Tesla è finita sotto i riflettori a seguito di un’inchiesta di Reuters, di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi. Intervistando diversi clienti e altrettanti ex dipendenti, il media outlet ha scoperto che Tesla avrebbe a lungo esagerato le prestazioni in termini di autonomia dei suoi veicoli elettrici, al punto da ritrovarsi costretta a creare un’intera unità incaricata esclusivamente di gestire i reclami dei clienti, smarriti dalla discrepanza trai chilometri dichiarati dal produttore e quelli effettivamente percorsi dalla loro auto.

Sulla base di quelle rivelazioni, tre proprietari di auto Tesla hanno deciso di presentare una causa legale, con l’obiettivo di coinvolgere altri clienti, trasformarla dunque in una class action, ed esigere un risarcimento multimilionario.

I tre proprietari sostengono che le loro auto non siano in grado di raggiungere le stime di autonomia promesse e che l’azienda abbia respinto i loro richiami in malafede.

Gli avvocati che rappresentano i clienti di Tesla sostengono che la casa automobilistica abbia commesso frode, violato le garanzie e fatto concorrenza sleale agli altri brand. Se la causa otterrà lo status di class action, coprirà tutte le persone in California che hanno acquistato un Model 3, Model S, Model X o Model Y di Tesla.

In passato l’agenzia statunitense Environmental Protection Agency ha chiesto a Tesla di ridurre le stime di autonomia a partire dalle vetture prodotte dal 2020, e la Corea del Sud ha recentemente multato l’azienda per 2 milioni di euro per non aver adeguatamente informato i clienti che le autonomie degli EV sarebbero diminuite con il freddo.

Un recente studio di SAE International ha riscontrato che le auto elettriche tendono ad offrire un’autonomia più bassa del 12,5% rispetto ai valori pubblicizzati. Tuttavia, il report di Reuters e la causa suggeriscono che le cifre di Tesla potrebbero essere ancora meno accurate rispetto a quelle degli altri marchi.