Night Swim, la recensione: sotto la superficie tra horror e tragedia

Night Swim, la recensione: sotto la superficie tra horror e tragedia

Iniziamo la recensione di Night Swim, diretto da Bryce McGuire, dicendo che il film si inserisce in un mese tradizionalmente difficile per gli appassionati di horror, offrendo una storia che si distingue per la sua combinazione di elementi spaventosi e una profonda riflessione sulle dinamiche familiari.

La trama segue la famiglia Waller mentre si trasferiscono in una nuova casa. Il padre, Ray (interpretato magistralmente da Wyatt Russell), è una stella del baseball affetto da sclerosi multipla, ma coltiva ancora il sogno di giocare di nuovo un giorno. Sua moglie, Eve (Kerry Condon), è più che in grado di occuparsi delle cose in casa, dato che la carriera di Ray lo ha tenuto lontano per giorni e settimane. I loro figli, Izzy e Elliot, sono desiderosi di stabilirsi in una nuova scuola, sperando di poter finalmente giocare a uno sport. Ma la nuova casa ha una caratteristica speciale: una piscina magica, il cui segreto verrà svelato solo in seguito.

Sebbene la classificazione PG-13 di Night Swim assicuri che le immagini non vadano troppo oltre, il debutto alla regia di McGuire è comunque inquietante. La sequenza d’apertura, in cui una bambina cade vittima della misteriosa piscina, è particolarmente terrificante, stabilendo perfettamente il tono del film. Le migliori scene di terrore sono quelle che si celano appena oltre ciò che possiamo vedere, sia ai margini della piscina che nelle azioni dei personaggi. Di seguito il trailer pubblicato su YouTube:

Ma ciò che sorprende di più è il sottotrama legato al baseball. Ray non è necessariamente un cattivo padre, ma è evidente che la sua passione per il baseball ha lasciato poco spazio nel suo cuore o nella sua mente per qualsiasi altra cosa. Ha spostato costantemente la sua famiglia, è stato assente per enormi porzioni della vita dei suoi figli e ha persino mancato la nascita del primo figlio perché era in campo. Questa narrazione offre uno sguardo profondamente intimo e commovente sulla dinamica familiare, arricchendo ulteriormente il contesto dell’orrore che si sviluppa attorno alla piscina.

Le migliori scene di terrore sono quelle che si celano appena oltre ciò che possiamo vedere, sia ai margini della piscina che nelle azioni dei personaggi.

Ma il cuore del film risiede nella piscina stessa, collegata a una sorgente magica che un tempo era oggetto di culto. Qui, McGuire si addentra in tematiche più oscure, mettendo in discussione i desideri più profondi e le scelte che siamo disposti a compiere per realizzarli. Night Swim esplora il punto in cui Ray è disposto a mettere la sua passione per il baseball dietro alla sua famiglia, anche se non si rende conto dei modi in cui lo fa. Questa narrazione offre uno sguardo affascinante e riflessivo sulla priorità dei desideri e sulla responsabilità genitoriale, sollevando domande che vanno oltre la semplice trama horror.

Anche se la conclusione del film può non essere all’altezza delle sue premesse più intriganti, Night Swim rimane una visione affascinante e coinvolgente. Offre un mix unico di elementi horror e riflessioni familiari che lo rendono un’aggiunta significativa al panorama dell’horror di gennaio. Nonostante non sia il film più spaventoso sulle creature fameliche e gli antichi dei, Night Swim cattura l’attenzione con la sua profonda umanità e la sua narrazione avvincente.

Questa narrazione offre uno sguardo affascinante e riflessivo sulla priorità dei desideri e sulla responsabilità genitoriale, sollevando domande che vanno oltre la semplice trama horror.

Non solo horror…

Night Swim, la recensione: sotto la superficie tra horror e tragedia

Night Swim dicendo che affronta coraggiosamente un sottogenere di film horror che potrebbe sembrare limitato e poco plausibile: il terrore legato a una piscina infestata. Tuttavia, sotto la regia di Bryce McGuire, questo film debutto si distingue per la sua capacità di sfruttare appieno le potenzialità di un’ambientazione in apparenza ordinaria, trasformando una piscina suburbana in un incubo visivo e psicologico.

La fotografia di Charlie Sarroff, già noto per il suo lavoro in Smile e Relic, crea un’atmosfera di terrore attraverso immagini d’acqua nitide e stilizzate, sfruttando gli effetti di rifrazione e le distorsioni provocate dall’acqua per creare un senso di inquietudine costante. L’acqua, solitamente simbolo di vita e rigenerazione, diventa qui uno specchio distorto della realtà, un luogo in cui le paure più profonde prendono forma.

Il vero successo del film risiede nella caratterizzazione dei personaggi, in particolare della famiglia Waller. Wyatt Russell offre una performance toccante nel ruolo di Ray, un ex giocatore di baseball alle prese con la sclerosi multipla e le incertezze legate al futuro. La sua lotta contro la malattia si intreccia con la sua battaglia interiore per mantenere un senso di normalità per la sua famiglia. Kerry Condon, nel ruolo della moglie Eve, incarna perfettamente il conflitto emotivo tra speranza e terrore, trovandosi divisa tra la voglia di credere nel progresso di Ray e la paura delle visioni che la piscina sembra evocare.

sotto la regia di Bryce McGuire, questo film debutto si distingue per la sua capacità di sfruttare appieno le potenzialità di un’ambientazione in apparenza ordinaria, trasformando una piscina suburbana in un incubo visivo e psicologico.

