Oggi, 25 luglio 2023, è andata in scena la consueta conferenza stampa per annunciare la programmazione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, quest’anno 80esima edizione, in scena al Lido dal 30 agosto al 9 settembre.
Alberto Barbera si è ritrovato stavolta con una patata bollente tra le mani, visto l’improvviso e “inaspettato” (così lo ha definito lui stesso) sciopero dei membri della SAG-AFTRA (ve ne abbiamo parlato approfonditamente qui), che ha portato il ritiro forzato di Challengers di Luca Gudagnino, film di apertura sostituito poi dal Comandante di Edoardo De Angelis (anche in questo caso potete approfondire qua). Mentre la chiusura, già annunciata, sarà il survival movie prodotto da Netflix, La sociedad de la nieve di J.A.Bayona.
Un evento che ha gettato il Festival in un clima di ulteriore incertezza circa le scelte che avrebbero potuto compiere i grandi studios in virtù di una presenza in rassegna senza avere la possibilità di mandare le loro star sul red carpet e a partecipare agli eventi di promozione delle loro pellicole. Insomma, eravamo pronti ad una conferenza catastrofica, e invece le ultime indiscrezioni sono state confermate e siamo contenti di annunciare che la Mostra di quest’anno può vantare una selezione maestosa, probabilmente la migliore degli ultimi anni.
Salvo sorprese, ovviamente.
Panoramica generale
Sono state confermate le presenze in concorso di David Fincher con il suo The Killer, ma anche di Yorgos Lanthimos con Poor Things e di Sofia Coppola con Priscilla. Titoli ai quali vanno ad aggiungersi Ferrari di Michael Mann, Maestro di Bradley Cooper, Dogman di Luc Besson, El Conde di Pablo Larrain e, a sorpresa, Evil Does not exist (Aku Wa Sonzai Shinai) di Ryusuke Hamaguchi.
Tra gli italiani (che sono ben 6), oltre l’apertura, troviamo la conferma dei già annunciati Matteo Garrone con Io capitano, e di Saverio Costanzo con Finalmente l’alba, ma anche quella di indiscrezione che volevano in selezione Enea di Pietro Castellitto e Adagio di Stefano Sollima. La sorpresa è costituta dalla presenza di Giorgio Diritti, che presenta Lubo.
Chiudono i 23 film selezionati (stesso numero dell’anno scorso) Michel Franco, ancora in concorso, stavolta con Memory, Bastarden (The Promised Land) di Nikolaj Arcel, La Bete di Bertrand Bonello, Hors – Saison di Stéphane Brizé, Origin di Ava DuVernay, il duo polacco costituto da Zielona Granica (The green border) di Agnieska Holland e Kobieta Z.. (woman of) di Malgorzata Szumowska e Michael Englert e, infine, Holly di Fien Troch.
Fuori concorso abbiamo invece dei mostri sacri come Woody Allen, William Friedkin, Roman Polanski, Richard Linklater, Liliana Cavani (che riceverà il Leone d’oro alla carriera insieme a Tony Leung), Wes Anderson e Frederik Wiseman.
Tra i temi della rassegna del 2023 possiamo già parlare di una concentrazione sulle storie di formazione e di disagio giovanile, specialmente nella sezione Orizzonti, quest’anno molto interessante (con le presenze, tra gli altri, di Jack Huston, Micaela Ramazzotti e Shinya Tsukamoto), storie dal grande eco politico, ma non per forza di pura militanza, come la doppietta sopracitata in Concorso, e, infine, di rinnovamento, anche a livello metacinematografico.
Concorso
Di seguito trovate tutti i titoli del Concorso con un breve commento estrapolato dalla conferenza stampa di presentazione di Venezia80.
“Comandante” – Edoardo De Angelis (Italia)
Tratto dal libro scritto da De Angelis stesso insieme a Sandro Veronesi, il racconto di un ufficiale della Regia Marina italiana che disobbedisce agli ordini tedeschi per salvare dei nemici appena affondati col suo sommergibile.
“Bastarden (The Promised Land)” – Nikolaj Arcel (Danimarca, Germania, Svezia)
Mads Mikkelsen è un ex ufficiale dell’esercito danese che si mette in testa di colonizzare una brughiera abitata solo da banditi.
“Dogman” – Luc Besson (Francia)
“Un monumento a Caleb Landry Jones, che fa una performance memorabile”.
“Le Bête” – Bertrand Bonello (Francia, Canada)
Liberamente tratto da un racconto di Henry James, il ambientato in un futuro prossimo dove le emozioni sono diventate una minaccia, contesto nel quale la protagonista (interpretata da Lea Seydoux) decide di affidarsi ad una azienda che usa l’IA per far rivivere le vite passate.
