Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, la recensione

Fan di Hunger Games: siete pronti a tornare a Panem? Dal 15 novembre nelle sale italiane, con ben 2 giorni d’anticipo rispetto all’uscita americana, approderà Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, film prequel rispetto alla trilogia originale. Abbiamo visto in anteprima mondiale il nuovo film della saga al Lucca C&G e possiamo dirvi con entusiasmo che il lungometraggio non ha deluso le nostre aspettative. Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è una trasposizione fedele del corrispettivo cartaceo, un film marcatamente diviso in tre parte con protagonista un personaggio che non viene mai idolatrato o giustificato. Coriolanus Snow è il villain della saga di Hunger Games e nel nuovo film i fan comprenderanno meglio le sue origini e la sua ascesa al potere. Non è un film perfetto ma è un ottimo prodotto. Ecco la nostra recensione di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente

Doverosa premessa: essendo Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente un prequel rispetto alla trilogia originale, può essere visionato senza problemi anche da chi non ha mai visto la saga cinematografica di Hunger Games né ha tanto meno letto i libri. Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente può rappresentare un ottimo punto d’accesso per nuovi fan alla saga originale. Occorre precisare, come poi faremo meglio in seguito, che la pellicola è decisamente più cruda e matura rispetto ai film degli anni 2000. 

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente: il giusto progetto spin-off

Gli ultimi anni a livello cinematografico, e se vogliamo anche seriale, sono stati caratterizzati da tantissimi reboot e spin-off di progetti iconici dei primi anni 2000. Dalla nuova serie spin-off di Game of Thrones, all’annuncio del reboot di Harry Potter e Twilight fino ad arrivare al prequel di La fabbrica di cioccolato, Wonka, in uscita in sala a metà dicembre. Ovviamente tra i progetti di spicco non poteva mancare un ritorno a Panem e quindi una rivisitazione della saga di Hunger Games. 

Gli autori sono tornati in massa nei loro universi letterari ed hanno iniziato a scrivere spin-off o progetti collaterali alla loro saga di maggior successo e così ha fatto anche la Collins quando nel 2020 ha annunciato la pubblicazione di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, un romanzo prequel rispetto alla trilogia iconica. Fin dal principio Lionsgate, casa cinematografica che detiene i diritti di trasposizione sul franchise di Hunger Games, ha comunicato ai fan l’intenzione di trasporre il romanzo in chiave cinematografica e finalmente quel giorno è arrivato. La domanda però è opportuna: Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è uno spin-off necessario e opportuno oppure è uno dei tanti progetti fatti solo per soddisfare il dio denaro?

Hunger Games – La ballata dell’Usignolo e del Serpente, pellicola diretta dallo storico regista della saga, Francis Lawrence, racconta la storia di un giovane Coriolanus Snow (interpretato da Tom Blyth), anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem e 64 anni prima dei giochi vinti da Katniss e Peeta. Il ragazzo a diciotto anni viene scelto come mentore per i decimi Hunger Games, spera in questo modo di poter riabilitare il nome della sua casata, caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Coriolanus rappresenta l’ultima speranza per tutta la sua famiglia per tornare a “posarsi in cima” come un tempo.

A Coriolanus viene assegnata come tributo la ragazza del Distretto 12, Lucy Gray Baird (interpretata da Rachel Zegler). Nonostante le sue misere origini, la giovane riesce ad affascinare quasi tutta Panem durante la cerimonia della mietitura mediante la sia voce soave e le parole taglienti. Grazie a questa performance Snow comprende che forse non tutto è perduto: farà squadra con Lucy ed insieme uniranno la loro astuzia politica e il loro istinto per lo spettacolo, cercando così di sopravvivere ai giochi e forse anche alla vita al du fuori dell’arena.

