Lupin parte 3: la recensione della serie Netflix

Lupin Part 2

C’è chi la ama e non attende altro e chi, invece, non apprezza l’eccessività di certe imprese, ad ogni modo tutti gli abbonati Netflix sanno bene che il 5 ottobre approderà nel catalogo streaming della piattaforma la terza parte di Lupin. La serie francese di Netflix con protagonista Omar Sy nei panni di un moderno emulatore di Arsenio Lupin è pronta a sorprendere i fan fin da subito.

Se non avete apprezzato l’assurdità di alcune dinamiche delle stagioni precedenti, preparatevi: in Lupin parte 3 le avventure di Assane Diop toccheranno vette mai raggiunte prima. Forse proprio nella follia e imprevedibilità più assoluta di alcune scelte la serie riesce quasi ad eguagliare la prima stagione, sicuramente risultando decisamente più interessante della seconda. Omar Sy si dimostra ancora una volta perfetto nel ruolo e convincente nelle scene più toccanti. Il protagonista mai come prima interpreta più ruoli e veste i panni di chiunque pur di portare a termine il suo piano e salvare la propria famiglia. Tranquilli con Lupin 3 il divertimento è assicurato. Pronti ad avventurarvi con noi all’interno della terza parte di Lupin? Il tutto, come sempre, rigorosamente senza spoiler. 

Ovviamente ci teniamo a precisare che nella seguente recensione ci saranno spoiler riferiti alle prime due parti di Lupin, pertanto vi invitiamo a proseguire la recensione soltanto se siete in pari con le nuove stagioni della serie tv. Vi ricordiamo che Lupin è una serie divisa in tre parti, non si tratta di uno show antologico. Per poter comprendere al meglio il filo degli eventi, benché ogni stagione sviluppi una nuova avventura, è strettamente necessario aver visionato le stagioni precedenti. 

Se avete già recuperato la prima e la seconda parte di Lupin ma non vi ricordate precisamente tutto ciò che è successo vi invitiamo a non saltare il riassunto posizionato all’inizio del primo capitolo dello show. 

Lupin 3: l’avventura più rocambolesca di Assane Diop ma forse anche la più elettrizzante

Lupin: dove eravamo rimasti?

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I nuovi 7 episodi sono una diretta conseguenza del finale della stagione precedente. Assurdità, avventura e adrenalina sono le chiavi di Lupin 3.

Avevamo lasciato Assane Diop che salutava il suo pubblico sul finale della seconda stagione con un grandissimo colpo di scena. Se a molti la prima parte di Lupin 2 aveva annoiato, la seconda non ha di certo lasciato lo spettatore con l’amaro in bocca, anzi. Nel finale di stagione scoprivamo che Philippe Courbet, lo specialista in frodi fiscali alleato di Pellegrini altro non era altro che un complice di Assane e Benjamin, reclutato dai due proprio per sconfiggere Pellegrini dall’interno. I due ladri più famosi di Francia, infatti, avevano reclutato il ragazzo in biblioteca davanti alla sezione di libri di Lupin, anche lui appassionato della saga ed assieme sono riusciti ad architettare il colpo al Théâtre du Châtelet.

Infatti, proprio mentre Assane punta il coltello alla gola di Pellegrini, l’uomo confessa l’innocenza del padre di Assane, ingiustamente accusato per anni di avergli rubato il famosissimo collier. Non soddisfatto Assane si getta sul palco del teatro e riesce a dimostrare a Juliette ed a tutto il pubblico presente in sala che i soldi raccolti da Pellegrini durante la serata in realtà non sono destinati alla beneficenza ma finiranno direttamente nel conto personale di Pellegrini. Non vi preoccupate, Assane non verra arrestato. Tramite un escamotage di teatro riesce infatti a fuggire proprio mentre la polizia è impegnata a bloccare  Pellegrini e l’ispettore Dumon, suo complice negli illeciti. 