“Hors-Saison” – Stéphane Brizé (Francia)
Una coppia si ritrova per caso dopo 15 anni: lui attore di successo che ha rinunciato al suo esordio teatrale; lei una pianista che vive in un paesino isolato al bordo del mare del nord senza essere mai riuscita a superare il trauma della loro separazione. Un film caratterizzato da un “Grandissimo rigore formale”.
“Enea” – Pietro Castellitto (Italia)
Una “grande bruttezza” ammantata del cinismo tipico dell’autore e una rinnovata sperimentazione autoriale sui linguaggi del cinema italiano.
“Maestro” – Bradley Cooper (USA)
Seconda regia di Cooper è un biopic dedicato a Leonard Bernstein, concentrato sul rapporto con la moglie amatissima nonostante una vicenda di amore molto tormentata.
“Priscilla” – Sofia Coppola (USA, Italia)
Il tentativo coraggioso di raccontare la storia travagliata della giovanissima moglie di Elvis Presley. Da segnalare il fatto che il film è una co-produzione italiana con la presenza molto forte di The Apartment, che così afferma la sua volontà di muoversi da protagonista in uno scenario internazionale.
“Finally Dawn (Finalmente l’alba)” – Saverio Costanzo (Italia)
L’atteso ritorno al cinema di Costanzo dopo il grande successo de L’amica geniale, il secondo più importante investimento produttivo del cinema italiano dell’anno, prodotto da Wildside.
“Lubo” – Giorgio Diritti (Italia)
La torrenziale storia vera di Lubo Moser, jenisch (una delle tre etnie dei gitani) nella Svizzera degli anni ’30, perseguitato dai nazisti e dagli autoctoni. Il film sfrutta la biografia per far luce su un fenomeno terribile che vedeva il governo svizzero rapire e poi rinchiudere i bambini zingari per risolvere il problema del nomadismo.
“Origin” – Ava DuVernay (USA)
Tratto da un saggio della scrittrice Premio Pulitzer americana Isabel Wilkerson, un testo che ha cambiato per sempre l’approccio alla discussione sul razzismo insito nella società nordamericana. Un film che associa la saggistica e il biopic per discutere una tesi che afferma come il razzismo abbia in realtà le sue radici nelle divisioni dove al sistema delle caste.
“The Killer” – David Fincher (USA)
L’attesissimo ritorno di Fincher, che mancava al Lido dai tempi di Fight Club (1999), durante la prima edizione del festival di Alberto Barbera.
“Memory” – Michel Franco (Messico, USA)
Il secondo film americano per il regista messicano, ancora in concorso a Venezia.
“Io Capitano” – Matteo Garrone (Italia, Belgio)
Garrone rinuncia al barocchismo stilistico dei suoi ultimi film per tornare alla semplicità e alla direttività per raccontare il viaggio di due africani per arrivare in Europa.
“Evil Does Not Exist (Aku Wa Sonzai Shinai)” – Ryûsuke Hamaguchi (Giappone)
Il racconto di una società di Kyoto che vorrebbe costruire un camping di lusso in un paesino di montagna immerso nella Natura, trovando la resistenza della civilissima, ma risoluta comunità locale.
“The Green Border (Zielona Granica)” – Agnieszka Holland (Repubblica Ceca, Polonia, Belgio)
La storia vera de gli immigrati clandestini illusi dalla comunità bielorussa di poter entrare in Europa tramite il confine polacco per poi essere cacciati in loco e ributtati in Bielorussa, solo per divenire vittime di un ping pong che li rende cittadini di niente.
“The Theory of Everything (Die Theoire Vona Allem)” – Timm Kröger (Germania, Austria, Svizzera)
Incubo gotico o melodramma metafisico intriso di fantascienza che vuole scavare sotto la montagna del cinema tedesco classico per rielaborare una sorta di mitologia del cinema tedesco contemporaneo.
“Poor Things” – Yorgos Lanthimos (Regno Unito)
Ritorno a Venezia per Lanthimos, che porta un film con cui rielabora i temi tipici del cinema gotico. Una sorta di Frankenstein al femminile, dove è infatti una donna ad essere riportata in vita da uno scienziato pazzo, ma geniale, da cui lei fugge per avventurarsi nel mondo, spinta da una insaziabile voracità sessuale.
“El Conde” – Pablo Larrain (Cile)
Barocca rivisitazione del genere vampiresco con protagonista un redivivo Agusto Pinochet, ancora sul mondo terreno per continuare, metaforicamente e non, a succhiare il sangue del suo popolo.
“Ferrari” – Michael Mann (USA)
Il racconto degli anni cruciali della crisi della scuderia e del tragico incidente che metterà fine alla corsa della Mille miglia. Sullo sfondo un’altra crisi, quella coniugale tra Ferrari e la moglie, “Raramente un regia straniera è riuscita a ricreare così bene il clima e l’ambientazione dell’Italia di quel periodo“.
