Annunciato in occasione del Summer Game Fest di quest’anno, Prince of Persia: The Lost Crown segna un vero e proprio ritorno alle origini per lo storico franchise di Ubisoft con una nuova produzione che guarda al passato della serie per dare una forma tutta nuova alla sua indimenticabile saga dai tratti esotici. Il gioco ripropone in sostanza quel classico mix di azione e piattaforme che ha reso celebre la serie, ma con l’aggiunta di un sistema di combattimento molto più dinamico e di un’inedita struttura da metroidvania. Il risultato è sicuramente un Prince of Persia un po’ atipico, ma che sembra avere tutte le carte in regola per riportare in vita un franchise rimasto sepolto troppo a lungo.
Lo abbiamo provato alla Games Week 2023, seppur in una piccolissima porzione, ma tanto ci è bastato per scoprire le potenzialità di questo interessante metroidvania ambientato nella serie Ubisoft. Vi raccontiamo le nostre prime impressioni.
Un sistema di combattimento frenetico e divertente
Prince of Persia: The Lost Crown racconta la storia di Sargon, un giovane guerriero membro di un gruppo d’élite chiamato “Gli Immortali”. Inviato a salvare il principe Ghassan, il gruppo si ritrova ad esplorare il Monte Qaf, un tempo luogo meraviglioso, oggi brulicante di creature ostili. Durante l’esplorazione, Sargon e i suoi fratelli d’arme scoprono presto, però, che il tempo stesso è un nemico infido e che sarà necessario combattere per ristabilire l’equilibrio mondiale.
A colpire sin da subito è la presenza di un look molto più vivace e fresco rispetto al passato che si rispecchia nella direzione generale e nel character design del protagonista. Quest’ultimo, in realtà, al momento dell’annuncio è stato fortemente criticato dai fan che hanno mostrato un certo disappunto nella scelta dei tratti del protagonista, ritenuti sin troppo approssimativi e poco ispirati. Se è pur vero che il nostro protagonista si presenta fisicamente molto diverso rispetto allo stile adtottato nei precedenti Prince of Persia, è bene notare che Ubisoft ha sempre sperimentato con i look dei vari protagonisti tra un titolo e l’altro, così da offrirne una visione sempre rinnovata. Un aspetto che viene confermato anche questa volta dal design adottato per il nuovo protagonista che, a nostro avviso, ben si adatta ai toni e alla visione creativa di questa nuova produzione.
Dove Prince of Persia: The lost Crown mostra il meglio di sé, però, è nel sistema di combattimento, frenetico, diretto e spettacolare. Gli attacchi con la spada si mescolano alle frecce dalla distanza, alle parate salvifiche e alle abilità speciali sia offensive che difensive. Il tutto accompagnato dalla possibilità di manipolare il tempo, dote preziosa che ci consentirà di teletrasportarci evitando l’attacco nemico e che probabilmente potremo sfruttare in modi più curiosi anche durante le fasi platform. Molto probabilmente, durante la nostra prova di soli 15 minuti, abbiamo avuto solo modo di scalfire la superficie di ciò che il combat system sarà in grado di offrirci, ma l’idea è che andando avanti avremo sempre più possibilità di abbinare varie opzioni offensive per dare vita a scontri sempre dinamici e variegati.
Tra l’altro, verso la fine della nostra traversata, abbiamo anche avuto modo di imbatterci in un mercante di amuleti. Questi ultimi, a quanto pare, si riveleranno utilissimi in combattimento poiché in grado di donare, se equipaggiati, diversi bonus al nostro combattente.
Ovviamente, trattandosi di un metroidvania, l’unico aspetto da valutare con attenzione resta la qualità del level design. Nel corso della nostra breve prova, non abbiamo avuto modo di farci un’idea al riguardo, dato che molte aree risultavano inaccessibili, ma la presenza di diverse sfide ambientali e di enigmi che strizzano l’occhio ai più tipici della serie restano senza dubbio elementi che fanno ben sperare.
È ancora presto per esprimersi a pieno su Prince of Persia: The Lost Crown, ma questa prima prova ci ha lasciato senza dubbio delle sensazioni positive. L’idea di sviluppare un metroidvania di Prince of Persia, senza rinunciare agli elementi cardine delle saga, con uno stile più fresco e un combat system più frenetico potrebbe fornire alla saga di Ubisoft una bella ventata d’aria fresca. Certo bisogna ancora valutare la qualità della mappa e del level design e l’efficacia del sistema di amuleti, ma da quel poco che abbiamo visto questo nuovo Prince of Persia resta assolutamente un titolo che, se valorizzato nei suoi diversi elementi, potrebbe rivelarsi davvero una produzione interessante.