Purtroppo però la situazione per Assane, nonostante sia riuscito a dimostrare la sua innocenza nell’assassinio di cui era stato accusato e quella di suo padre, non è delle migliore. Assane Diop resta un ladro e per questo la polizia francese ed internazionale continuano a dargli la caccia senza tregua. L’unica alternativa che si prospetta per Assane è la fuga da Parigi. La famiglia però per Assane viene prima della sicurezza personale e lo dimostrerà a tutti anche nella terza stagione della serie, così, prima di lasciare la capitale francese presumibilmente per sempre decide di rincontrare la sua famiglia, Claire e Raul. Sulle note di un addio a tratti straziante si chiudeva il sipario della seconda stagione di Lupin 2. La terza riparte proprio da queste premesse ma ci regala interessanti flashback sul passato del protagonista.

Lupin 3: la storia

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Assane in Lupin 3 si trova lontano da Parigi ma sempre in Francia in una condizione di clandestinità. Costretto a vivere lontano dalla moglie e dal figlio, Assane non cessa di travestirsi e di occultare il suo volto, ormai noto in tutto il mondo. È solo e sente la mancanza di casa. L’unico ad alleviare le sofferenze delle sue giornate è il piccolo cane fedele che lo accompagna dalla prima stagione. State tranquilli: questa condizione non durerà per molto.

La visione del telegiornale della mattina rivela ad Assane che la moglie ed il figlio vengono costantemente braccati dalla stampa e sono oggetto di critiche da parte dell’opinione pubblica, ma non solo. Dato che la polizia, giustamente, non ritiene possibile che il protagonista abbia architettato tutti i piani da solo, è in cerca di un complice. Per ora nessuno è arrivato a collegare il puzzle e Benjamin è al sicuro, lo stesso però non può dirsi della moglie, Claire, che in assenza di altri sospettati e nonostante non sia presenti prove tangibili, viene considerata dagli investigatori come la prima sospettata. 

Il nostro emulatore di Lupin preferito non può più celarsi tra le ombre. Per difendere la sua famiglia e donare un futuro sereno a suo figlio è costretto a tornare a Parigi per rimediare alla situazione. Ha in serbo un piano folle ma che se andasse in porto liberebbe la sua famiglia del fardello di essere per sempre associata ad un ladro, benché gentiluomo. 

La stagione merita la visione oppure è eccessiva all’ennesima potenza?

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La terza stagione della serie, come vi accennavo in apertura, è ricca di colpi di scena imprevedibili. Se pensavate che i piani di Assane fossero folli e concretamente impossibili nelle prime due stagioni, allora dovete prepararvi psicologicamente a quello che vedrete nei prossimi sette episodi. La follia e l’assurdità della serie viene spinta fino all’ennesima potenza. Il troppo stroppia? Oppure lo show fa di questa eccessività ed irriverenza la sua arma vincete?

Chi scrive ritiene che una serie come Lupin sia necessaria all’interno del catalogo di Netflix. Vi ricordate le critiche che venivamo mosse anni fa a La casa di carta? Lo show campione di visualizzazioni al tempo del successo sia delle prime due stagioni che di quelle successive veniva costantemente accusato di eccessivo irrealismo. Le due rapine orchestrate dal professore ed eseguite dalla banda vennero reputate dalla critica come poco concretizzabili nella realtà. Il pubblico però ha amato talmente tanto la serie, i personaggi e le tematiche che ha lasciato perdere la logica di certe dinamiche e si è lasciato trasportare dalle emozioni. La stessa sorte l’abbiamo vista negli ultimi anni con Squid Game, la serie coreana che ha saputo conquistare le vette di Netflix catturando l’attenzione anche dei più scettici e divenendo nel giro di pochissimo tempo un vero fenomeno di culto. 

Lupin ha seguito le orme degli show che lo hanno preceduto ed ha fuso la matrice locale con la follia tipica delle serie Neflix appena citate. Gli spettatori Netflix amano queste storie ricche di umanità e avventure sopra le righe. Anche se non tutto torna e parecchie risoluzioni paiono impossibili, quando il divertimento ed il piacere della visone è alto tutto viene perdonato. 

Lupin 3 fa proprio questo: diverte ed intrattiene. La seconda stagione aveva probabilmente allungato eccessivamente il brodo e appariva a tratti, soprattutto nella prima parte, come lenta e forzata. Volendo la serie si sarebbe potuta concludere in due stagioni? Si, certamente. Ma chi sarebbe così economicamente folle da sopprimere un prodotto che funziona e può essere portato avanti ancora per molto tempo? Nessuno!

