Quanto sono private, veramente, le conversazioni degli utenti con Bard, l’IA conversazionale di Google nata in risposta a ChatGPT. Molto poco, sembra. Un ricercatore ha scoperto che alcune conversazioni private possono finire indicizzate su Google, con gravissime incognite per la privacy.
L’esperto di SEO Gagan Ghotra ha osservato che Google Search ha iniziato ad indicizzare i link ad alcune conversazioni di Bard, mettendo potenzialmente a rischio informazioni che gli utenti intendevano mantenere riservate e confidenziali.
Fortunatamente, sembra che il problema non riguardi tutte le conversazioni, ma solo quelle che sono state condivise dagli stessi utenti generando un link, che verrebbe quindi intercettato dai crawler del motore di ricerca, portando all’indicizzazione. Ma questo ci rassicura fino ad un certo punto: il fatto che una chat sia stata condivisa con un amico, un collega o un parente, non significa necessariamente che il suo contenuto non sia confidenziale o di natura privata.
Bard è stato lanciato durante la prima metà del 2023 ed è arrivato in Italia solamente questa estate. Come ChatGPT, l’IA di Google è in grado di generare autonomamente intere pagine di testo, conversando con l’utente oppure svolgendo compiti, come riassumere un articolo, aiutare ad elaborare una tesina e via dicendo.
Un rappresentante di Google ha risposto pubblicamente a Ghotra su X, il social di Elon Musk, sostenendo che Google è ora a conoscenza del problema e che l’azienda sta già attivamente lavorando ad una soluzione.