In Australia, una comunità aborigena sta entrando con passo deciso nell’industria delle energie rinnovabili, aprendo la strada a una rivoluzione energetica unica nel suo genere. Si tratta della popolazione Yindjibarndi, che collabora attivamente con una società energetica per la costruzione di parchi eolici e solari sulle sue terre ancestrali nella regione del Pilbara, nota per il caratteristico colore rosso della terra e i ricchi giacimenti di minerali.
Fino all’arrivo degli europei, gli Yindjibarndi vivevano lungo la valle attraversata dal fiume Fortescue, ma la presenza di pastori europei li ha costretti a trasferirsi. Oggi, la maggior parte della comunità è concentrata intorno a Roebourne, un’area strategica per le compagnie energetiche grazie alla sua vicinanza alle infrastrutture di trasmissione elettrica.
Ciò che rende questa collaborazione straordinaria è il fatto che gli Yindjibarndi hanno ottenuto riconoscimento da parte delle autorità statali dei loro diritti di proprietà nativi esclusivi sulle terre in questione. Questo ha aperto la strada a una partnership storica con la società energetica filippina Acen Corp, culminata nella creazione della Yindjibarndi Energy Corporation (Yec).
L’accordo tra le due parti è un modello di coinvolgimento attivo delle comunità indigene nell’industria delle energie rinnovabili. La Yindjibarndi Aboriginal Corp avrà una quota di partecipazione tra il 25% e il 50% in tutti i progetti, garantendo così un’autentica voce nella loro realizzazione. Le imprese di proprietà degli Yindjibarndi saranno favorite nei contratti di appalto, e i membri della comunità riceveranno formazione e nuove opportunità di lavoro.
I progetti in cantiere includono la costruzione di 750 MW di impianti rinnovabili combinati, un investimento di 1 miliardo di dollari australiani (680 milioni di dollari americani). Questa iniziativa pionieristica non solo promuove un futuro di energia pulita nel cuore minerario dell’Australia, ma riconosce anche la profonda conoscenza dei Yindjibarndi del territorio, trasformandoli da entità marginalizzate a risorse cruciali.
Questa storia di successo segue una lunga battaglia legale degli Yindjibarndi contro la Fortescue Metals Group, uno dei principali produttori mondiali di minerale di ferro. Gli Yindjibarndi accusavano l’azienda di avviare attività minerarie sulle loro terre senza un accordo adeguato. Nel 2017, una sentenza della Corte Federale australiana ha riconosciuto i diritti di titolo nativo esclusivi degli Yindjibarndi sul territorio, costringendo la società mineraria a interrompere le operazioni.
Questo caso e altri simili hanno messo in evidenza le sfide affrontate dalle popolazioni indigene in Australia, che costituiscono oltre il 3% della popolazione totale. Tuttavia, il presidente australiano Anthony Albanese ha recentemente avviato una campagna per emendare la Costituzione al fine di proteggere gli interessi degli indigeni e istituire un organo di rappresentanza permanente in Parlamento, affrontando così le ingiustizie del passato e creando un futuro più equo per le comunità indigene.