Un team internazinale di scienziati ha avviato una missione di raccolta di campioni di pesci nelle acque vicine alla centrale nucleare di Fukushima in Giappone. Questa iniziativa è finalizzata a valutare l’impatto del recente rilascio in mare di acqua radioattiva trattata. Questa operazione è stata condotta come parte di uno studio promosso dall’organo di controllo nucleare delle Nazioni Unite ed è la prima del genere da quando è iniziato il controverso rilascio di acqua radioattiva in mare lo scorso agosto. Sei le specie ittiche campionate: la passera olivastra, l’orata cremisi, il tordo rosso, lo sgombro giapponese, l’ombrina e il pesce palla vermicolato, noti per avere livelli di radioattività più elevati rispetto ad altre specie a causa delle aree in cui tendono a spostarsi.
Secondo l’AIEA sarà un’analisi totalmente indipendente
Il rilascio di acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima è stato oggetto di dibattito e critiche da parte dei pescatori locali e delle nazioni vicine, innescando persino un divieto totale da parte della Cina sulle importazioni di prodotti ittici giapponesi per timori sulla sicurezza alimentare. Il team di scienziati internazionali, provenienti da Cina, Corea del Sud e Canada, ha monitorato la raccolta di campioni di pesci direttamente al porto di Hisanohama, situato a circa 50 chilometri a sud della centrale nucleare danneggiata. Questi campioni saranno inviati ai laboratori nei rispettivi Paesi d’origine per essere analizzati in modo indipendente, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).
Il trizio è l’osservato speciale
L’acqua rilasciata nell’Oceano è stata accumulata a seguito del disastro nucleare del 2011, causato da un terremoto e uno tsunami. Questa acqua, che ammonta a oltre un milione di tonnellate, è stata contaminata dal contatto con le barre di combustibile del reattore danneggiato. Prima del rilascio, l’acqua viene sottoposta a un processo di filtraggio per rimuovere gli isotopi radioattivi, lasciando solo il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno. La rimozione completa del trizio è un’operazione piuttosto completa e non di facile riuscita. Gli scienziati sperano che i dati raccolti possano contribuire a rispondere alle preoccupazioni sul rilascio di acqua radioattiva nell’oceano e fornire informazioni cruciali per garantire la sicurezza dell’ambiente marino e dei prodotti ittici giapponesi.