Una mappa 3D con la più grande porzione di Universo mai realizzata è la novità per studiare meglio la materia oscura. Questo strumento interessa i quasar, i buchi neri supermassicci, oggetto di ricerca da parte della New York University (NYU), un’università privata che si trova a New York. Gli astronomi che lavorano presso questa università hanno utilizzato il telescopio spaziale Gaia dell’Esa per presentare aggiornamenti sul quasar, ossia:
un buco nero supermassiccio molto luminoso, distante e attivo, con una massa da milioni a miliardi di volte quella del Sole.
NASA
I quasar sono attivi nel nucleo delle galassie, e la nuova mappa 3D consente di scoprire la posizione e le distanze dei buchi neri supermassicci nella più grande porzione di Universo finora oggetto studio. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista The Astrophysical Journal con l’obiettivo di chiarire i misteri che avvolgono la materia oscura, la quale circonda le galassie con i quasar al centro. La materia oscura si trova in forma di aloni di dimensioni enormi.
I dati provenienti dalla missione Gaia dell’Esa non si riferiscono solo alle stelle della nostra galassia, ma anche a ciò che si trova al di fuori della Via Lattea. In questo caso, 1,3 milioni di quasar osservati con il telescopio spaziale sono stati inseriti in una mappa tridimensionale, che ne valuta con precisione le distanze. I dati dalla missione Gaia dell’Esa sono stati associati a quelli del Wide-Field Infrared Survey Explorer della NASA e della Sloan Digital Sky Survey. Grazie a questa sinergia di risorse, è stato possibile ottenere risultati molto accurati.
Questa mappa potrebbe essere la chiave di volta per misurare le forze di aggregazione della materia e l’espansione dell’Universo. Al fine di facilitare l’interpretazione dei dati raccolti, i ricercatori hanno messo a punto una seconda mappa. Questa aiuta a prevedere in quale posizione polveri, stelle o altri corpi possano ostacolare l’individuazione di alcuni quasar.