Il regista premio Oscar James Cameron recentemente ha commentato l’improvvisa popolarità delle cosiddette IA generative, spiegando di concordare con quel gruppo di esperti e ricercatori che sostengono che lo sviluppo di questa tecnologia potenzialmente potrebbe costituire un grave rischio per l’umanità.
Ad aprire le danze è stato ChatGPT, un’IA generativa – in grado di produrre testi di alta qualità – che è ben lungi dall’essere uno strumento potenzialmente fatale per l’umanità — anche se non mancano preoccupazioni per il suo potenziale ruolo nel facilitare e accelerare la distribuzione di fake news e frodi. Dalla fine del 2022 le IA sono diventate motivo di grandi speranze e altrettanto grandi preoccupazioni: lettere aperte, summit internazionali, interrogazioni parlamentari, proteste da parte di artisti e lavoratori nel campo della cultura e via dicendo.
Nella migliore delle ipotesi – spiegano i critici -, le IA falcidieranno milioni di posti di lavoro, nella peggiore si rischia che la situazione sfugga di controllo, con gravi rischi per la sicurezza e (dicono i più pessimisti) forse addirittura per la sopravvivenza dell’umanità.
“Condivido nella maniera più assoluta le loro preoccupazioni”, ha detto James Cameron, regista pluripremiato nonché prima persona nella storia a raggiungere il punto più profondo della fossa delle Marianne in solitaria. “Vi avevo avvertito nel 1984, e voi non avete ascoltato,” ha detto tra il serio e il faceto. Il primo film della saga di Terminator – che racconta proprio di come una IA senziente chiamata Skynet abbia soggiogato l’umanità e della lotta per distruggerla – è uscito il 26 ottobre del 1984.
Cameron attribuisce i rischi maggiori all’ipotesi che le IA vengano impiegate in campo bellico. “Credo che armare le IA sia il pericolo più grande”, ha detto. “Finiremo in una sorta di corsa agli armamenti nucleari, ma questa volta con le IA. Si dirà che se non costruiamo noi IA sofisticate per usi bellici, allora lo faranno i nostri nemici. E ci sarà un’escalation”.
“Potete immaginare un’IA in un teatro di combattimento, il tutto combattuto solo da computer ad una velocità tale che esclude ogni possibilità di intervento o resistenza da parte degli umani. Non ci sarà più possibilità di de-escalation”.
Il regista ha anche un’opinione molto forte sull’ipotesi che le IA possano rimpiazzare gli scrittori. “Non è importanti chi abbia scritto cosa, ma se è una buona storia o meno”, ha detto. “Non credo che una mente senza corpo che si limita a ripetere ciò che altri hanno già detto (riguardo la vita, l’amore, la menzogna, le paure e la mortalità) e mettere tutto assieme in una macedonia di parole, per poi rigurgitare il tutto… non penso che questa cosa qui possa coinvolgere e appassionare il pubblico”.