La capsula W-Serie 1 della Varda Space, una piccola capsula spaziale con una massa di 120 kg e un diametro di 1 metro, è attualmente bloccata in orbita terrestre, priva dei permessi necessari per rientrare in atmosfera. Questa capsula, conosciuta come W-1, è stata lanciata il 12 giugno come parte della missione Transporter-8 di SpaceX. Dopo alcuni giorni in orbita, i sistemi a bordo sono riusciti a produrre cristalli di ritonavir, un farmaco per il trattamento dell’HIV. Questo successo è stato ottenuto grazie all’efficienza della produzione in condizioni di microgravità, come dimostrato da studi condotti sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’obiettivo di Varda è automatizzare la produzione nello spazio attraverso capsule automatiche senza equipaggio.
Tuttavia, Varda ha incontrato difficoltà nel ottenere i permessi per far rientrare la capsula sulla Terra. Né la Federal Aviation Administration, responsabile anche del rientro di veicoli spaziali, né l’aeronautica militare hanno concesso l’autorizzazione per l’atterraggio. Il sito previsto per il rientro era l’Utah Test and Training Range, lo stesso dove era atterrata la capsula OSIRIS-REx il 24 settembre. Le autorità hanno respinto la richiesta di Varda a causa di preoccupazioni sulla sicurezza, rischi e impatto complessivi. La FAA ha inoltre citato la mancanza di dimostrazioni di conformità ai requisiti governativi.
Attualmente, la capsula W-1 rimane ancorata al modulo Photon di Rocket Lab, che fornisce elettricità e il controllo dell’assetto. Varda ha acquistato altri tre moduli Photon per le prossime missioni. Una volta ottenuti i permessi, i due moduli si separeranno, e solo la capsula rientrerà sulla Terra, mentre il Photon si distruggerà impattando contro l’atmosfera. Nel frattempo, Varda sta cercando soluzioni alternative per evitare problemi simili nelle missioni future.
Per le prossime missioni, Varda ha pianificato di utilizzare il sito Koonibba Test Range dell’azienda australiana Southern Launch per il rientro delle capsule. Questa area isolata nella regione meridionale dell’Australia copre circa 23.000 chilometri quadrati ed è stata scelta per evitare gli ostacoli che hanno impedito il rientro di W-1.
Negli Stati Uniti, non esistono poligoni dedicati la cui missione principale, o anche secondaria, sia quella di supportare il rientro nello spazio commerciale via terra. Tutto ciò che viene fatto oggi viene fatto nell’oceano o in un poligono militare, dove questo non è esplicitamente l’obiettivo principale. Troviamo davvero entusiasmante coordinarci con l’Australia, in parte perché la consideriamo relativamente emblematica del fatto che gli alleati occidentali coordinino questo tipo di missioni di sicurezza nazionale nel settore aerospaziale e della difesa.
Delian Asparouhov, presidente e co-fondatore di Varda