Contratto bancari in Italia: trattative tra Abi e sindacati per il rinnovo

L’attuale panorama delle trattative per il rinnovo del contratto dei bancari in Italia evidenzia un confronto tra le istituzioni bancarie e i sindacati che è cruciale per il settore. Gli obiettivi principali riguardano il recupero dell’inflazione e la definizione del contributo dei lavoratori al raggiungimento della redditività record delle banche nel triennio 2022-2024.

Finora, l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) non ha avanzato obiezioni al principio di recupero dell’inflazione, ma il passaggio dalla teoria alla pratica richiede un’analisi dettagliata. I sindacati, compresi Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, persistono nella richiesta di un aumento di 435 euro per il livello medio di riferimento, una richiesta che ha ottenuto l’approvazione del CEO del gruppo Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

La piattaforma rivendicativa dei sindacati contiene quasi 200 richieste, ciascuna delle quali ha un impatto economico che deve essere valutato. La sostenibilità dell’accordo finale dovrà considerare tutte queste richieste.

Il presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, Ilaria Maria Dalla Riva, ha esposto le considerazioni e le proposte delle banche relative a vari aspetti, inclusi quelli contrattuali, le procedure di confronto sindacale, la contrattazione di secondo livello, l’occupazione, le tutele, la parte economica, la formazione e altri temi correlati.

La tempistica è un elemento cruciale, poiché il contratto è scaduto alla fine del 2022 e il 2023 non sarà un anno in cui le banche riceveranno agevolazioni economiche. Le banche sperano in un esito positivo del negoziato per lavorare serenamente e raggiungere gli obiettivi dei loro piani industriali.

Secondo le stime della Fabi, gli utili delle banche italiane potrebbero variare tra 75 e 90 miliardi nel triennio 2022-2024. Inoltre, le modifiche relative alla tassa sugli extraprofitti delle banche hanno rafforzato la posizione dei sindacati, poiché le banche potrebbero evitare il pagamento della tassa aumentando gli investimenti in operazioni di rafforzamento del loro patrimonio.

Un punto importante del negoziato riguarda il ripristino dell’intera base di calcolo del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr), che era stato ridotto negli accordi precedenti. La trattativa affronterà anche le assunzioni attraverso il Fondo di Obbligo Contrattuale (Foc), con la Fabi che ritiene che manchino ancora 3.500 assunzioni. Inoltre, i sindacati sollevano la questione dei fringe benefit e la tassazione degli extraprofitti del settore bancario.

Le reazioni dei sindacati sono chiare: insistono sul ripristino della base di calcolo piena per il Tfr e sulla richiesta di un aumento salariale medio di 435 euro al mese. Vedono il rinnovo del contratto come una questione di giustizia e sostengono che le banche non abbiano ragioni valide per opporsi a queste richieste.

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