Il prezzo dell’olio di oliva ha subito un incredibile aumento del 75% in un solo anno, raggiungendo la cifra record di 9 euro al kg alla fine di agosto. Questo fenomeno ha colpito le Borse Merci del Centro, con una drastica impennata delle quotazioni all’ingrosso. Tutto ciò è avvenuto nonostante un contesto di scambi limitati.
La Borsa merci telematica italiana (Bmti) ha analizzato l’andamento di questo settore e ha individuato il principale responsabile di questa impennata dei prezzi: il clima avverso, che ha colpito non solo l’Italia ma anche la Spagna, il principale produttore mondiale di olio d’oliva. Questa eccezionale escalation dei prezzi è il risultato diretto della produzione del 2022, che è diminuita del 30% in Italia e addirittura del 60% in Spagna a causa delle condizioni climatiche avverse.
Questo calo drastico nella produzione ha portato a una disponibilità ridotta di olio d’oliva, innescando l’aumento dei prezzi all’ingrosso tra maggio e agosto del 2023, con un incremento del +33%. Inoltre, le prime informazioni sulla produzione del 2023 non sono state particolarmente rassicuranti. Anche se si prevede un aumento dei volumi, questi non saranno sufficienti a ripristinare completamente le scorte. Secondo l’Unaprol, il clima irregolare dei mesi di maggio e giugno ha influenzato la produzione, che dovrebbe attestarsi a circa 270.000 tonnellate di olio extravergine, rispetto alle 241.000 dell’anno precedente. La situazione varia da regione a regione, con cali produttivi tra il 20% e il 50% nel Nord e nel Centro, mentre la Puglia registra un aumento del 30% – 40%. Calabria e Sicilia sono rimaste stabili. Saranno determinanti le ultime settimane prima della raccolta che inizierà ad ottobre.
Anche in altri paesi come Spagna, Tunisia e Turchia si sono verificati cali nella produzione a causa della siccità, il che influenzerà il prezzo finale dell’olio d’oliva, portando ad un livellamento tra oli nazionali e importati.
Il presidente di Unaprol, David Granieri, ha sottolineato che sarà sempre più difficile trovare miscele di oli a basso costo nei supermercati, che per anni hanno influito negativamente anche sui prezzi degli oli di alta qualità italiani. I consumatori ora dovranno confrontare prodotti senza certezza di provenienza con extravergine 100% italiani, e la differenza di prezzo che esisteva in passato non sarà più così evidente. Questa situazione potrebbe portare a una maggiore valorizzazione dell’olio d’oliva italiano sul mercato.