Lo zucchero si sta rivelando un protagonista indiscusso tra i rincari autunnali, con un impressionante aumento del 43%. Questo incremento notevole nei prezzi è stato evidenziato da un’analisi condotta da Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione di agosto, concentrandosi sui prodotti che hanno registrato i maggiori aumenti nella spesa quotidiana.
La situazione è resa ancora più critica dal fatto che oltre il 80% del nostro approvvigionamento di zucchero proviene dall’estero, mettendo in evidenza la nostra dipendenza da fonti esterne per un ingrediente così essenziale. La Coldiretti ha sottolineato che lo zucchero è un componente presente in circa l’85% dei prodotti alimentari di produzione industriale, il che ha un impatto significativo sui prezzi di una vasta gamma di prodotti alimentari disponibili sugli scaffali.
È allarmante notare che, nonostante il consumo superi 1,7 milioni di tonnellate, l’Italia produce solo 150.000 tonnellate di zucchero, una quantità significativamente ridotta a causa dei cambiamenti climatici e della chiusura di 17 zuccherifici su 19 negli ultimi vent’anni.
Al secondo posto per gli aumenti di prezzo si trova l’olio d’oliva, che ha visto un aumento del 37% secondo l’analisi di Coldiretti basata sui dati Istat di agosto. Nonostante l’Italia sia il secondo produttore mondiale di olio d’oliva, i raccolti si sono drasticamente ridimensionati negli ultimi anni, portando a importazioni dall’estero che superano di gran lunga la produzione nazionale. La maggior parte di queste importazioni proviene dalla Spagna, e le fluttuazioni dei prezzi sono state causate da raccolti dimezzati a causa di condizioni climatiche anomale.
Coldiretti suggerisce che per mitigare questa situazione e contenere l’aumento dei prezzi, è essenziale aumentare la sovranità alimentare del Paese e investire in innovazione e tecnologia per proteggere i raccolti dai cambiamenti climatici. Questa strategia, secondo Coldiretti, rappresenta un modo importante per mantenere i prezzi sotto controllo e migliorare la qualità dell’alimentazione. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre un’opportunità per il settore agroalimentare italiano, poiché può contribuire a ridurre l’impatto economico della crescente inflazione sui consumatori italiani e sulle imprese.