Twitter ha intrapreso un’azione legale contro il Center for Countering Digital Hate (CCDH) presso un tribunale federale di San Francisco. Il gigante dei social media accusa il gruppo anti-razzismo di effettuare illegalmente “scraping” sui suoi server e selezionare in modo fazioso post offensivi come parte di una campagna per allontanare gli inserzionisti e, in altre parole, boicottare il social network in malafeda. Twitter richiede il pagamento dei danni sofferti (non ancora stimati) e un’inibitoria per impedire a CCDH di accedere ai suoi dati.
Il conflitto ha origine da un articolo di ricerca pubblicato da CCDH a giugno, il quale affermava che Twitter consentiva post esplicitamente razzisti e omofobici nonostante le sue politiche contrarie a tali contenuti. Twitter ha risposto criticando la metodologia di ricerca e suggerendo che CCDH potrebbe avere un’agenda nascosta, ricevendo finanziamenti da concorrenti o governi stranieri.
In un post sul blog intitolato “Proteggere il diritto del pubblico alla libera espressione”, Twitter/X ha difeso la decisione di fare causa al CCDH, sottolineando il suo ruolo di servizio pubblico gratuito finanziato dagli inserzionisti. Il post ha accusato CCDH di tentare di impedire il dialogo pubblico e di effettuare “scraping” dei dati di Twitter senza autorizzazione dal suo partner, Brandwatch.
CCDH ha ribattuto alle accuse di Twitter in una lettera pubblicata, chiarendo di non aver mai sostenuto di condurre uno studio esaustivo e difendendo la sua metodologia di ricerca. Il gruppo ha anche affermato di non accettare finanziamenti da aziende o governi e ha promesso di continuare a pubblicare la sua ricerca nonostante la sfida legale.