Come nelle precedenti stagioni, anche in Lupin 3 i flashback dedicati al protagonista segnano il ritmo della narrazione e ci consentono di conoscere ancora meglio Assane e la sua famiglia. Nei nuovi capitoli assistiamo fin da subito ad un furto avvenuto prima dell’inizio della prima stagione, il furto della perla nera, che si rivela decisivo per la storia che verrà raccontata nella stagione corrente. Assane mette a punto un piano che rappresenta al tempo stesso una sua rivincita personale, per un errore del passato, che una via di fuga certa per lui e la sua famiglia. Purtroppo non tutto fila liscio come era stato previsto e nell’esecuzione qualcuno riesce a comprendere che il geniale piano di Assane era soltanto una straordinaria messa in scena. 

Nelle precedenti stagioni abbiamo conosciuto l’importanza che la figura paterna ha avuto sul protagonista, quanto l’ha forgiato nel diventare l’uomo che è ora e quanto l’ha spinto ad agire secondo il suo unico credo. In Lupin 3 gli sceneggiatori hanno scelto di raccontarci la relazione complicata di Assane e la madre. I due non si parlano da 30 anni ed Assane è cresciuto senza le cure della madre che pare non abbia mai abbandonato il Senegal per riunirsi con la sua famiglia. Quando il passato però torna a bussare alla porta il nostro Lupin non riesce a chiuderla. Il protagonista delle serie Netflix viene da tutti accusato di essere troppo egoista e di agire in virtù di un beneficio esclusivamente personale ma in in Lupin 3 ci dimostrerà il contrario. 

Tra relazioni complicate con i genitori, missioni improbabili e tematiche sempre molto attuali Lupin torna protagonista del catalogo autunnale di Netflix, e forse questa non sarà l’ultima volta.

La forza delle reinterpretazioni letterarie e le potenzialità di un sequel

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Come vi anticipavamo sopra Lupin è una serie tv che ha saputo conquistare un grandissimo pubblico trascinando i lettori appassionati della saga di Maurice Leblanc e macinando sempre più seguaci. Lo show Netflix ha fatto della località un punto di forza. Parigi è una delle grandi protagonista dello show. La città vibra, è partecipe e complice in ogni rapina di Lupin. Così come nei romanzi anche nella serie tv, Lupin sfrutta sapientemente la conoscenza della capitale francese a proprio vantaggio, creando vie di fuga ad ogni angolo. 

Oltre alla matrice locale, un altro asso nella manica di Lupin è l’origine letteraria della serie. Lo show è una vera e propria reinterpretazione della saga letteraria con protagonista Arsenio Lupin. Netflix, in maniera sapiente, è riuscita a comprendere che un adattamento pedissequo sarebbe stato difficile e forse troppo simile, almeno per le vibes, ad altri prodotti di successo della piattaforma.

Così Netflix ha scelto di rende Lupin saga letteraria anche all’interno del suo stesso show e di creare una figura come quella di Assane in grado di ispirarsi al ladro gentiluomo ma rimanendo un personaggio distinto. Facendo così lo show è potenzialmente rinnovabile finché avrà successo. Non è nemmeno necessario che il ladro abbia sempre il volto di Assane, in futuro il figlio del protagonista potrebbe tranquillamente subentrare al padre e la serie potrebbe proseguire senza alcun problema. Non è un caso se Netflix non ha ancora comunicato da quante stagioni sarà composta la serie… 

Netflix nel caso di Lupin ha davvero capito come fare proprie le reinterpretazioni letterarie. 

70
Lupin parte 2
Recensione di Chiara Giovannini

Se avete amato la prima parte di Lupin adorerete anche questa terza. L'adrenalina e la follia tipiche dei piani di Arsenio Lui/Assane Diop tornano con prepotenza e lascia spazio al divertimento assicurato. La famiglia ed la relazione madre-figlio sono le tematiche principali dei nuovi capitoli. Impossibile annoiarsi.

ME GUSTA
  • Divertente e irriverente
  • L'adrenalina non manca mai, impossibile annoiarsi
  • é la serie giusta per vagare con la mente dopo un'intensa giornata di lavoro
FAIL
  • Forse alcune sequenze non tornano del tutto
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