Due fossili di antenati umani, un Australopithecus sediba di due milioni di anni fa e un Homo naledi di 250.000 anni fa, sono diventati i primi turisti spaziali preistorici. Questa insolita avventura è avvenuta il 8 settembre quando una clavicola e un pollice dei fossili sono stati trasportati a bordo del veicolo spaziale VSS Unity di Virgin Galactic, raggiungendo un’altitudine di 88,5 chilometri sopra la Terra.
L’iniziativa è stata un omaggio al contributo degli antenati umani al progresso tecnologico che ha reso possibile l’esplorazione spaziale moderna. Il paleoantropologo Lee Berger, coinvolto nella scoperta dei fossili, ha commentato che senza le invenzioni e il contributo degli antichi parenti umani, come il fuoco e gli strumenti, l’umanità non avrebbe mai realizzato imprese straordinarie come il viaggio spaziale.
Il figlio di Berger, Matthew, che ha scoperto la clavicola dell’australopiteco quando aveva solo nove anni nel 2008, ha riflettuto su come questi antichi individui, seppur vissuti centinaia di migliaia di anni fa, potrebbero aver guardato le stelle con lo stesso senso di meraviglia che noi proviamo oggi. Ha sottolineato che, in vita, non avrebbero mai potuto immaginare di rappresentare tutti gli antenati dell’umanità in un viaggio così incredibile nello spazio.
L’iniziativa ha catturato l’immaginazione del pubblico, sottolineando quanto sia importante onorare il passato mentre ci avventuriamo verso il futuro. I fossili di Australopithecus sediba e Homo naledi ora hanno il loro posto nella storia dell’esplorazione spaziale, simboleggiando l’evoluzione umana e il desiderio di esplorare l’universo, anche da parte di coloro che ci hanno preceduto di millenni. Questo gesto unico rappresenta un tributo a coloro che hanno aperto la strada all’umanità verso nuovi orizzonti e avventure straordinarie nello spazio.