In uno studio pubblicato su ACS Environmental Science & Technology Letters, i ricercatori hanno svelato che alcune specie di aracnidi possono trasportare la contaminazione da mercurio dai letti dei fiumi agli animali terrestri, permettendo così agli esperti di unire i puntini e venire a capo del collegamento tra la fauna acquatica e quella terrestre.

Le origini dell’inquinamento da Mercurio

La fonte principale di mercurio nei corsi d’acqua proviene dall’inquinamento industriale e dalle attività umane. Una volta nell’acqua, il mercurio subisce una trasformazione in una forma più tossica chiamata metilmercurio, che bioaccumula negli organismi che fanno parte della catena alimentare acquatica. Questo elemento tossico può poi influenzare gli animali che vivono a monte della catena alimentare, come uccelli, pipistrelli e anfibi, che si nutrono degli insetti acquatici, preda dei ragni.

Lo Studio:

I ricercatori hanno condotto il loro studio lungo i corsi d’acqua affluenti del Lago Superiore (Lake Superior, uno dei Grandi Laghi del Nord America), raccogliendo ragni, sedimenti, larve di libellula e pesci persici. Hanno esaminato le fonti di mercurio, tra cui l’inquinamento industriale, le precipitazioni e il deflusso del suolo, per comprendere come questo elemento si diffonde nell’ambiente.

Il ruolo dei ragni:

I ragni che abitano le coste lacustri hanno dimostrato di essere fondamentali nell’indicare il trasferimento dell’inquinamento da mercurio dagli ambienti acquatici a quelli terrestri. I dati raccolti hanno rivelato che l’origine del mercurio nei sedimenti coincideva con quella nei tessuti delle larve di libellula, dei ragni e dei pesci persici gialli. Questo suggerisce che i ragni possono fungere da vettori nel ciclo di inquinamento da mercurio, permettendo così di ottenere informazioni cruciali per la gestione e il monitoraggio ambientale.

Differenze tra specie di ragni:

I ricercatori hanno anche analizzato i tessuti di altre specie di ragni, tra cui i ragni pescatori (Dolomedes fimbriatus) e i ragni tessitori (Nephila komaci). Hanno scoperto che le fonti di mercurio variavano tra le diverse specie a causa delle loro diverse strategie alimentari (ad esempio c’è differenza tra chi caccia in prossimità dell’acqua o principalmente sulla terraferma e chi si nutre sia di insetti acquatici che terrestri. I risultati sottolineano l’importanza di proteggere questi predatori silenziosi e sottolineano la necessità di adottare pratiche di gestione sostenibile per preservare l’equilibrio degli ecosistemi.