Il primo tentativo della Russia da decenni di tornare sulla Luna si è concluso con un fallimento. Domenica il Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, ha annunciato che la sonda Luna-25 si è schiantata sulla superficie del satellite dopo un non precisato errore. L’agenzia aveva perso i contatti con la navicella sabato, poi le successive analisi hanno reso evidente che qualcosa era andato storto.
Una missione ambiziosa, con la quale la Russia sperava di far atterrare un veicolo sulla superficie del polo sud della Luna. Un’impresa mai riuscita prima a nessun’altra nazione. Nel passato recente, i tentativi da parte del Giappone e di Israele di fare altrettanto – entrambe iniziative finanziate dai privati – avevano avuto esiti fallimentari. L’agenzia spaziale dell’India, anch’essa in orbita sulla Luna con una sua navicella senza pilota, tenterà l’allunaggio tra pochissimi giorni.
Si ritiene che il polo sud della Luna, non raggiunto dai raggi del sole, abbia ancora ingenti quantità di acqua ghiacciata che un domani potrebbe essere utilizzata per produrre ossigeno e carburanti e, dunque, aprire le porte all’idea di avere un avamposto umano permanente sulla Luna.
Nonostante l’isolamento internazionale della Russia, la notizia del fallimento della missione Luna-25 ha comunque ricevuto la solidarietà della comunità scientifica. Thomas Zurbuchen, ex direttore della ricerca scientifica della NASA, ha commentato che “nessuno in questo ambiente augura il fallimento degli altri esploratori dello Spazio, il fallimento del Roscosmos ci ricorda ancora una volta che atterrare su qualsiasi oggetto celeste è tutt’altro che facile e scontato”.