È stato intrapreso un esperimento particolare, dalla metodologia piuttosto innovativa. A diverse intelligenze artificiali di vari chatbot è stata posta la seguente domanda: “Quali specie animali potrebbero trovarsi a rischio di estinzione nei prossimi 10 anni a causa dei cambiamenti climatici?”.
La risposta, nonostante contenesse alcune lievi imprecisioni, è stata davvero sorprendente. Ecco perché può essere considerata davvero accurata.
La risposta ai cambiamenti climatici arriva dall’intelligenza artificiale
L’intento di questo test era verificare se applicazioni come Google IA o Chat GPT erano capaci, nell’attuale contesto, di dare risposte precise a interrogativi complessi relativi ai cambiamenti climatici e alla tutela dell’ambiente. Una delle principali critiche mosse a questo tipo di tecnologia è la presunta incapacità di poter distinguere le notizie autentiche dalle fake news.
La risposta dell’intelligenza artificiale è stata questa:
Purtroppo, risulta difficile predire con precisione quali specie animali potrebbero scomparire nei prossimi 10 anni a causa dei cambiamenti climatici, poiché questo dipende da una serie di fattori complessi. Tuttavia, alcune specie potrebbero risultare particolarmente vulnerabili a causa delle attuali tendenze climatiche. Considerando l’incertezza delle previsioni a breve termine, presentiamo qui un elenco di 6 animali che potrebbero trovarsi a rischio nei prossimi anni: Pinguino di Adelia, Foca anellata, Tartaruga verde, Orso polare, Ghiottoni, Foca della Groenlandia.
Prima di analizzare questa risposta nei dettagli, è doveroso ricordare che il lavoro che le IA hanno fatto nasce dalla lettura di migliaia di testi all’interno della rete Internet. Quindi, la risposta considera soprattutto la predilezione verso i vertebrati, che numerosi studi hanno trattato in modo accurato e approfondito.
Pinguino di Adelia
Il Pygoscelis adeliae, un pinguino di dimensioni ridotte ma ugualmente aggressivo, presenta una lunghezza di 70 cm e pesa 6 kg. Di solito, crea colonie lungo tutta la costa del continente antartico, e rappresenta il vertebrato numericamente più presente in Antartide.
In base alla risposta dell’intelligenza artificiale, questa specie entra nella lista degli esseri viventi ad elevato rischio di estinzione. Ciononostante diverse agenzie ambientali, come la IUCN (Ente Internazionale per la Conservazione della Natura), non considerano questa specie a forte rischio estinzione.
Tuttavia, le prospettive di sopravvivenza di questo uccello sono strettamente legate alla tenuta del suo habitat, che molti climatologi ed ecologi considerano a rischio per via del costante aumento della temperatura polare, causato dai cambiamenti climatici.
È molto probabile, però, che questa specie dovrà affrontare pesanti vicissitudini per sopravvivere nel prossimo futuro. Potrebbero verificarsi estinzioni locali, le quali potrebbero provocare un calo drastico delle nascite.
Foca della Groenlandia
La Foca della Groenlandia (Pagophilus groenlandicus) è un’altra specie che, secondo l’IA, rischia seriamente di estinguersi. Un’opinione questa che è condivisa da più parti, considerando le avverse condizioni ambientali in cui deve vivere la foca.
Le gravi ragioni dietro il declino demografico di questa specie sono strettamente legate al progressivo scioglimento dei ghiacciai. Gli iceberg continuano a diminuire, costringendo gli adulti a nuotare lungo distanze sempre maggiori dalla costa.
Ciò per tentare di procurarsi cibo, mentre i cuccioli sono sotto la costante minaccia degli orsi polari e delle attività umane. Una di queste è la caccia intensiva, perpetrata per ottenere pellicce. Purtroppo, si contano a centinaia gli esemplari che, ogni anno, vengono abbattuti in Canada e Groenlandia.
Tuttavia, secondo la valutazione della IUCN, al momento questa specie non può considerarsi gravemente minacciata. Anzi, attualmente si trova nella lista delle specie la cui estinzione è a rischio basso.
Nell’arco dei prossimi 10 anni, se i cambiamenti climatici continueranno a sciogliere i ghiacci polari su questi ritmi, il numero di foche che rischiano di morire di fame potrebbe aumentare.
