È giunta al termine una storia che ha catturato l’attenzione del pubblico, quella dei tredici wallaby (Macropus rufogriseus) che abitavano l’Isola dei Cipressi, situata nel lago Pusiano, nel cuore della Brianza, a pochi chilometri a Nord di Milano. Questi affascinanti marsupiali sono stati oggetto di una confisca da parte dei Carabinieri Forestali, che li hanno successivamente trasferiti in una struttura in provincia di Grosseto, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo del trasferimento è garantire che questi animali possano ora condurre una vita libera e rispettare le loro esigenze etologiche.
La storia ha radici profonde, che iniziano nel 1991, quando Gerolamo Gavazzi acquisì l’Isola dei Cipressi. La sua visione era quella di creare un paradiso naturale, un rifugio per diverse specie di animali. L’isola divenne il loro nuovo habitat, ospitando cormorani, scoiattoli, gru, cicogne, pavoni, tartarughe, anatre e oche. Tuttavia, i wallaby furono la scelta più insolita e affascinante.
L’idea di adottare due wallaby è nata dopo una visita in una villa aperta al pubblico in Inghilterra, dove Gavazzi rimase affascinato da questi marsupiali. Inizialmente preoccupato per la loro adattabilità al clima, Gavazzi scoprì che i wallaby stavano benissimo sull’isola e avevano creato il loro habitat naturale. Nel corso degli anni, la coppia originale di wallaby è cresciuta fino a diventare una famiglia di tredici membri.
Tuttavia, nel 1994 o 1995, una legge vietò il possesso di animali pericolosi senza specifici permessi. I wallaby furono inclusi nella lista di animali pericolosi, accanto a tigri, leoni e coccodrilli, nonostante la loro innocuità. Questo fece diventare Gavazzi, senza saperlo, un fuorilegge.
La storia giudiziaria iniziò quando la Forestale scoprì la presenza dei wallaby e ordinò il loro sequestro. Gavazzi si oppose, ma la legge era chiara, e alla fine perse la battaglia in tribunale. La battaglia legale si protrasse per anni, con Gavazzi cercando inutilmente di dimostrare che i wallaby non costituivano una minaccia.
Oggi, dopo quasi sette anni, i wallaby hanno trovato una nuova casa in Toscana. La storia solleva importanti questioni sull’adeguatezza delle leggi che classificano alcune specie come pericolose, anche quando non lo sono. Inoltre, pone l’interrogativo se il trasferimento dei wallaby da un habitat a un altro sia davvero la scelta migliore per il loro benessere.