduto più copie nel territorio nostrano nel corso del 2022. Sono state ben 450.000 le copie vendute del romanzo più celebre di Erin Doom. Si tratta di un vero e proprio record e di una situazione che merita di essere analizzata ed approfondita nei dettagli, dato che a conti fatti risulta davvero interessante e d’auspicio per il futuro. 

Fabbricante di lacrime nasce su Wattpad nel 2017. Wattpad forse molti non scrittori o non appassionati di fanfiction non sarà nota ma si tratta di una piattaforma che consente agli scrittori di pubblicare gratuitamente i loro romanzi, per intero o ad episodi, permettendo così di farsi il loro pubblico. Negli ultimi anni Wattpad è stata fonte di grande ispirazione per le case editrici dato che molte autrici italiane degli ultimi tempi sono state scoperte proprio grazie a questa piattaforma. Il social degli scrittori per eccellenza funge da trampolino di lancio per autori emergenti che però hanno già un loro seguito e su cui le case editrici italiane posso puntare avendo più o meno già la certezza del successo editoriale del manoscritto che andranno a pubblicare. Il perché è presto detto: i fan delle autrici Wattpad sono solitamente subito pronti ad acquistare il libro della loro autrice del cuore finalmente pubblicato da una grande casa editrice. Avere la copia fisica di una storia che si è tanto amata è emotivamente molto importante dal punto di vista psicologico per un lettore perché aumenta la vicinanza tra spettatore e storia. Il formato cartaceo consente al lettore di percepire la storia come più vicina a lui. 

Su Wattpad emerge anche Erin Doom, anche se all’epoca non si chiamava nemmeno Erin Doom. Sul finire del 2017 l’autrice approda sul social con il nickname DreamsEater e pubblica la sua prima storia ed episodi. Sarete stupiti di sapere che non si trattava di Fabbricante di lacrime. Il romanzo in questione è Il modo in cui cade la neve, libro che non arriverà subito nelle librerie italiane con Salani, nonostante il grande successo sulla piattaforma. La storia tiene compagnia ai lettori di Wattpad fino ad agosto 2018. È soltanto nell’autunno dello stesso anno che l’autrice annuncia la pubblicazione sempre su Wattpad di Fabbricante di lacrime, romanzo che nel 2019 vince il premio della piattaforma nella categoria romance nonostante non sia nemmeno concluso. Infatti la conclusione della storia arriverà solo nella primavera del 2020. Il 2020 è l’anno decisivo per la futura Erin Doom dato che decide di pubblicare l’intero romanzo in selfpublishing salvo poi ritirarlo dallo store online il giorno dopo la pubblicazione perché nel mentre era arrivata la chiamata da parte di Salani. 

Ma quali sono le ragioni del vero successo del romanzo? Diverse e tutte piuttosto incastrate tra di loro. In primis l’anonimato dell’autrice. Come abbiamo visto Matilde, vero nome di Erin Doom, ama essere riservata e celarsi dietro ad uno pseudonimo. La scrittrice emiliana fino all’intervista con Fazio del 2023 ha mantenuto riserbo circa la sua vera identità. Lo ha fatto per preservare i suoi cari e la sua scrittura. Ha dichiarato che preferiva vivere il suo successo come scrittrice nei panni di Erin Doom piuttosto che di Matilde, per conservare la sua vita privata precisamente privata. Si definisce riservata e timida e lo pseudonimo, studiato assieme a Salani, le ha consentito di preservare la sua personalità e non intaccare la sua carriera. Solo quando ha deciso di non privarsi delle emozioni generate dall’incontrare con i suoi lettori ha scelto di mostrare il suo volto pubblicamente nella primavera del 2023 a Che tempo che fa. Da allora l’autrice partecipa ad eventi pubblici, tra cui tutte le attività stampa di promozione del film. 

L’anonimato ha giovato non poco alla pubblicazione di Fabbricante di lacrime. Sappiamo bene che i misteri circa le identità degli autori piacciono ai lettori. Non sapere chi ha scritto una storia a volte diventa il motivo principale per cui un lettore si incuriosisce e sceglie di leggerla, per poi immaginare chi ha scritto quelle parole. 

In secondo luogo, il fatto che Fabbricante di lacrime potesse già contare su un pubblico superiore ai 2 milioni di lettori su Wattpad significava per Salani vendite certe del romanzo. La community dell’autrice era forte ben prima di approdare nelle librerie e si è infoltita poi, arricchendosi di lettrici e lettori soprattutto giovani e giovanissimi. Il BookTok è stato la fonte principale del passaparola una volta che Fabbricante di lacrime è arrivato in libreria. Del romanzo se ne è parlato in tutte le salse: c’è chi lo ha amato e lodato e chi l’ha accusato di essere fonte di sostegno a storie tossiche e incestuose. In entrambi i casi la pubblicità c’è stata dato che tutti nel 2022 parlavano su TikTok di Fabbricante di lacrime, spingendo così sempre più lettori ad acquistare il romanzo anche solo per poter farsi una propria idea e giudicare a loro volta. 

