Dal 2024, i proprietari di seconde e terze case in Italia potrebbero vedere cambiamenti significativi nelle aliquote dell’Imposta Municipale Unica (IMU), a seconda della città in cui si trova la loro proprietà. Questo cambiamento è stato stabilito da un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 7 luglio 2023, che concede ai Comuni la facoltà di modificare in parte le aliquote IMU per le imposte di loro competenza, come quella sulle seconde case.
La nuova normativa prevede che entro i termini stabiliti dalla legge per la deliberazione del bilancio di previsione, i Comuni saranno chiamati ad approvare le nuove aliquote IMU per il prossimo anno. Questo significa che ogni città potrà decidere se aumentare o diminuire l’aliquota IMU per le seconde case, seguendo determinati criteri di “ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza” definiti nel decreto del MEF.
Tuttavia, i Comuni avranno anche la possibilità di redigere una delibera che approva le aliquote individuate dal decreto, evitando così la diversificazione tra territori. Inoltre, entro il 14 ottobre di ogni anno, ogni città dovrà presentare una delibera con le nuove aliquote IMU. Se questa delibera non verrà pubblicata entro il 28 ottobre, si applicheranno automaticamente le aliquote dell’anno precedente.
È importante notare che la modalità di pagamento dell’imposta rimarrà invariata per i contribuenti, che potranno continuare a versare il tributo utilizzando il modulo F24. Un potenziale aumento dell’IMU dovuto alla diversificazione delle aliquote richiederà il pronunciamento della Conferenza Stato-città entro 45 giorni dalla data di trasmissione. Questo significa che ci sarà un controllo per garantire che le modifiche alle aliquote siano adeguate e rispettino i principi di equità.
Attualmente, le città come Roma e Milano sono in cima alla lista delle città con IMU più elevate sulle seconde case, con importi medi di 2.064 euro e 2.040 euro rispettivamente. Al contrario, città come Asti, Gorizia e Catanzaro sono tra le città dove l’IMU è meno cara, con importi che variano tra 580 euro e 659 euro.