A dieci anni dalle sue due ultime prove da regista, Francesco e Clarisse, la grande regista Liliana Cavani tornerà quest’anno con una nuova pellicola, dal titolo L’ordine del tempo, liberamente ispirata al libro omonimo di Carlo Rovelli, fisico, saggista e divulgatore scientifico italiano. Nel gennaio scorso Liliana Cavani è stata festeggiata al Ministero della Cultura in occasione del suo compleanno. Il film sarà presentato, Fuori Concorso, durante la 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in cui Liliana Cavani riceverà il Leone d’Oro alla carriera.
Il film, che arriverà poi in tutte le sale a partire dal 31 agosto con Vision Distribution, vede nel cast Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Baldari Calabria e Angela Molina.
Fra certezza e totale incertezza vi è un prezioso spazio intermedio,
ed è in questo spazio che si svolgono la nostra vita e il nostro pensiero.
(Carlo Rovelli)
Sinossi:
E se scoprissimo che il mondo potrebbe finire nel giro di poche ore? È quello che accade una sera a un gruppo di amici di vecchia data che, come ogni anno, si ritrova in una villa sul mare per festeggiare un compleanno. Da quel momento, il tempo che li separa dalla possibile fine del mondo sembrerà scorrere diversamente: veloce ed eterno, durante una notte d’estate che cambierà le loro vite.
Nata a Carpi (Modena), laureata in lettere antiche all’Università di Bologna, diplomata al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, Liliana Cavani realizza a partire dal 1962 importanti documentari alla Rai su tematiche forti, fra i quali Storia del Terzo Reich (1962), L’età di Stalin Le donne della Resistenza 1963, La casa in Italia (1964), Philippe Pétain: processo a Vichy, che ottiene il Leone d’Oro per il documentario alla Mostra di Venezia nel 1965. Esordisce nel lungometraggio nel 1966 con il film per la tv Francesco d’Assisi, protagonista Lou Castel, opera con cui ottiene la notorietà, presentata alla Mostra di Venezia e premiata come miglior film al Festival di Valladolid. Le figure storiche di cui Liliana Cavani si occupa la interessano per l’attualità del loro insegnamento, che offre modelli non violenti di contestazione degli ordini esistenti. Ciò avviene anche nel caso del successivo doc Galileo (1968), girato per il grande schermo e in concorso alla Mostra di Venezia, dove, accanto al ritratto dello scienziato, emerge l’inquieta figura di Giordano Bruno. Vi si legge il conflitto seicentesco fra scienza e religione, allusivo a quello moderno fra individuo e potere. Gira poi I cannibali (1970), con Pierre Clémenti e Britt Ekland, opera metaforica che allude al “cannibalismo” del potere rispetto alle spinte antagoniste della società. Il film è presentato alla Quinzane di Cannes quindi al Festival di New York, dove riscuote grande successo. Realizza poi, nuovamente per la tv, L’ospite (1971), interpretato da Lucia Bosè, inchiesta sul disagio mentale che partecipa alla Mostra di Venezia, e Milarepa (1973), in concorso al Festival di Cannes, sull’esperienza mistica di un eremita tibetano. Il successo di critica e pubblico è mondiale per Il portiere di notte (1974), interpretato da Dirk Bogarde e Charlotte Rampling, storia del rapporto fra un ufficiale delle SS e una giovane prigioniera, vissuto nuovamente anni dopo la fine della guerra. Il film riprende il tema dell’analisi del potere intrecciato all’ambiguità della natura umana. Il film provoca un grande dibattito di opinioni e circola in tutto il mondo. È del 1977 Al di là del bene e del male, sul rapporto privato tra Nietzsche e Lou Andreas Salomé, seguito da La pelle (1981), tratto dal romanzo di Curzio Malaparte, in concorso a Cannes. Torna a partecipare alla Mostra di Venezia nel 1982 con un nuovo film sul tema della follia, Oltre la porta. Altro film di interesse internazionale è Interno berlinese (1985), dal romanzo di Tanizaki Jun’ichirō, presentato al Festival di Berlino del 1986. In seguito è ancora al Lido con Dove siete? Io sono qui (1993), premiato con la Coppa Volpi per la migliore attrice ad Anna Bonaiuto, e nel 2002 con il thriller Il gioco di Ripley, con John Malkovich. Sulla figura di Francesco torna nel 1989 con il film Francesco interpretato da Mickey Rourke, presentato a Cannes e nel 2014 con un nuovo film per la Rai. È del 2012 la partecipazione alla Mostra di Venezia con il cortometraggio Clarisse, che vince il Premio Pasinetti. Nello stesso anno ottiene un David di Donatello speciale. Nel gennaio scorso Liliana Cavani è stata festeggiata al Ministero della Cultura in occasione del suo compleanno. Liliana Cavani riceverà il Leone d’Oro alla carriera della 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
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