Un’analisi condotta da un team internazionale di ricercatori ha rivelato una possibile connessione tra i traumi infantili e l’insorgenza di disturbi di mal di testa in età adulta. Sebbene non sia stata dimostrata una relazione causale diretta, lo studio ha evidenziato un’associazione significativa tra eventi traumatici vissuti nell’infanzia e l’aumento del rischio di disturbi di mal di testa in età adulta, tra cui emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo e cefalee croniche o gravi.
La ricerca, condotta da un team di esperti provenienti da varie istituzioni accademiche e pubblicata dall’American Academy of Neurology, ha analizzato i risultati di 28 studi svolti in 19 paesi, coinvolgendo oltre 150.000 partecipanti. Tra questi, il 31% aveva vissuto almeno un evento traumatico durante l’infanzia, mentre il 16% aveva ricevuto una diagnosi di mal di testa primario.
I risultati dell’analisi hanno mostrato che nel gruppo con traumi infantili, il 26% aveva un disturbo primario di cefalea, rispetto al 12% nel gruppo senza traumi infantili. Inoltre, coloro che avevano subito uno o più traumi infantili avevano quasi il 50% in più di probabilità di sviluppare disturbi di mal di testa rispetto a coloro che non avevano vissuto tali esperienze traumatiche. In particolare, l’abuso fisico e sessuale è emerso come un fattore di rischio significativo, aumentando il rischio di disturbi di mal di testa del 60%.
Il team di ricerca ha classificato gli eventi traumatici in due categorie: traumi da minaccia (come abusi o testimonianza di violenza) e traumi da privazione (come negligenza o convivenza con un membro della famiglia malato cronico). Entrambe le categorie hanno dimostrato di aumentare il rischio di disturbi di mal di testa, con l’abbandono infantile che quasi triplicava il rischio.
I risultati dello studio suggeriscono che gli eventi traumatici nell’infanzia, sia da minaccia che da privazione, rappresentano importanti fattori di rischio per i disturbi di cefalea in età adulta. L’autrice principale dello studio ha sottolineato l’importanza di identificare le specifiche esperienze infantili per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento mirate a affrontare questo grave problema di salute pubblica.