Spire e Strata, la recensione: un dark-fantasy immersivo da scoprire

Quando si parla di Gioco di Ruolo, la prima cosa che viene in mente a giocatori e Game Master è sempre la libertà: in un mondo dove il più open world dei giochi comunque deve sottostare a delle leggi e dei limiti, pensare ai GDR come ad un ampio box giocattoli da poter esplorare come si crede è qualcosa di eccezionale. Eppure, per trasformare qualcosa di bello in stupefacente, spesso servono quei limiti: altrimenti non avremmo avuto il fantastico GDR di cui stiamo parlando oggi, Spire.

Spire è stato creato da Grant Howitt e Christopher Taylor, due menti creative che hanno unito le forze per dar vita a questo affascinante gioco di ruolo fantasy punk. Il gioco è stato originariamente pubblicato nel 2017 come KS e ha rapidamente guadagnato riconoscimento per la sua innovativa ambientazione, caratterizzata dalla città-torre di Spire, e per un regolamento di bassa complessità che favorisce la narrazione coinvolgente.

L’opera ha catturato l’attenzione sia dei neofiti che degli appassionati di giochi di ruolo, diventando un titolo consigliato per coloro che desiderano esplorare le profondità oscure di Spire e affrontare le sfide di libertà e ribellione che il gioco propone.

Quando parliamo di limiti, intendiamo quelli narrativi: il gioco ci pone nei panni di Drow, Elfi Oscuri, relegati nella città-torre di Spire dagli Elfi Alti, Aelfir, che da 2 secoli li opprimono. Come membri adoratori del Culti di Nostra Velata Signora, dovremo quindi attuare il volere di questa divinità bisognosa di vendetta attraverso il sangue degli Aelfir (non a caso il culto in questione è para-militare). Quindi niente libertà di scelta di background, più o meno: avrete spazio di manovra, ma nei limiti imposti dal gioco. E proprio questo rende Spire uno dei più interessanti GDR degli ultimi anni.

Alla scoperta della Citta-Torre

Partiamo dall’ambientazione: la Citta-Torre in questione, Spire, ha una storia particolare e così tanti settori da dare respiro al GM che vuole inventare e aggiungere cose. All’interno troveremo fazioni, dinamiche sociali ben strutturate, NPC intriganti e ogni singolo angolo sarà ben caratterizzato.

Ad ampliare questa parte del gioco ci pensa poi Strata, manuale espansione di Spire che aggiunge ancora più informazioni sui quartieri (oltre che proporre 10 avventure, 5 ambientate in Alta Spire e 5 in Bassa Spire).

Nel gioco, i giocatori vestiranno quindi i panni di rivoluzionari, atti a fare scelte che spesso cadranno nel grigio, con vittime da sacrificare per il bene della libertà e un concetto anti-eroistico che forse oggi viene usato più del dovuto, ma che a tutti gli effetti in Spire calza a pennello.

Fluidità Narrativa

Il fiore all’occhiello però di Spire è senza dubbio il sistema di gioco: pensato per rendere la narrativa più fluida e meno inframezzata, esso usa i d10 come dadi principali. Ogni tiro abilità infatti prevedrà un lancio di 1d10, al quale andranno aggiunti altri dadi in base alle abilità, competenze e quant’altro.

Ogni personaggio avrà dalla sua un Vincolo, dettaglio di background che correlerà determinate abilità con lo status di schiavitù del personaggio stesso, la classe e gli avanzamenti, abilità aggiuntive da poter utilizzare.

Parlando di classi, l’approccio che ha Spire su esse è molto particolare: ognuna di esse infatti sarà un’interessante variazione sul tema di quelle più canoniche, di certo proponendo soluzioni originali e uniche.

Il resto del sistema si basa invece sullo stress, un valore che aumenterà ad ogni fallimento: esso sarà posizionato su diverse caratteristiche come Argento, Mente, Ombra, Reputazione e Sangue, e andranno a regolare finanze, status mentale, notorietà, ecc. Ogni fallimento vedrà il GM lanciare da 1d3 a 1d8, a seconda del tipo di fallimento, e poi 1d10: nel caso in cui il risultato in uscita fosse più basso del valore di stress, si passerà ad avere una complicazione, che stravolgerà uno status del personaggio.

Per abbassare lo stress, il giocatore dovrà avere un basso profilo (di fatto allontanandosi un po’ dall’azione), svolgere delle azioni di recupero (diverse a seconda della classe) o proponendo al GM risoluzioni narrative.

Soprattutto per quest’ultimo metodo, il gioco si pone proprio più sul narrativo che sul tecnico, spingendo i giocatori a pensare maggiormente al racconto e al proprio personaggio, invece che al regolamento e alle azioni da fare.

Anche Strata ha da dire la sua per quanto riguarda la parte del gameplay: nel manuale infatti, oltre ai 10 scenari, ci sono anche 2 classi aggiuntive, armi e equipaggiamenti, e altri avanzamenti.

Spire e Strata sono una variante sul tema fantasy punk davvero intrigante: l’approccio del gioco sul lato narrativo, l’ambientazione molto ben indirizzata ma aperta a delle aggiunte e una serie di scelte fatte sul gameplay propongono un gioco ben strutturato, completo e capace di diventare fondamenta delle vostre avventure.

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