Dalla carota di ghiaccio prelevata da una base militare abbandonata in Groenlandia sono emersi segnali inquietanti riguardo al destino della calotta glaciale dell’isola. La base Camp Century, costruita negli anni ’50 dagli Stati Uniti, doveva nascondere missili nucleari, ma il progetto fu abbandonato a causa del movimento e del flusso del ghiaccio nella zona. Durante il suo funzionamento, i ricercatori hanno prelevato un campione di suolo da quasi 1400 metri di profondità, che successivamente è stato analizzato. Questo campione ha rivelato la presenza di fossili di foglie, insetti e muschi, indicando che in passato, a circa 416.000 anni fa, quella zona era una tundra, priva di ghiaccio.
Questa scoperta indica che la Groenlandia non si è sempre trovata sotto un’immensa calotta glaciale e che in passato ha subito scioglimenti su larga scala. Le temperature globali dell’epoca erano simili o leggermente più calde di quelle attuali, ma le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera erano molto inferiori rispetto a quelle odierne. La preoccupante correlazione è che l’attuale riscaldamento climatico causato dall’uomo sta portando le concentrazioni di CO2 ad aumentare in modo costante, avvicinandosi ai livelli che in passato hanno provocato lo scioglimento della calotta glaciale.
Questi ritrovamenti implicano rischi enormi, poiché uno scioglimento della Groenlandia potrebbe innescare un aumento significativo del livello del mare, portando a inondazioni e mareggiate devastanti per le città costiere. Inoltre, il riscaldamento climatico accelera il processo, esponendo la terra più scura sotto il ghiaccio che, assorbendo più energia solare, contribuisce ulteriormente allo scioglimento.
Gli scienziati avvertono che dobbiamo agire rapidamente per ridurre le emissioni di CO2 e fermare il riscaldamento globale, altrimenti la Groenlandia potrebbe raggiungere un punto di non ritorno, portando a un innalzamento irreversibile del livello del mare. La ricerca continua per raccogliere ulteriori campioni di ghiaccio e terreno, al fine di comprendere meglio la storia passata della calotta glaciale e prevedere il suo futuro. La scoperta serve come monito e invito a prendere misure concrete per affrontare la crisi climatica e proteggere il nostro pianeta.