Sam Bankman-Fried, fondatore ed ex CEO della piattaforma di scambio di criptovalute FTX, è stato accusato di aver utilizzato fondi sottratti ai suoi clienti per finanziare la campagna elettorale di alcuni politici americani. Complessivamente, solo durante le elezioni di mid-term del 2022 avrebbe donato oltre 100 milioni di dollari.
Secondo quanto riferito da Reuters, Bankman-Fried, miliardario di 31 anni, avrebbe istruito due esecutivi della sua azienda in modo da agire da prestanome e finanziare illecitamente deputati democratici e repubblicani, talvolta con somme ben al di sopra dei limiti imposti dalle legge e utilizzando uno schema astuto per occultare la provenienza dei fondi.
“Le donazioni servivano a fare pressione su Congresso e agenzie di regolamentazione, affinché sostenessero leggi e regolamenti che, a suo parere, avrebbero facilitato la crescita di FTX”, ha dichiarato l’accusa.
Su Bankman-Fried gravavano già sette capi d’accusa, tra cui cospirazione e frode legati al crollo di FTX. L’accusa contro Bankman-Fried non nomina le due persone che, secondo i procuratori, avrebbe utilizzato come “presta nome” per effettuare donazioni su suo mandato. Tuttavia, altri documenti sembrano indicare che si tratti di Nishad Singh e Ryan Salame. Singh, ex capo dell’ingegneria di FTX, si è dichiarato colpevole per frode e violazione delle leggi sui finanziamenti elettorali a febbraio. Ha donato 9,7 milioni di dollari a candidati e cause democratiche, ammettendo in tribunale di sapere che il denaro proveniva dai clienti FTX.
Ryan Salame, ex co-CEO dell’unità bahamense di FTX, ha donato oltre 24 milioni di dollari a candidati e cause repubblicane. Non è stato accusato di alcun reato, anche se nel 2021 aveva confidato ad un amico che SBF finanziava i politici con il preciso scopo di ammorbidire le posizioni del legislatore nei confronti delle criptovalute. “E’ probabile che mi girerà il denaro per corteggiare la fazione repubblicana”, aveva aggiunto.