Il Decreto Legge sull’energia, approvato dal Governo il 25 settembre, ha introdotto importanti novità riguardo alle sanzioni relative all’omessa o irregolare certificazione dei corrispettivi legati allo scontrino elettronico. Invece di una sanatoria completa delle sanzioni, il decreto offre la possibilità di applicare il ravvedimento operoso ordinario, anche per le violazioni già constatate dall’Agenzia delle Entrate, purché avvenga entro il 31 ottobre 2023. La sanzione accessoria che prevedeva la sospensione della licenza o dell’attività non sarà applicata per coloro che regolarizzeranno la propria situazione entro la scadenza del 15 dicembre.
Inizialmente, era stata proposta una sanatoria completa che avrebbe permesso di regolarizzare errori o omissioni pagando solo un diciottesimo dell’importo dovuto. Tuttavia, questa proposta è stata ridimensionata, e ora le violazioni possono essere regolarizzate tramite il ravvedimento operoso ordinario, che segue le regole standard. Il ravvedimento operoso sarà applicabile non solo per le violazioni che verranno commesse in futuro, ma anche per quelle già constatate, a condizione che queste ultime siano state rilevate entro il 31 ottobre 2023. Questo periodo copre il periodo dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023, e per completare la procedura di regolarizzazione, si avrà tempo fino al 15 dicembre.
L’obiettivo principale di questa norma è quello di agevolare le partite IVA che sono obbligate alla certificazione giornaliera dei corrispettivi, incoraggiando l’adempimento spontaneo e l’emersione delle basi imponibili. Tuttavia, è importante notare che il ravvedimento operoso può essere applicato solo se le violazioni non sono già state contestate in precedenza.
La norma è stata introdotta per sostenere il settore commerciale, in particolare per le partite IVA che rischiano di subire la sospensione della licenza o dell’attività in caso di quattro violazioni nei cinque anni precedenti, anche se queste si riferiscono a giorni diversi. La sospensione può durare fino a sei mesi, specialmente se le violazioni coinvolgono importi superiori a 50.000 euro. Tuttavia, grazie al ravvedimento operoso introdotto dal Decreto Energia, circa 50.000 partite IVA potranno evitare la chiusura, a condizione che regolarizzino le violazioni entro il 15 dicembre secondo i criteri stabiliti dalla nuova normativa.