Se non avete letto il romanzo da cui la pellicola è tratta forse non lo saprete ma Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente non è il solito spin-off prequel creato per farci amare il villain. In Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente le azioni di Coriolanus Snow non vengono mai idolatrare, giustificate o sminuite. Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è il racconto dell’ascesa di Coriolanus Snow al potere di Capitol City. Snow non viene mai dipinto come un eroe. Lui è il villain, non il personaggio grigio che agisce per scopi nobili ma con metodi discutibili. Snow ha come unico desidero quello di sedere tra i potenti e risollevare il nome della sua casata. È disposto a tutto pur di raggiungere il suo obbiettivo. La ballata dell’usignolo e del serpente non è il classico spin-off che serve a giustificare al pubblico come mai il villain dei film futuri è diventato tale. Snow era già assetato di potere e ambizioso fin da giovanissimo, in questo nuovo film comprendiamo soltanto il processo mediante il quale è diventato il temuto e rispettato presidente di Panem. Non vi neghiamo che in certi momenti potrete empatizzare con Coriolanus ma saranno maggiori le sequenze in cui vi sentirete in contrasto con il personaggio per le scelte che ha compiuto. Quel che è certo è che la pellicola, così come il romanzo, è marcatamente divisa in 3 parti, durante la quali riuscirete a comprendere al meglio l’evoluzione di Snow. 

La storia d’amore non è la vera protagonista del film 

Se vi aspettate un film in cui è la love story la vera protagonista ed è l’amore verso il personaggio di Rachel Zegler a cambiare il giovane Coriolanus Snow potreste restare delusi. Hunger Games La ballata dell’usignolo e del serpente è un film che parla d’amore ma non è questo il tema centrale del lungometraggio. La love story tra Lucy e Coriolanus è presente ma forse nel film viene sviluppata in maniera troppo istantanea e rapida. Fin dal primo incontro i due si fidano eccessivamente l’uno dell’altro e sono inevitabilmente attratti da ciò che più gli spaventa. Lucy e Snow sono simili ed ambiziosi, ma se lei brama la vittoria per la libertà lui la sogna per ottenere il potere che pensa di meritare. Coriolanus desidera ereditare la fama del padre e sogna di diventare presto il presidente di Panem, non per risollevare le sorti della nazione ma per far risorgere la sua famiglia e vivere finalmente nell’agio.

I due protagonisti formano un’ottima squadra all’interno dell’arena ma la situazione si complica quando la pellicola cambia scenario e catapulta i due nella vita vera. L’amore a volte non è sufficiente a far cambiare radicalmente vita ad una persona quando i sogni e le ambizioni personali sono più forti. Snow non è il classico villain che diventa tale a seguito della perdita di una persona amata, non è colui che diventa il potente tiranno a causa dell’odio e della rabbia. Snow è egoista e superbo fin dal principio, Lucy lo comprende ed a tratti attenua questa sua inclinazione ma non riuscirà mai a metterla a tacere per sempre. L’amore c’è ma forse non è più forte della sete di potere.

Occorre anche precisare che la pellicola risulta a conti fatti molto più cruda e violenta rispetto ai film della trilogia originale. Sicuramente il fatto che il film sia ambientato 64 anni prima rispetto ai giochi di Katniss implica che la tecnologia dell’epoca, per quanto la saga sia ambientata in un futuro lontano, era decisamente meno evoluta rispetto a quella dei film successivi. Per tali motivi le armi e le tattiche utilizzate dai tributi, così come l’arena sultano essere davvero rudimentali. Inoltre deve essere ricordato che all’epoca dei decimi Hunger Games lo show non riscontrava il favore del pubblico. La popolazione di Panem non era solita guardare i giochi.

Questi nuovi Hunger Games per i creatori dei giochi rappresentano l’ultima occasione per risollevare lo spettacolo e incassare il denaro necessario per far prosperare i potenti di Capitol City. Con l’inserimento dei mentori e la scelta di rendere lo show ancora più partecipativo Casca Highbottom e la dottoressa Volumnia Gaul puntano ad ottenere numerose sponsorizzazioni da parte degli scommettitori. Non tutto funziona come previsto ma questa edizione rappresenta l’inizio della popolarità dei giochi all’interno di Capitol City. Ed è estremamente  importante che gli Hunger Games vengano visti dato che rappresentano un valore fondamentale per mantenere la pace all’interno della nazione: la speranza in una vita migliore. 

I riferimenti ai personaggi della trilogia madre

Come un buon prequel che si rispetti deve contenere leggeri richiami che rimandano al prodotto originale e Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente non viene a meno a questo compito. State tranquilli perché non si tratta di spoiler ma di semplici riferimenti che possono essere colti solo da coloro che hanno già visto i film successivi. Tra i riferimento troverete un leggero richiamo a Katniss, con tanto di nome, ma non un cameo di Jennifer Lawrence; torna l’iconica canzone della saga (The Hanging Tree) questa volta cantata dalla splendida voce di Rachel Zegler, così come i tanti rimandi alle future azioni di Snow. Nella storia di Lucy ci sono potenziali similitudini con quella di Katniss ma di fatto le due protagoniste restano molto diverse, sia per vissuto che per carattere. 

