Dal lancio della sonda Psyche sono passati quasi due mesi. Dopo l’accensione degli strumenti scientifici, ha iniziato a trasmettere i primi dati versa la Terra. Tramite l’esperimento DSCO è stato anche possibile comunicare a livello ottico direttamente dallo spazio profondo. È la trasmissione più lontana ottenuta attraverso il laser.
Le telecamere montate a bordo lunedì 4 dicembre sono riuscite a catturare la prima luce. Tutte le immagini arrivate alla NASA sono state messe insieme dal team della missione. Il mosaico costruito mostra un bellissimo campo stellare. I test di imaging che verranno si concentreranno su determinati ammassi stellari e stelle luminose, per motivi di calibrazione. Rientrerà in questi test anche Marte.
È stato anche testato il magnetometro della sonda Psyche, ma anche i propulsori a effetto Hall. Intanto la sonda si trova a 26 milioni di km dal nostro pianeta, puntando verso l’asteroide che si trova nella fascia tra Giove e Marte. Arrivo previsto per il 2029.
Sonda Psyche: cosa raccontano le prime immagini
Per effettuare i test di imaging, la sonda Psyche usa una coppia identica di fotocamere. Le immagini catturare finora sono 68, e riguardano un intero campo stellare che si trova nella costellazione dei Pesci. I dati serviranno al team per l’analisi telemetrica, il controllo corretto del comando e la calibrazione delle stesse immagini.
Grazie a dei filtri colorati verranno realizzate delle fotografie a lunghezze d’onda differenti. Lo scopo è di poter stabilire con esattezza la composizione di 16 Psyche, il quale è ricco di metalli. Con i dati raccolti, il team riuscirà a creare delle mappe in 3D dell’asteroide.
Il primo mosaico messo insieme dal team è composto dalle primissime 69 immagini. Queste sono state catturate tramite un filtro a banda larga o trasparente della fotocamera (6 secondi il tempo di esposizione).
Per ora si tratta soltanto di dati grezzi, calibrati per sottrarre lo sfondo, ossia quello del segnale luminoso di fondo. Tutte le stelle catturate dalle fotocamere si trovano all’interno della costellazione di Pesci. Da primi dati, le stelle luminose sono davvero poche. La stella maggiormente luminosa è mu Pisces.
Il magnetometro della sonda Psyche ha trasmesso i primi dati
Il magnetometro della sonda Psyche è stato acceso a inizio missione. Questo dispositivo sarà importante, poiché potrà fornire dai importanti per capire in che modo l’asteroide si è formato. L’intento è provare che in passato il corpo celeste aveva un suo campo magnetico, cosa che lo trasformerebbe in pianeta primordiale (planetesimo).
Una scoperta del genere porterebbe nuova luce al mistero che avvolge la formazione della Terra, che sappiamo essere un corpo celeste roccioso e munito di nucleo metallico.
Subito dopo l’accensione, il magnetometro è riuscito a rilevare un’espulsione di massa coronale, che avviene quando il Sole espelle enormi quantità di plasma magnetizzato. Il team continuerà a monitorare tale eventi, mentre la sonda continua la sua corsa nello spazio.
Dalla NASA sono convinti che il magnetometro è in grado di rilevare con estrema precisione la presenza di piccolissimi campi magnetici. Inoltre, affermano che il campo magnetico della sonda Psyche non creerà interferenza.
Conferme importanti
Il team della missione ha acceso l’8 novembre due di quattro propulsori, che funzionano a propulsione elettrica. È la prima volta nella storia delle missioni aerospaziali che vengono usati nello spazio profondo dei propulsori a effetto Hall.
Come funzionano? Nel momento in cui espellono ioni di gas xeno, riescono a spingere la sonda in direzione dell’asteroide per ben 3,6 miliardi di km. Una volta raggiunto 16 Psyche, i propulsori consentiranno la manovra in orbita.
È stato anche potenziato il componente che rileva i raggi gamma, così come lo spettro di neutroni e di raggi gamma. Tutto ciò consentirà al team di stabilire quali sono gli elementi chimici che vanno a comporre la superficie dell’asteroide.