McGuire dimostra una notevole abilità nel mantenere alta la tensione, grazie a una serie di sequenze inventive e ben costruite. Dai momenti di gioco innocente ai più inquietanti avvistamenti sottomarini, ogni immersione nella piscina è pervasa da un senso di imminente pericolo. Tuttavia, il film non si limita a essere una mera sequela di spaventi: le influenze da IT, Shining, Jaws e Poltergeist sono evidenti, ma McGuire riesce comunque a conferire al suo lavoro una sua identità unica e avvincente.

Wyatt Russell offre una performance toccante nel ruolo di Ray, un ex giocatore di baseball alle prese con la sclerosi multipla e le incertezze legate al futuro.

Purtroppo, Night Swim perde un po’ di slancio verso il finale. Una spiegazione esaustiva delle origini dell’infestazione e un epilogo forzato minano la coerenza narrativa e l’efficacia emotiva del film. Tuttavia, nonostante questi difetti, il film rimane un’esperienza coinvolgente e ricca di tensione, grazie a una combinazione di elementi tecnici di alto livello e interpretazioni convincenti.

In definitiva, Night Swim si distingue come un debutto promettente per McGuire, segnando il regista come un talento da tenere d’occhio nel panorama dell’horror contemporaneo. Con la sua capacità di trasformare un luogo comune in un incubo vivido e inquietante, McGuire dimostra di avere tutte le carte in regola per emergere come uno dei nuovi maestri del terrore cinematografico.

Una spiegazione esaustiva delle origini dell’infestazione e un epilogo forzato minano la coerenza narrativa e l’efficacia emotiva del film.

Un debutto alla regia promettente

Night Swim, la recensione: sotto la superficie tra horror e tragedia

Parlando invece della location scelta in Night Swim di Bryce McGuire, il film si immerge audacemente in un territorio familiare ma inquietante: una piscina di quartiere infestata che attira una nuova famiglia, offrendo a uno dei suoi membri il suo desiderio segreto, ma ad un prezzo terribile. Tuttavia, mentre il film inizia esplorando le acque dell’acquafobia e le ansie infantili universali legate alle piscine di quartiere, finisce per annegare in cliché e trame prevedibili.

Il film, basato su un cortometraggio realizzato da McGuire nel 2014, trae vantaggio da un’ambientazione coinvolgente e nervosa, che invia brividi lungo la schiena mentre osserviamo la famiglia immergersi nella piscina, mettendosi inevitabilmente in pericolo senza rendersene conto. Inizialmente, la sceneggiatura di McGuire lascia intravedere temi sociali provocatori: Ray desidera una piscina anche perché i suoi genitori non potevano permettersela quando era giovane. Tuttavia, dopo alcune sequenze di paura efficaci all’inizio, il film inizia a perdere di slancio, richiedendo ai personaggi di agire in modo sciocco per impostare successivi momenti di terrore.

Night Swim si basa più su spaventi improvvisi che sull’orrore esplicito, e il direttore della fotografia Charlie Sarroff conferisce alle sequenze subacquee un’angoscia strisciante. Siamo costantemente consapevoli di quanto siano lontani i personaggi dal bordo della piscina, e quindi dalla sicurezza. E McGuire si diverte a suggerire da dove provenga il terrore, giocando su ricordi nervosi universali dei filtri e dei drenaggi strani delle piscine; strani portali dove creature sconosciute potrebbero essere in agguato.

Tuttavia, nel trasformare il suo cortometraggio in un lungometraggio, McGuire ricorre a temi horror troppo familiari, incluse spiegazioni complicate sulle origini della minaccia invisibile, abbandonando i suoi potenzialmente interessanti personaggi in scene di suspense sempre più banali. Ray e la sua famiglia non possono resistere alla tentazione di entrare in piscina, ma gli spettatori potrebbero non trovare l’invito altrettanto allettante.

65
Night Swim
Recensione di Laura Della Corte

In definitiva, Night Swim offre una premessa affascinante e alcune sequenze di terrore ben realizzate, ma alla fine si perde in un mare di cliché, mancando l'occasione di emergere come un nuovo classico dell'horror contemporaneo. Tuttavia, per i fan del genere assetati di orrore, potrebbe comunque rappresentare una visione soddisfacente.

ME GUSTA
  • Il film di debutto si distingue per la sua capacità di sfruttare appieno le potenzialità di un'ambientazione in apparenza ordinaria.
  • Charlie Sarroff conferisce alle sequenze subacquee un'angoscia strisciante.
FAIL
  • Il film si basa più su spaventi improvvisi che sull'orrore esplicito, e il direttore della fotografia Charlie Sarroff conferisce alle sequenze subacquee un'angoscia strisciante.
  • Il finale con tutte le spiegazioni didascaliche "si perde".
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