Il personaggio di Tigris, la cugina di Coriolanus, è una vecchia conoscenza dei fan di Hunger Games. Infatti, forse molti non se lo ricorderanno, abbiamo già incontrato la donna nell’ultimo capitolo della saga quando aiuta i nostri protagonisti a trovare rifugio all’interno di Capitol City. Nelle movenze e con certe velate battute Hunter Schafer è riuscita a ricordate fin da subito il personaggio che appare solo in poche scene nella saga madre. 

La regia di Francis Lawrence è nettamente più ambiziosa in Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, non mancano i lunghi finti piani sequenza nelle scene di battaglia, inquadrature che rendono lo spettatore immerso nelle vicende e primi piani spettacolari. La fotografia resta invece nel classico stile di Hunger Games. 

Cosa non ha funzionato?

In Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente sono certamente molto più considerevoli i pregi piuttosto che i difetti. Come accennavamo in apertura, il film è un adattamento fedele al corrispettivo cartaceo, per non dire pedissequo. Nonostante la fedeltà alla fonte originale e la corretta trasposizione, si sono resi inevitabili alcuni tagli che hanno penalizzato leggermente lo spessore dei personaggi. 

Mancano diverse scene che servivano a sottolineare l’importanza della rosa bianca all’interno della casata degli Snow, la storia d’amore tra Snow e Lucy è davvero troppo affrettata e il personaggio di Coriolanus poteva essere meglio sviluppato per ciò che concerna la gelosia nei confronti della sua amata. 

Non possiamo esimerci dal sottolineare che alcuni plot twist, che nel romanzo apprendiamo già a fatti conclusi, vengono nel film rivelati praticamente subito, rovinando così la sorpresa allo spettatore.

La durata del film, di ben 2 ore e 36 minuti, non appare eccessiva e non pesa in alcun modo sullo spettatore. Senza dubbio le prime due parti del film risultano più avvincenti e dinamiche mentre l’ultima appare più distensiva e lenta ma non poteva che essere fatto altrimenti dato che anche il corrispettivo cartaceo segue questa dinamica. 

Il film in conclusione è in grado di portare lo spettatore alla Panem che ha conosciuto ed amato nei film con Jennifer Lawrence. Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è uno spin-off che caratterizza meglio il villain della saga madre senza indebolirlo o giustificarlo. Non si tratta del solito film a distanza di anni fatto solo per cavalcare l’onda dei reboot ma ha tanto da dire e non tentenna nel farlo. Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente vi aspetta al cinema dal 15 novembre. 

85
Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente
Recensione di Chiara Giovannini

Con Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente i fan della saga di Suzanne Collins torneranno a Panem, anche se la storia è decisamente più dolorosa rispetto alla precedete. Coriolanus Snow non è il classico bravo ragazzo che improvvisamente diventa cattivo, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente ci racconta la fame di potere del giovane Snow ed il suo cammino verso la presidenza di Capitol City.

ME GUSTA
  • Le vibes della trilogia originale ci sono
  • Il protagonista non viene mai idolatrato o giustificato nelle sue azioni
  • La storia d'amore non è il vero fulcro della trama
FAIL
  • Mancano alcuni dettagli che nel romanzo hanno fatto la differenza
  • Tra Coriolanus e Lucy la scintilla scatta troppo presto
Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente, nuovi video dall'atteso prequel
Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente, nuovi video dall'atteso prequel
Hunger Games: torna in sala il primo capitolo della saga
Hunger Games: torna in sala il primo capitolo della saga
Lucca Comics and Games: tutti gli eventi dell'area Movie
Lucca Comics and Games: tutti gli eventi dell'area Movie
Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente, il dietro le quinte con scene inedite
Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente, il dietro le quinte con scene inedite
Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente: le nuove foto ufficiali del prequel
Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente: le nuove foto ufficiali del prequel
Hunger Games: La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, nuovo trailer italiano dell'atteso prequel
Hunger Games: La Ballata dell’Usignolo e del Serpente, nuovo trailer italiano dell'atteso prequel
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, la prima foto ufficiale
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, la prima foto ufficiale