C’è differenza tra ambientazione e mondo di gioco: se quest’ultimo può a tutti gli effetti essere un posto fisico, con ambientazione si mettono in mezzo anche tematiche e dinamiche. L’esempio perfetto è Heart – La città del profondo, gioco standalone edito in Italia da Isola Illyon Edizioni ambientato nello stesso universo narrativo di Spire e Strata, ma dalle tematiche profondamente diverse.
Se infatti con Spire e Strata abbiamo avuto modo di scoprire la Citta-Torre e la guerra sociale tra Drow e Aelfir, stavolta il pericolo è molto più preoccupante. Si tratta del Cuore, un’entità che si trova in fondo alla Città-Torre, mutabile, capace di cambiare persino la realtà, e fonte di pericoli di ogni genere.
Sistema di gioco 2.0
Heart propone un sistema di gioco differente sia per quanto riguarda le scelte fattibili, sia per il lancio dei dadi. Per quest’ultimo, si parla a tutti gli effetti di qualche sistemazione, come se il sistema iniziale fosse stato migliorato per questo Heart. Ecco allora che i lanci dei d10 ci sono comunque, da 1 a 4 a seconda di abilità, talenti e quant’altro. Alcune di queste prove porteranno ad accumulare stress, e questo stress potrà diventare complicazione (in base al lancio del d12 che farà il GM).
Nel gioco avremo la possibilità di scegliere tra 9 classi: essendo cercatori dell’ignoto, ci sarà uno stile più particolare su di esse, arrivando ad avere approcci decisamente fuori dal comune (e dalla precedente iterazione). Oltre alle classi, potremo anche scegliere la stirpe: a cercare nell’ignoto non ci saranno solo Drow, ma anche gli stessi Aelfir, i Gnoll e infine gli Umani.
Ogni personaggio avrà anche la possibilità di scegliere un Richiamo e 2 Battiti: il primo sarà la motivazione (o ossessione) che spingerà il vostro personaggio a scendere nelle profondità, mentre i secondi saranno degli obiettivi. Essi potranno avere vari livelli tra minori, moderati e zenit, e completarli porterà a sbloccare delle competenze di eguale livello. Ricordatevi però, che usare abilità zenit porterà il vostro personaggio alla morte (o comunque alla sua conclusione) per quanto sono forti e capaci di cambiare lo status quo.
A chiudere il gameplay, un sistema di combattimento non troppo tecnico ma che permetterà comunque di gestire i conflitti. Le armi, capaci di infliggere stress, porteranno personaggi e nemici ad avere complicazioni, che poi potranno essere sommate e combinate fino alla morte del personaggio.
Il cuore
Il cambiamento del gameplay è sicuramente interessante e rispecchia la scelta di proporre uno stile di gioco diverso, ma una delle novità più interessanti è senza dubbio l’ambientazione. Come dicevamo, se in passato avremmo dovuto combattere la schiavitù del nostro Drow contro gli Aelfir, ora il problema è così vasto da richiedere l’aiuto di tutti. E a seconda di quale richiamo vi porterà nelle profondità, ciò che potreste trovare è un’incognita.
A tutti gli effetti il Cuore non è un’entità definita: può essere cangiante, e il cambiamento può essere scelto proprio dal Game Master. Per questo motivo, nonostante si tratti di un gioco dello stesso universo narrativo, a differenza di Spire in Heart c’è più libertà narrativa.
Ciò che cambia inoltre è lo stile: nonostante lo stile fantasy punk rimane, il gioco è definibile più un fantasy horror. La corruzione data dal Cuore è qualcosa di orribile, e questo aggettivo può essere scelto dal GM stesso se renderlo grottesco, psicologicamente disturbante o semplice mente terrorizzante. Il manuale ha infine luoghi e regole utili per far avanzare la propria avventura.
Heart è una presa di posizione diversa da Spire: se con il primo abbiamo avuto modo di giocare un’ambientazione più legata a dinamiche sociali, con una guerra civile vera e propria in atto e con fazioni da gestire, il secondo unifica tutto per combattere (o affrontare) questo Cuore, entità che sta corrompendo tutto e tutti. Le due realtà non si escludono a vicenda però, rendendo il mondo di Desteria un qualcosa di eccezionale da scoprire.