Il ghiacciaio Nioghalvfjerdsbrae in Groenlandia si è assottigliato del 42% dal 1998, perdendo 38 metri di spessore ogni anno. Il monitoraggio condotto dal gruppo di ricerca guidato da Ole Zeising, dell’Istituto Alfred Wegener, ha rivelato queste preoccupanti tendenze. Questo scioglimento contribuisce al rapido aumento del livello del mare, con una stima di 1,4 millimetri all’anno proveniente solo dai ghiacci groenlandesi.
Le evidenze visibili dall’esterno sono sottili, poiché l’altezza apparente del ghiacciaio si riduce di “solo” 7,6 metri all’anno. La maggior parte dello scioglimento avviene alla base del ghiacciaio, dove i dati radar hanno rilevato un vasto canale alto 500 metri e largo 1000, attraverso il quale l’acqua di scioglimento si riversa direttamente in mare. Questa immissione di grandi quantità di acqua dolce sta causando significative alterazioni nelle correnti marine della regione, e potrebbe portare a fenomeni su scala più ampia nel lungo periodo.
Il cambiamento climatico in corso è all’origine di queste dinamiche, e gli sforzi per contrastare il riscaldamento globale sono sempre più cruciali per proteggere l’equilibrio dell’ecosistema marino e mitigarne gli impatti sulle comunità costiere e sulle specie marine vulnerabili. Questi dati mettono in luce l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione dei ghiacciai e di adottare misure concrete per limitare l’aumento delle temperature e il conseguente scioglimento dei ghiacci polari. Solo così si potrà sperare di preservare il futuro del nostro pianeta e delle generazioni future.