Cosa significava, veramente, la missione Luna-25 per la Russia

Venerdì 11 agosto la Russia ha mandato un razzo con a bordo un lander lunare nello Spazio. Cinque giorni dopo, il veicolo spaziale partito dallo spazioporto di Vostochny ha raggiunto l’orbita della Luna, dove avrebbe dovuto rimanere per alcuni giorni per poi tentare l’allunaggio sulla superficie del polo sud del satellite. Ma le cose sono andate male.

Sabato il Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, ha perso ogni contatto con la sonda e il giorno successivo è arrivata l’ufficialità: “la sonda è passata a un’orbita non prevista e ha cessato di esistere a seguito di una collisione con la superficie della Luna”.

Si trattava del primo tentativo della Russia di raggiungere la Luna dal 1976 — quando la federazione russa si chiamava ancora URSS ed era in corso una guerra fredda contro gli Stati Uniti che si combatteva anche – se non quasi prevalentemente – nello Spazio. «Per la prima volta nella storia della Russia moderna, un veicolo senza equipaggio, alle ore 12:03 di Mosca, ha raggiunto l’orbita della Luna», aveva commentato con entusiasmo il Roscosmos, l’agenzia spaziale russa.

Il veicolo spaziale era completamente privo di equipaggio e si chiamava Luna-25, come la missione a cui ha preso parte. Il 21 agosto, il lander avrebbe dovuto tentare di atterrare dove nessuna navicella era mai arrivata prima: nel polo sud del satellite, a pochi chilometri di distanza dal cratere Boguslawsky. Mentre in Ucraina conduce una guerra atroce attraverso la sistematica violazione dei diritti umani della popolazione locale, la Russia puntava a conquistare un obiettivo che si trova a centinaia di migliaia di chilometri da Kiev, nel tentativo di battere ogni altra nazione sul tempo e confermare la sua supremazia nello Spazio.

Solo tre nazioni hanno completato con successo un atterraggio sulla Luna: USA, Russia e Cina. Ora la Russia e l’India competono per raggiungere il polo sud del satellite prima di qualsiasi altra nazione.

Non si tratta semplicemente di raggiungere il polo sud della Luna, ma di farlo prima di tutti gli altri. E la Russia non è l’unica nazione che, proprio in questi giorni, stava puntando a questo primato. Ad inizio del mese, un’altra navicella ha raggiunto l’orbita della Luna: la missione Chandrayaan-3 dell’ISRO, l’agenzia spaziale dell’India. Pochi giorni fa, il lander lunare Vikram si è staccato con successo dal modulo di propulsione, ma il tentativo di atterrare in sicurezza sul polo sud della Luna è previsto solamente per mercoledì 23 agosto, due giorni dopo la data che era stata scelta dalla Russia.

Nel passato recente, abbiamo assistito allo spettacolare fallimento di far atterrare un lander sulla Luna da parte di due nazioni che ambivano ad entrare nell’Olimpo delle superpotenze spaziali. Lo schianto dei lander israeliano e giapponese sono lì a farci da monito: raggiungere l’orbita lunare non è una garanzia di successo. E, infatti, ora il fallimento della Russia ha nuovamente aperto le porte all’ipotesi che possa essere l’India la prima nazione a raggiungere il polo sud.

L’India aveva già tentato di raggiungere il polo sud della Luna nel 2019, ma il suo lander si era schiantato al momento dell’impatto.

Il significato della missione Luna-25

Nella storia recente, la Russia non era mai stata così isolata a livello internazionale. Le conseguenze dell’aggressione militare dell’Ucraina non hanno risparmiato nemmeno l’attività spaziale del Roscosmos.

Il Roscosmos ha dichiarato di voler dimostrare che la Russia “è uno stato in grado di trasportare un carico sulla luna” e “garantire alla Russia un accesso assicurato alla superficie lunare“.

«Lo studio della luna non è l’obiettivo», ha detto al Washington Post Vitaly Egorov, un noto analista spaziale russo. «L’obiettivo è la competizione politica tra due superpotenze – Cina e USA – e una serie di altri paesi che vogliono anche rivendicare il titolo di superpotenza spaziale».

Le sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina – scrive sempre il Washington Post – le rendono più difficile l’accesso alle tecnologie occidentali, influenzando il suo programma spaziale. Inizialmente, la Luna-25 avrebbe dovuto trasportare un piccolo rover lunare, ma quest’idea è stata abbandonata per ridurre il peso dell’artefatto e migliorarne l’affidabilità, dicono gli analisti.

«I componenti elettronici stranieri sono più leggeri, quelli prodotti in Russia sono più pesanti», ha detto Egorov. «Anche se Mosca ha assegnato agli scienziati il compito di studiare la presenza di acqua sulla Luna, per il Roscosmos il compito principale è semplicemente atterrare sulla luna – per recuperare l’esperienza sovietica perduta e imparare come eseguire questo compito in una nuova era».

Anche volendo bollare queste affermazioni come un esercizio di dietrologia, è davvero difficile ignorare il significato geopolitico della Missione Luna-25. Sarebbe un messaggio fondamentale all’occidente, ma anche ai partner come la Cina. Nonostante le sanzioni, l’isolamento e le difficoltà economiche, la supremazia spaziale della Russia rimane intoccata.

«Una missione di successo dimostrerebbe che lo sforzo spaziale russo rimane una capacità importante per il paese», ha spiegato, questa volta al Wall Street Journal, l’analista Namrata Goswami. «Questo è il messaggio che Putin avrà inviato al resto del mondo. È un segnale importante non solo per l’Occidente ma anche per la Cina». Con la quale la Russia vorrebbe stringere una partnership per future missioni spaziali.

Perché studiare il polo sud della Luna è così fondamentale

La superficie del polo sud della Luna è ricca di insidie. Secondo alcune ricostruzioni, il N.1 del Roscosmos aveva confidato al Cremlino che le possibilità di successo sono di poco inferiori al 70%. Insomma, che le cose potessero andare male era chiaro a tutti.

Eppure, se il lander fosse riuscito a toccare indenne la superficie della regione più inaccessibile della Luna, la ricompensa sarebbe stata altissima. Il polo sud è strategico a causa delle sue ricche risorse di acqua ghiacciata e del potenziale a lungo termine come sito per l’estrazione mineraria, l’industria e l’insediamento.

Il polo sud lunare è di particolare interesse per gli scienziati, che ritengono che i crateri polari permanentemente in ombra possano contenere acqua. Acqua che le agenzie spaziali di tutto il mondo sperano di poter un domani trasformare in fonte di ossigeno e carburante per i razzi. Stiamo parlando di una pietra miliare che potrebbe aprire le porte alla prossima generazione di missioni spaziali.

«La luna è in gran parte incontaminata e l’intera storia della luna è scritta sul suo volto», ha detto Ed Bloomer, un astronomo dell’Osservatorio Reale di Greenwich, sempre al Washington Post. «È incontaminata e come niente di ciò che si trova sulla Terra. È un laboratorio a sé stante».

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