Un team internazionale di ricercatori ha proposto una soluzione per migliorare il controllo protesico mioelettrico in pazienti con amputazione transomerale, dove l’amputazione avviene sopra il gomito, limitando la disponibilità di nervi residui per il controllo della protesi. Il team ha condotto uno studio in Svezia con la partecipazione di istituti italiani e del Massachusetts Institute of Technology.
L’idea consiste nel suddividere i pochi nervi rimanenti nell’arto superiore in più fasci e innestarli su muscoli residui dell’arto. Questo processo richiede un intervento chirurgico per creare nuove giunzioni neuromuscolari tramite l’innesto delle terminazioni nervose su diversi tipi di muscoli, sia muscoli nativi privi di nervi che innesti muscolari non vascolarizzati. L’innervazione dei muscoli viene affiancata dall’implantazione di elettrodi con un’interfaccia osteointegrata permanente, consentendo una comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso e il muscolo e fornendo anche una stabile connessione allo scheletro.
Dopo l’intervento, il paziente sottoposto a questa procedura ha mostrato un graduale ma costante aumento della forza del segnale mioelettrico, dimostrando l’efficacia del metodo. Grazie a questa tecnica, il paziente è stato in grado di muovere singolarmente le dita della mano robotica, sia in flessione che in estensione, migliorando significativamente l’esecuzione di compiti quotidiani che sarebbero stati difficili con una protesi convenzionale.
La ricerca sottolinea che il processo di adattamento a una protesi avanzata richiede un lungo e faticoso periodo di riabilitazione, ma i risultati positivi ottenuti con questa nuova metodologia possono rappresentare una motivazione importante per i pazienti. Senza protesi robotiche avanzate e integrate con il sistema corporeo, dotate di feedback sensoriale e facili da usare, i pazienti tendono a preferire l’uso dell’arto sano e a rinunciare alle protesi a loro disposizione. La ricerca offre una speranza per migliorare la qualità della vita dei pazienti amputati e consentire loro di svolgere attività quotidiane in modo più indipendente e soddisfacente.