In Italia, la crescente popolazione anziana non autosufficiente richiede un investimento annuale di 7-8 miliardi di euro per fornire l’assistenza necessaria. Attualmente, circa 3,8 milioni di anziani non sono autosufficienti, un numero destinato ad aumentare a 4,4 milioni nel 2030 e 5,4 milioni nel 2050, secondo la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg).
La legge n. 33 del 2023 rappresenta un passo nella giusta direzione, poiché fornisce indicazioni per un cambiamento radicale nell’assistenza agli anziani, basato su criteri geriatrici. La legge prevede una maggiore offerta di servizi domiciliari, residenziali e semiresidenziali, una distribuzione più equa di tali servizi tra le regioni e l’introduzione di un’indennità di accompagnamento che diventa un beneficio universale per gli anziani non autosufficienti.
Tuttavia, attualmente solo il 6,3% delle persone non autosufficienti è ospitato in strutture residenziali, principalmente anziani oltre gli 85 anni con demenza e una limitata aspettativa di vita. Meno dell’1% utilizza servizi in strutture semiresidenziali, mentre il 21,5% riceve assistenza domiciliare, ma solo con una media di 15 ore all’anno. Circa un milione di anziani, il 26%, è assistito da una badante, mentre il restante 45% dipende interamente dalle cure dei familiari.
L’implementazione efficace della legge e il miglioramento dell’assistenza agli anziani dipenderanno dai decreti attuativi previsti per gennaio 2024 e dalla prossima legge di bilancio, che deve garantire un graduale aumento delle risorse necessarie per attuare la riforma. La Sigg sottolinea l’importanza di affrontare questa sfida nel settore del welfare, spesso trascurato, per migliorare la qualità dell’assistenza agli anziani e supportare le numerose persone coinvolte nella cura degli anziani non autosufficienti, tra cui familiari e caregiver.