Per questo motivo, diversi osservatori continuano a monitorare attentamente la specie. Un declino demografico della Foca della Groenlandia si ripercuoterebbe in modo significativo sull’intero ecosistema polare. Di conseguenza, molte altre creature potrebbero rischiare l’estinzione, portando lo stesso ecosistema sull’orlo di un irreversibile collasso.
La tartaruga verde
La tartaruga verde (Chelonia mydas) è considerata come una delle specie di rettili più vulnerabili in tutto il mondo. Quindi, le prospettive future parlano di un aggravamento delle condizioni di vita a causa della crescente carenza di cibo, del riscaldamento degli oceani e dell’inquinamento causato dalla plastica.
Il suo peso è di 190 kg e presenta una grande capacità di attraversare distanze oceaniche considerevoli. Questa specie tende a muoversi in mezzo all’oceano, alimentandosi di tutto ciò che incontra.
Purtroppo, è per via di questo comportamento che la tartaruga verde è entrata nella lista IA delle specie a rischio estinzione per colpa dei cambiamenti climatici. Ingeriscono spesso detriti e rifiuti, abitudine che ha causato incidenti gravi.
Infatti, molti esemplari sono deceduti per colpa della fame. Nel loro stomaco è stata trovata una quantità eccessiva di plastica. Inoltre, vedono poco, e questo li porta spesso a ingerire plastica scambiandola per meduse. Questa situazione non fa che aumentare il rischio di annegamento o morte per inedia, a meno che non vengano soccorse tempestivamente.
Orso polare
Secondo l’analisi dell’intelligenza artificiale, l’orso polare (Ursus maritimus) rischia di estinguersi entro i prossimi 10 anni. Questa valutazione trova conferma tra numerosi zoologi.
L’orso polare è un imponente predatore strettamente legato a due ambienti con ghiacciai in rapido scioglimento: i ghiacciai continentali settentrionali di Eurasia e America del Nord e la banchisa di ghiaccio dell’Artide.
La perdita progressiva di queste risorse ghiacciate impedisce all’orso polare di coprire il proprio territorio e di poter cacciare le sue prede preferite, ovvero le foche. La necessità di nuotare per lunghi tratti per poter raggiungere le prede sta causando un calo di esemplari di maschi adulti.
Il motivo è che serve loro un maggior apporto calorico per poter sfidare gli altri esemplari durante la stagione degli amori. Secondo la valutazione della IUCN, la classificazione della specie è “vulnerabile”.
Se dovesse abbandonare l’Artide a causa del progressivo scioglimento della calotta glaciale, causato dai cambiamenti climatici, potrebbe estinguersi molto più rapidamente.
Ghiottoni
Calcolare il numero totale di ghiottoni (Gulo gulo) che si trovano in Nord America e in Eurasia non è sicuramente semplice, visto la loro natura elusiva e solitaria. La caccia intensiva ha infierito tantissimo su questa specie, da sempre considerata in pericolo.
Motivo per cui sono state create diverse riserve, come il Parco Nazionale di Jasper in Canada, dove possono vivere protette. I cambiamenti climatici, dovuti al riscaldamento globale evidenziato dall’IA, sono un contributo notevole al declino della popolazione mondiale di ghiottoni.
Ciò non fa che danneggiare moltissimo il loro habitat. Foreste e praterie vengono destabilizzate, dove la presenza di neve quasi perenne è fondamentale per il periodo di svernamento di questa specie. Inoltre, le prede naturali continuano a diminuire, mettendo a dura prova questo robusto mustelide. Non bastasse, alcune comunità rurali umane continuano a cacciarlo.
Foca anellata
Le informazioni fornite in precedenza e riguardanti la foca della Groenlandia valgono anche per la foca anellata (Pusa hispida). Anche se, allo stato attuale, la IUCN non la classifichi come una specie sotto minaccia, ci sono alcuni fattori che indicano quanto prima un suo inserimento nella lista delle specie ad alto rischio estinzione.
La scomparsa dei ghiacciai è senza dubbio la minaccia più impellente. Di solito, la foca anellata viene presa di mira dai cacciatori umani, soprattutto le popolazioni Inuit, che cacciano gli esemplari adulti sia per la carne che per la pelliccia.
Attratti dai banchi di pesci preferiti, devono ormai percorrere distanze sempre maggiori per poterli raggiungere. Ciò non fa che aumentare il rischio estinzione. Stress e deperimento fisico mettono a dura prova la loro resistenza.
Attualmente, non vengono considerati a rischio, ma le pressioni costanti a cui sono sottoposte potrebbero cambiare le carte in tavola.