Tutti quelli appena esposti sono stati gli ingredienti che hanno composto il cocktail vincente di Fabbricante di lacrime ed hanno spinto Netflix ad acquistare la pellicola che sarebbe dovuta uscire al cinema nel 2023 ed ora invece è parte integrante del catalogo della piattaforma dalla grande N. Complimenti a Salani per la perspicacia di aver saputo cogliere il romanzo giusto al momento giusto ed a Netflix per aver compreso le potenzialità di una simile storia. A prescindere dai vostri gusti (e da quelli di chi scrive) è innegabile che Fabbricante di lacrime il film sia un’ottima scelta di marketing: chiunque lo guarderà anche solo per criticarlo. 

Film vs romanzo: cosa funziona e cosa non convince?

Fabbricante di lacrime

Oltre a ciò che vi abbiamo adeguatamente raccontato sopra, la ragione fondamentale del successo iniziale di Fabbricante di lacrime è rappresentata dalla sua storia. Fabbricante di lacrime si inserisce nel filone delle storie d’amore che ora gli adolescenti amano leggere e vedere sul grande e piccolo schermo: quelle caratterizzate da amori tormentati e proibiti in cui la proibizione è rappresentata dai protagonisti stessi, personaggi che hanno alle spalle un passato difficile. Non a caso Fabbricante di lacrime è stato definito il nuovo Twilight all’italiana, alludendo al successo dell’opera della Meyer ma anche ai toni cupi del racconto. 

Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si racconta da sempre una leggenda: quella del Fabbricante di Lacrime, un misterioso artigiano, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole. Il suo sogno più grande, sta per avverarsi: i coniugi Milligan hanno avviato le pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune, la convivenza tra loro sembra impossibile… ma gentilezza e rabbia sono solo due diversi modi di combattere il dolore e saranno destinati a diventare l’una per l’altro proprio quel Fabbricante della leggenda. Al Fabbricante non puoi mentire e loro dovranno trovare il coraggio di accettare quella forza che li attrae che si chiama amore.

La relazione proibita tra Rigel e Nica, il passato tormentato e difficile tra i due e la leggenda del Fabbricante sono la combinazione ideale per far amare una storia alle adolescenti di oggi, ma forse anche degli anni passati. Erin Doom ha compreso cosa poteva piacere al suo pubblico e lo ha accontentato costruendo una storia con uno stile artificioso che ambisce ad essere poetico e sensoriale ma non ci riesce del tutto. Forse il racconto è persino troppo prolisso per i fatti che in fin dei conti si profila di raccontare e non presta le giuste attenzioni alle problematicità del personaggio di Rigel, che non viene mai condannato del tutto. 

La base di partenza del film è proprio il romanzo della Doom che in fase di sceneggiatura è stato adattato senza grandi cambiamenti. Si tratta di un adattamento che mantiene le vibes, lo stile del racconto ed i toni della Doom quasi in maniera pedissequa. Nonostante ci siano dei cambiamenti necessari dal passaggio tra un media e l’altro la storia ed il messaggio del romanzo retano intatti. Siamo certi che alcuni fan dell’autrice lamenteranno l’assenza di alcune scene del romanzo tra Rigel e Nica, così come saranno dispiaciuti per il cambio avvenuto nel film in merito alla scena sul ponte. Tuttavia questi cambiamenti erano inevitabili per poter far rientrare la pellicola all’interno di un minutaggio accettabile e non far durare il film 10 ore o più. 

Possiamo dirvi però che forse a volte distaccarsi dalla carta giova ai lungometraggi. Quello che magari rende sulle pagine non è detto che renda allo stesso modo anche sullo schermo. Infatti Fabbricante di lacrime è un chiaro esempio del fatto che l’enfatizzazione eccessiva ed i dialoghi forse troppo forzati non arrivano davvero a creare quella sensazione di tormento di cui la pellicola avrebbe bisogno. La storia tra Nica e Rigel nel film perde parte del tormento nel romanzo perché la pellicola, mediante regia e colonna sonora, è troppo dedita ad evidenziare le vibes tetre e cupe del romanzo. 

Fabbricante di lacrime

La pellicola commette l’errore di dimenticare completamente alcuni comportamenti del protagonista maschile. Rigel è un’enorme “red flag”, termine utilizzato dagli appassionati lettori per indicare quei protagonisti altamente da evitare nella vita reale, e anche se all’interno del lungometraggio sono presenti diverse scene che lo evidenziano il film non finisce mai per condannarlo ma anzi lo giustifica più e più volte, dimenticando persino alcuni atti di bullismo a danno di personaggi secondari. Forse andavamo meglio scritte le ragioni per cui Rigel interagisce in maniera violenta con i soggetti maschili che si interfacciano con la protagonista? La gelosia di Rigel è palese ma mai ostacolata o denunciata nella storia. Cosi come poco approfondite sono le co-protagoniste femminili amiche di Nica, che sul finale vengono completamente dimenticate a loro stesse in favore della storia d’amore tra i due protagonisti principali. 

In conclusione Fabbricante di lacrime è un film che potrebbe piacere tanto ai fan del romanzo che non si attendono di vedere l’intero libro trasposto in formato live action; mente dall’altro lato non soddisferà chi aveva riscontrato già problematico il romanzo, visto che la versione in carne ed ossa della storia presenta alti picchi di surrealismo. Sicuramente è un film di cui i social e la carta stampata parleranno per tutto il mese d’aprile e che sarà un successo a livello di visualizzazioni assicurato. Non possiamo garantire la stessa sorte per la critica della pellicola, dato che purtroppo presenta diverse lacune. 

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