“Adagio” – Stefano Sollima (Italia)
Una Roma distopica circondata da continui incendi per raccontare una sorta di cattedrale eretta a celebrare il rito funerario dei personaggi e gli immaginari di Suburra e Romanzo criminale, in grado di raccontare alla perfezione del nostro Paese in questi ultimi anni.
“Woman Of (Kobieta Z…)” – Malgorzata Szumowska, Michal Englert (Polonia, Svezia)
La storia vera di un uomo transessuale che capisce di essere una donna dopo aver trascorso una vita a combattere con la burocrazia e le grandi campate delle persone intorno a lei.
“Holly” – Fien Torch (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia)
Dopo Home, che vinse Orizzonti nel 2016 come miglior regia, Torch torna con un film sul disagio adolescenziale.
Fuori concorso – Fiction
“Society of the Snow” – J.A. Bayona (Spagna, Uruguay, Cile)
“Coup De Chance” – Woody Allen (Francia)
“The Wonderful Story of Henry Sugar” – Wes Anderson (USA)
“The Penitent” – Luca Barbareschi (Italia)
“L’Ordine Del Tempo” – Liliana Cavani (Italia)
“Vivants” – Alix Delaporte (Francia, Belgio)
“Welcome to Paradise” – Leonardo di Costanzo (Italia)
“DAAAAAALI!” – Quentin Dupieux (Francia)
“The Caine Mutiny Court-Martial” – William Friedkin (USA)
“Making of” – Cédric Kahn (Francia)
“Aggro Dr1ft” – Harmony Korine (USA)
“Hit Man” – Richard Linklater (USA)
“The Palace” – Roman Polanski (Polonia, Francia)
“Snow Leopard” – Pema Tseden (Cina)
Fuori concorso – Non-fiction
“Amor” – Virginia Eleuteri Serpieri (Italy, Lituania)
“Frente A Guernica (Uncut Version)” – Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi (Italia)
“Hollywoodgate” – Ibrahim Nash’at (Germania, USA)
“Ryuichi Sakamoto – Opus” – Neo Sora (Giappone)
“Enzo Jannacci Vengo Anch’io” – Giorgio Verdelli (Italia)
“Menus Plaisirs” – Frederik Wiseman (Francia)
Fuori concorso – Serie
“D’argent et de sang” (episodi 1-12) – Xavier Giannoli, Fredéric Planchon (Francia, Belgio)
“I Know Your Soul” (episodi 1-2) – Jasmila Zbanic, Damir Ibrahimovic (Bosnia e Erzegovina)
Orizzonti
“A Cielo Aperto” – Mariana Arriaga, Santiago Arriaga (Messico, Spagna)
“El Paraiso” – Enrico Maria Artale (Italia)
“Behind the Mountains” – Mohamed Ben Attia (Tunisia, Belgio, Francia, Arabia Saudita, Qatar)
“The Red Suitcase” – Fidel Devkota (Nepal, Sri Lanka)
“Tatami” – Guy Native, Zar Amir Ebrahimi (Georgia, USA)
“Paradise is Burning” – Mika Gustavson (Svezia, Italia, Danimarca, Finlandia)
“The Featherweight” – Robert Colony (USA)
“Invelle” – Simone Massi (Italia, Svizzera)
“Hesitation Wound” – Selman Nacar (Turchia, Spagna, Romania, Francia)
“Heartless” – Nara Normande, Tião (Brasile, Francia, Italia)
“Una Sterminata Domenica” – Alain Parroni (Italia, Germania, Irlanda)
“City of Wind” – Lkhagvadulam Purev-Ochir (Francia, Mongolia, Portogallo, Paesi Bassi)
“Explanation for Everything” – Gábor Reisz (Ungheria, Slovacchia)
“Gasoline Rainbow” – Bill Ross, Turner Ross (USA)
“En Attendant La Nuit” – Céline Rouzet (Francia, Belgio)
“Housekeeping for Beginners” – Goran Stolevski (Macedonia del Nord, Polonia, Croazia, Serbia, Kosovo)
“Shadow of Fire” – Shinya Tsukamoto (Giappone)
“Dormitory” – Nehir Tuna (Turchia, Germania, Francia)
Orizzonti Extra
“Bota Jonë” – Luàna Barjami (Kosovo, Francia)
“Forever Forever” – Anna Buryachkova (Ucraina, Paesi Bassi)
“The Rescue” – Daniela Goggi (Argentina, USA)
“In the Land of Saints and Sinners” – Robert Lorenz (Irlanda)
“Day of the Fight” – Jack Huston (USA)
“Felicità” – Micaela Ramazzotti (Italia)
“Pet Shop Boys” – Olmo Schnabel (Italia, Regno Uniti, Messico)
“Stolen” – Karan Tejpal (India)
“L’Homme D’Argille” – Anaïs Tellene (Francia)