Dopo un anno di interruzione dovuta al fallimento della missione New Shepard-23, Blue Origin sta preparandosi a riprendere la sua campagna di lanci suborbitali. L’ultimo volo del razzo suborbitale New Shepard, costruito da Blue Origin, risale al 12 settembre 2022 e si era concluso prematuramente a causa dell’esplosione del booster (NS Tail-3) appena un minuto e quattro secondi dopo il decollo. Non vi erano passeggeri a bordo, ma solo alcuni payload che saranno nuovamente lanciati con successo. Il sistema di aborto aveva funzionato correttamente, consentendo alla capsula di allontanarsi dal booster in caso di anomalia e di atterrare in modo sicuro nel deserto del Texas occidentale.
Subito dopo l’incidente, Blue Origin aveva condotto un’indagine che aveva rivelato che la causa diretta era stata un cedimento per fatica dell’ugello del motore BE-3P, dovuto a temperature operative superiori alla norma. L’azienda aveva intrapreso azioni correttive, tra cui modifiche progettuali all’ugello, per evitare futuri problemi.
Ora, Blue Origin sta pianificando di tornare in volo, con una missione senza equipaggio prevista per ottobre e la prima missione con equipaggio dopo l’incidente programmata per metà febbraio dell’anno successivo. Non è ancora chiaro quale booster verrà utilizzato per il prossimo volo, ma ci sono indiscrezioni secondo cui Blue Origin potrebbe sviluppare un nuovo booster basato sull’esperienza acquisita dall’incidente.
Questo ritorno al volo di New Shepard giunge mentre il principale concorrente, Virgin Galactic, sta dimostrando una notevole frequenza di voli spaziali con equipaggio utilizzando il VSS Unity. Virgin Galactic ha completato otto voli umani nello spazio, mentre Blue Origin aveva effettuato in media un volo spaziale umano ogni due mesi prima dell’incidente. La concorrenza è quindi intensa, e il successo del prossimo volo di New Shepard sarà cruciale per mantenere la competitività di Blue Origin nell’industria del turismo spaziale.