Recenti scoperte archeologiche fanno crollare il muro culinario sui consumi alimentari dell’Europa, facendo scoprire che fino all’Alto Medioevo, alghe e piante acquatiche facevano arte della dieta quotidiana anche nel vecchio continente. Questa scoperta è emersa da un’analisi del tartaro trovato sui denti di resti umani sparsi in Europa, appartenuti a individui che abitavano il continente in un periodo che va dal Mesolitico fino all’Alto Medioevo. Il team di ricerca dell’Università di York ha pubblicato questi risultati sulla rivista Nature Communications, aggiungendo anche che le alghe potrebbero offrire una fonte alimentare sostenibile ancora oggi, come sanno benissimo diverse popolazioni orientali.

Alghe molto più diffuse di quanto si pensasse

Il leader della ricerca, Stephen Buckley, e il suo team hanno scoperto che le firme chimiche caratteristiche di alghe e piante d’acqua dolce erano più diffuse in tutta Europa di quanto si pensasse. Secondo lo studio pubblicato su Nature, durante il periodo del Mesolitico in Europa, le persone hanno iniziato a utilizzare di più le risorse provenienti dall’acqua. Nel periodo successivo, chiamato Neolitico, l’agricoltura e la vita sedentaria si sono diffuse, e questo ha fatto sembrare il cibo proveniente dal mare meno importante o addirittura inutile. Tuttavia, grazie all’analisi dei residui di cibo trovati sui denti dei nostri avi, ora sappiamo che alghe e piante d’acqua dolce facevano parte della loro dieta durante tutto questo periodo, compreso l’Alto Medioevo. Questo suggerisce che il consumo di questi alimenti è diventato meno comune solo molto più tardi. Capire cosa mangiavano le persone in passato è importante per conoscere la storia, ma anche riscoprire queste risorse locali dimenticate può essere prezioso oggi.